Il giorno dopo la laurea triennale in Informatica Applicata, Giulia Briscolini ha firmato un contratto di lavoro a tempo indeterminato con EBWorld: azienda specializzata nella realizzazione di Sistemi Informativi Territoriali (GIS).
Ma torniamo all’inizio della storia. Qual era il suo obiettivo formativo post-diploma? “Un percorso che fosse breve – ha spiegato – e che mi orientasse subito verso il mondo del lavoro. E questa triennale lo ha fatto; mi ha portato proprio dentro la professione e mi ha permesso di affrontare con sicurezza la pratica quotidiana del mestiere”.

 

Giulia, com’è nata la tua passione per l’informatica e perché ti sei iscritta al corso di laurea triennale in Informatica Applicata di Uniurb?

Fin da piccola sono sempre stata affascinata dalla tecnologia, potrei dire che questo interesse ha sempre fatto parte della mia vita ed è cresciuto con il tempo fino a diventare una passione. Una passione che mio padre, informatico, credo mi abbia trasmesso e che mi ha portato a scegliere l’ITIS di Urbino come scuola superiore e a diplomarmi in Informatica.

 

Finite le superiori, per qualche tempo ho provato a proporre la mia candidatura alle aziende del territorio contando solo sul diploma, poi non avendo ottenuto risultati mi sono iscritta alla triennale di Informatica Applicata con l’obiettivo e la speranza di cominciare a lavorare presto.

A quanti mesi o anni dalla laurea triennale è cominciata la tua avventura lavorativa?

In realtà, ho cominciato a lavorare prima di laurearmi. È successo questo. Il piano di studi del corso di laurea in Informatica Applicata prevede un tirocinio formativo presso aziende e organizzazioni convenzionate con l’Università, e prevede anche la possibilità di associare la redazione della tesi all’esperienza stessa.

 

A me questa è sembrata una grandissima opportunità per presentarmi e dimostrare le mie competenze alla EBWorld, l’azienda per la quale avrei voluto lavorare. Quindi, ho approfittato dell’occasione e ho presentato il mio progetto di tirocinio e di tesi all’Ateneo. Poi, stipulata la convenzione con l’azienda, ho cominciato a muovere i passi nella società, che subito dopo la laurea mi ha proposto un contratto a tempo indeterminato.

Bingo! Immagino che l’azienda si inquadri nel settore ICT e che – a giudicare dal tuo entusiasmo – abbia soddisfatto le tue aspettative!

Decisamente sì! L’EBWorld è un’azienda specializzata nella realizzazione di Sistemi Informativi Territoriali (GIS). Nel complesso si occupa di cartografia digitale e, più nello specifico, dello sviluppo di soluzioni per la progettazione e la distribuzione delle reti di nuova generazione in fibra ottica, e di applicazioni web che si interfacciano con strumenti evoluti del calibro di Google Maps.

 

In questa bellissima realtà lavoro come Sviluppatore Web e continuo ad imparare ogni giorno con grande entusiasmo. È un posto in cui il mio pensiero vola libero, la mia mente è sempre attiva e io mi metto in gioco di continuo, “creando” e arrivando alla soluzione di cui ho bisogno autonomamente o in squadra, ma sempre con il pieno supporto dei colleghi.

Ritieni che la formazione alla professione acquisita durante il percorso di studi a Urbino sia in linea con le competenze richieste dall’azienda per la quale lavori?

Assolutamente sì. Dopo il diploma avevo un traguardo chiaro da raggiungere: l’indipendenza e la stabilità economica, e per realizzarlo ho cercato un percorso che fosse breve e che mi orientasse subito verso il mondo del lavoro. E la triennale in Informatica Applicata lo ha fatto; mi ha portato proprio dentro la professione e mi ha permesso di affrontare con sicurezza la pratica quotidiana del mestiere.

 

Per cui posso dire con certezza che Urbino mi ha introdotto con grande slancio nel mondo del lavoro, e a livello professionale la soddisfazione è stata ed è tuttora davvero tanta.
Ovvio che l’informatica è un settore che si evolve continuamente, però il corso mi ha dato tutti gli strumenti e un metodo per acquisire in fretta e di continuo le nuove informazioni, e per imparare a usare le tecnologie che si evolvono rapidamente.

Quali caratteristiche della triennale in Informatica Applicata ricordi con particolare favore?

Ricordo soprattutto di non essermi mai sentita un numero di matricola. Io ho studiato in un contesto familiare nel quale mi sono sentita sempre qualcuno, con un nome e un cognome. I professori mi conoscevano e io conoscevo loro e questo mi ha dato molta sicurezza.

 

L’altra cosa che ricordo bene è che quando ho avuto bisogno di chiarimenti o di approfondire un argomento sono sempre stata supportata in tempi brevissimi dai professori.
I miei docenti li ho sempre ammirati perché fanno ricerca e sanno esattamente di cosa parlano.
Inoltre, il loro metodo di insegnamento è molto orientato all’applicazione concreta dei concetti che spiegano e, quindi, molto orientato alla realtà della professione vera e propria.

Uniurb ha istituito di recente il corso di laurea magistrale in Informatica Applicata. Un ulteriore percorso formativo di cui, tornando indietro nel tempo, terresti conto?

Tornando indietro quasi certamente no perché, come ti dicevo, avevo proprio la necessità di lavorare, ma oggi mi piacerebbe molto. Ho dato un’occhiata al piano di studi: i due curricula che propone sono davvero interessanti e formano profili professionali di cui il mercato del lavoro ha sempre più bisogno. Non mi dispiacerebbe integrare le mie competenze con quelle di un data analyst.

Raccontami della tua vita a Urbino…

Io a Urbino ho lasciato un pezzo di cuore e ho fissato l’obiettivo di tornarci ogni anno. Ne ho proprio bisogno. In città avevo il mio gruppo di compagni di corso che era un po’ la mia famiglia. Tutte persone con le quali quali ho costruito rapporti veri e profondi e che continuo a vedere e frequentare anche adesso.
Seguivamo le lezioni, poi andavamo a mensa insieme o mangiavamo qualcosa alla Fortezza Albornoz: uno dei posti a cui penso con più nostalgia. Ricordo che nei momenti di stanchezza, quando ero sotto esame e lo stress era altissimo, cominciavo a girare per i vicoli e Urbino era talmente bella che anche solo camminarci mi restituiva una grande pace.

 

Ricordo molto bene anche le salite di Urbino: superati i primi giorni diventano bellissime anche quelle! E poi, a poca distanza da Urbino c’è un angolo di paradiso in aperta campagna, di cui si parla sempre poco, che torna spesso nei miei pensieri: il Campus Scientifico Enrico Mattei, che forse si conosce meglio come Sogesta. In questo posto straordinario, per un anno, ho seguito le lezioni sulla gestione di dati territoriali e qui è nata la passione vera e propria per la cartografia digitale e per il lavoro che faccio ora.

Giulia, vogliamo dire a gran voce che l’informatica non è un mestiere per soli uomini?

Certo, diciamolo! In effetti, ci si lascia ancora influenzare da un pregiudizio, probabilmente le competenze informatiche hanno ancora oggi una connotazione non prettamente femminile. La convinzione diffusa è che sia l’uomo a dover lavorare nel settore tecnologico.
Diciamo che l’uomo ragiona in maniera diversa rispetto alla donna. Ha una linea di pensiero più diretta e più logica, la donna tende a girare un po’ più intorno ai concetti però il contributo che può dare all’informatica è forse più creativo.

 

Per fortuna le cose stanno cambiando, tantissime sono le donne che ottengono risultati notevoli in questo settore e sempre più le ragazze si avvicinano allo studio della programmazione, per cui mi auguro che presto uomini e donne possano lavorare insieme, per incrociare le rispettive skills e creare meraviglie!

Cosa significa per te scrivere codice?

Scrivere codice è una specie di magia. Sì perché mi dà la possibilità di creare qualcosa dal niente. Immagina, tu sei lì con la le dita sulla tastiera, hai una macchina che ti permette di scrivere codice e scrivendo crei qualcosa che qualcuno userà o che, addirittura, avrà un impatto positivo sulla salute e sulla qualità della vita delle persone.
Se ci pensi è un fatto prodigioso, non saprei spiegarlo diversamente se non attraverso la parola magia.

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