L’Università di Urbino ha istituito 100 borse di studio, ciascuna del valore di 500 euro. Al momento esiste l’informazione ma non il bando, che sarà pubblicato nel corso del prossimo settembre sul portale di Ateneo. Chi potrà beneficiarne? Tutti voi studenti “in corso” iscritti, nell’a.a. 2016/2017, ad un anno successivo al primo di una laurea (triennale), magistrale a ciclo unico o magistrale biennale. A condizione che abbiate conseguito, entro il 1° ottobre 2016, i migliori risultati in termini di votazione media e crediti formativi.

Quindi, ragazzi, ottimizzate le vostre performance di studio e non perdete l’occasione di ridurre l’importo delle tasse per l’iscrizione agli anni accademici successivi! Ma soprattutto, non perdete l’opportunità di dare valore all’impegno di questi anni di formazione e, insieme, di contribuire a segnare la nuova rotta del sistema universitario nazionale.

Pensateci. Dal 2008, l’Università italiana attraversa una più che stabile perturbazione. La progressiva contrazione dei finanziamenti pubblici, senz’altro insufficienti soprattutto se riferiti al contesto internazionale, ha determinato la drastica riduzione degli iscritti, del corpo docente, dei dottori di ricerca e del personale tecnico amministrativo. Eppure, secondo il Rapporto sullo stato del sistema universitario e della ricerca 2016 redatto dall’Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca (ANVUR), le immatricolazioni guadagnano un incremento dell’1,6%, e la qualità della produzione scientifica e della didattica erogate dal sistema italiano non è in discussione. Per quanto tempo ancora non è dato saperlo, ma intanto regge, grazie alla partecipazione premurosa della gente che nelle aule, nei laboratori, negli uffici col proprio lavoro, un giorno dopo l’altro, cerca di far funzionare le cose. Nonostante tutto.

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E così succede che, nonostante tutto, anche il nostro Ateneo, fatte le dovute stime della propria struttura di bilancio riesca ad intercettare fondi da destinare a progetti orientati alla qualità della didattica e della ricerca, ma anche di attività collaterali che attraverso lo sport e le arti contribuiscano al benessere e alla crescita umana delle persone che ne fanno parte. Di recente, la Carlo Bo, ha deciso di destinare una quota di queste risorse al sostegno degli studenti meritevoli. Siete tra questi?

Ora, il punto è che l’esperienza della formazione universitaria può essere vissuta in due modi possibili, ormai l’avrete capito: accontentandovi di rimanere al di sotto della soglia di merito o dando risalto al vostro talento che, in soldoni, significa distinguervi per l’alto rendimento accademico. Fate, quindi, i vostri conti considerando che, secondo gli indicatori della Commissione Europea, entro il 2020, 16 milioni di nuovi impieghi richiederanno qualifiche elevate e che perfezionare competenze con esiti di eccellenza certificati, da qui in poi, sarà più che mai fondamentale. Inoltre, uno degli obiettivi primari della strategia Europa 2020, che punta a rilanciare l’economia dell’UE nel prossimo decennio, è l’aumento al 40% dei 30-34enni con un’istruzione universitaria. Il report della Commissione Europea per il 2015, colloca l’Italia in ultima posizione, tra le nazioni dell’UE, con il 25.3% preceduta dal 25.6% della Romania! Di contro, segnala la Germania in quota 32.3 %, l’Austria al 38.7 % e la Francia al 45.1%.

Tirando le somme, a noi sembra che la scelta più opportuna in fatto di formazione e di inclusione nel mercato del lavoro nazionale e internazionale sia quella di investire su un curriculum di studi con punteggi da record (secondo la naturale disposizione di ognuno) da mettere insieme senza perdere tempo e senza accontentarsi. Soprattutto in ragione del fatto che il sistema universitario nazionale e la capacità competitiva del nostro Paese non solo hanno bisogno di molti laureati, ma di molti validi laureati. Non credete?


Immagine in evidenza: Edu Lauton

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