Il mandato del Rettore Giorgio Calcagnini si apre nel tempo complesso del Covid-19 quando, in controtendenza rispetto alla flessione prevista e paventata dal sistema universitario nazionale, il numero degli immatricolati di Uniurb raggiunge il record assoluto registrato negli ultimi vent’anni.
Nell’intervista che segue, il Magnifico saluta la comunità studentesca e fa il punto sulle sfide che il nostro Ateneo affronterà nel suo prossimo futuro.

 

Rettore, cosa rappresenta per lei l’Università di Urbino e perché ha deciso di candidarsi?

Mi sono laureato in Economia e Commercio ad Ancona, in quella che tempo fa era la sede distaccata dell’Università di Urbino e posso dire di essere molto legato a questo Ateneo perché mi ha dato l’opportunità di crescere professionalmente e di realizzare le mie aspirazioni, di seguire i miei interessi culturali, di fare ricerca all’estero e di conoscere culture e Paesi diversi.

 

Per cui in maniera molto naturale, ad un certo punto della mia lunga carriera accademica, mi sono reso conto di aver acquisito una serie di competenze – necessarie anche al governo e alla gestione dell’Istituzione – che avrei potuto mettere al servizio dei giovani della nostra comunità accademica.
Senz’altro, l’idea della candidatura è nata dal desiderio di ricambiare, di restituire all’Università di Urbino la parte migliore delle molte esperienze che in questi anni ho avuto la fortuna di vivere.

Qual è la prossima grande sfida di Uniurb?

La prossima sfida dell’Università di Urbino riguarda la possibilità di anticipare i cambiamenti culturali, sociali ed economici – che intervengono sulla scena locale e globale – per adeguare tempestivamente a queste trasformazioni sia l’offerta didattica, sia le molte linee di ricerca e garantire così ai nostri laureati le migliori opportunità di vita e di lavoro.

 

Direi che questo è uno degli obiettivi fondamentali che la squadra di governo intende perseguire nei prossimi sei anni. In particolare, l’interpretazione delle evoluzioni di volta in volta in atto, che l’Ateneo convertirà in politiche attive, è compito fondamentale dei Prorettori, impegnati ognuno in un ambito d’intervento specifico.
Un approccio, quindi, che guarda al futuro e mette i nostri giovani nelle condizioni di possedere strumenti culturali e tecnici che ne orientino il cammino all’interno di un mondo complesso e in continuo mutamento.

Il numero degli immatricolati ha già raggiunto il record assoluto registrato negli ultimi vent’anni. Una soddisfazione considerevole!

Certamente! La capacità attrattiva di cui il nostro Ateneo ha dato prova anche quest’anno dimostra che il carattere multidisciplinare dell’offerta formativa proposta risponde alle aspirazioni dei nostri giovani. Del resto, Urbino offre sicuramente le condizioni migliori per potersi formare e lo fa anche attraverso un sistema di relazioni tra studenti e professori che ha pochi eguali in Italia e nel mondo.
Ciò non toglie che da qui in poi sarà importante impegnarsi in un’analisi complessiva dell’offerta didattica per potenziarne progressivamente la qualità e introdurre, se necessario, nuovi corsi di studio.

 

Sarà, inoltre, indispensabile sollecitare una più forte integrazione tra didattica e ricerca perché i docenti sono anche ricercatori e la dualità di questa condizione comporta un costante e rapido aggiornamento “integrato” delle competenze, in relazione alla complessità sempre nuova delle realtà sociali che evolvono. Competenze attraverso le quali trasmettono allo studente i saperi e, allo stesso tempo, anche una metodologia di studio e di lavoro che lo supporti nella gestione dei continui cambiamenti.

 

Contestualmente, proseguirà l’attività di potenziamento dei corsi di studio internazionali, dei progetti di collaborazione, dei network non solo europei e, soprattutto, della mobilità internazionale studentesca. Credo sia fondamentale mettere i nostri studenti nelle condizioni di poter accedere ad Atenei e Istituti di ricerca stranieri, e di vivere la formidabile opportunità di acquisire conoscenze e strumenti ad hoc per muoversi con sicurezza nel nuovo scenario economico globale.

La collaborazione tra Università e imprese porterebbe un contributo considerevole alla competitività economica e sociale regionale, eppure stenta ad avviarsi. Perché?

Volendo generalizzare, le imprese del territorio non considerano pienamente l’opportunità di una collaborazione con l’Università perché non ne conoscono il potenziale, anche per responsabilità nostra. Per cui è fondamentale che l’Ateneo consolidi e metta a sistema il lavoro svolto negli ultimi anni in partnership con le aziende, le associazioni professionali e gli enti pubblici per divulgare ad ampio raggio e spiegare quali attività di alta formazione e di ricerca sviluppiamo e quanto pesi, in termini di produttività, il vantaggio innovativo generato dallo scambio.

 

Tra l’altro, per dimostrare ai nostri interlocutori che per primi diamo fiducia ai progetti in cui crediamo, abbiamo stanziato risorse del nostro bilancio che hanno cofinanziato borse di studio e assegni di ricerca rivolti prevalentemente ai giovani. Giovani con competenze avanzate che nelle aziende e negli enti coinvolti nella collaborazione hanno senz’altro facilitato l’introduzione di nuove tecnologie ormai indispensabili.

Uniurb promuoverà sul territorio partnership sempre più strutturate?

Esattamente. Durante il mio mandato l’Ateneo di Urbino continuerà a sollecitare con sempre maggior energia la cooperazione con il tessuto imprenditoriale locale.
Sarebbe auspicabile che gli attori del territorio, prima di rivolgersi ad Atenei e organizzazioni di altre regioni per rintracciare le più varie tipologie di supporto, verificassero con i nostri Dipartimenti la possibilità di ottenere una risposta efficace alle specifiche esigenze.
Tanto più che, soprattutto nel caso di saperi umanistici non soggetti a codificazione, la vicinanza e l’appartenenza alla stessa terra, agli stessi luoghi, possono favorire uno scambio più fluido di esperienze e di conoscenze e una più forte sinergia tra impresa e Università.

 

Un altro importante dialogo con le istituzioni e con le aziende che sarà mia cura avviare riguarda l’elaborazione e la proposta di un modello di sviluppo aggiornato per la nostra provincia, in quanto appare sempre più evidente che le soluzioni adeguate ai problemi vadano rintracciate in un’ottica di sistema.

 

Sono convinto che la nostra Università abbia al suo interno competenze in grado di elaborare un nuovo modello di sviluppo economico e sociale per il territorio, e che muovendo da una visione propositiva e partecipativa si possano superare i confini che separano ancora le istituzioni dalle diverse espressioni del mondo produttivo e sociale, con l’obiettivo condiviso di contribuire al miglioramento della qualità della vita di tutti noi.

Il nuovo anno accademico si apre durante la seconda ondata del Covid-19. Quale messaggio rivolge alle studentesse e agli studenti del nostro Ateneo?

Con immenso piacere saluto e do il benvenuto alle studentesse e agli studenti che da poco sono entrati a far parte della nostra comunità universitaria.

 

A voi e a tutti i giovani del nostro Ateneo auguro un buon anno accademico. Nella nuova fase di emergenza che stiamo vivendo, il mio pensiero va anche alle vostre famiglie che pur nella difficoltà del momento, hanno sostenuto la vostra scelta e creduto nei valori e nel capitale di conoscenza del nostro Ateneo.

 

Purtroppo le restrizioni imposte dalle più recenti disposizioni ministeriali e regionali ci obbligano a svolgere le lezioni in modalità mista, online e in presenza, nel rispetto dei protocolli sanitari di sicurezza. Eppure, non appena possibile torneremo a frequentare le aule e tutti i luoghi fisici dello studio e della formazione perché l’esperienza universitaria rappresenta per voi, come in passato è stato per me, il luogo e il tempo in cui si consolidano le relazioni culturali e quelle umane.

 

Intanto, rispettando con sempre maggiore scrupolo e responsabilità le norme dettate dal Governo, sono sicuro che saprete mantenere viva la vostra passione, la vostra capacità di realizzare idee e la vostra personale visione del futuro. Questo è il mio più sincero augurio per voi.

 

 

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