Il corso di laurea in Lingue e Culture Moderne dell’Università di Urbino, in collaborazione con l’Università di Düsseldorf, porta sulla piattaforma di lancio Atti linguistici in spazi pubblici: il progetto di ricerca e di didattica innovativa che punta a internazionalizzare l’offerta formativa e a rimodulare le dinamiche dell’apprendimento mettendo a frutto il potenziale educativo del digitale e degli scenari linguistici urbani.
Ne parliamo con Claus Ehrhardt, docente di Lingua Tedesca e Presidente della Scuola di Lingue e Letterature Straniere, che coordina il progetto in tandem con Elmar Schafroth, docente di Romanistische Sprachwissenschaft dell’Università di Düsseldorf.

 

Il Professor Claus Ehrhardt

Professor Ehrhardt, come nasce il progetto di ricerca e di didattica innovativa Atti linguistici in spazi pubblici?

L’idea del progetto è nata quando l’emergenza dovuta al Covid-19 ha sospeso le lezioni in presenza. Col passare dei giorni ho cominciato a immaginare di poter sfruttare la didattica online per aprire la classe e la piattaforma e-learning anche agli studenti tedeschi.

 

Insegno Lingua Tedesca, per cui i partner ideali sono studenti tedeschi. Così ho coinvolto il Professor Elmar Schafroth, ordinario di Romanistische Sprachwissenschaft dell’Università di Düsseldorf, e gli ho proposto di organizzare un corso congiunto che consentisse agli studenti italiani e agli studenti tedeschi di imparare insieme, di acquisire, applicare e approfondire metodi e concetti linguistici e di fare esperienza di una collaborazione interculturale.
Il collega ha detto subito di sì e abbiamo lavorato alla stesura del progetto che è stato poi finanziato dall’Istituto Italiano di Studi Germanici.

 

L’idea di fondo è di creare una classe mista che studi gli Atti linguistici in spazi pubblici e, quindi, la comunicazione in spazi pubblici e semipubblici – come strade, piazze, Università, stazioni ferroviarie o aeroporti – per capire come si comunica in questi ambienti e con quali mezzi, e quali differenze esistono in questo tipo di comunicazione tra l’Italia e la Germania.

Il corso congiunto si inserisce, quindi, in una prospettiva più ampia che punta all’internazionalizzazione dell’offerta formativa degli Atenei italiani.

Direi di sì perché l’obiettivo è proprio quello di aprire e internazionalizzare sempre di più la didattica del nostro Ateneo, coinvolgendo in questa prima fase gli studenti tedeschi dell’Università di Düsseldorf e, più avanti, estendendo l’iniziativa ad altri Paesi e ad altre lingue. Di certo, questo progetto è un’azione concreta e importante che ha impatti di rilievo anche sull’internazionalizzazione della ricerca.

 

Inoltre, con l’Ateneo di Düsseldorf abbiamo attivato uno scambio Erasmus, per cui potrebbe succedere che qualche nostro studente del terzo anno, nel semestre del corso, possa trovarsi in Germania e partecipare alle lezioni direttamente sul posto. Così come studenti tedeschi potrebbero trovarsi a Urbino, il che renderebbe ancora più internazionale e stimolante dal punto di vista formativo l’intera operazione.

Quali sono gli obiettivi formativi previsti?

Gli obiettivi formativi previsti sono obiettivi linguistici che riguardano l’uso della lingua in un contesto autentico, in cui l’interazione non risulti forzata o artificiosa come può avvenire, ad esempio, in Italia tra studenti italiani che parlano il tedesco, o in Germania tra studenti tedeschi che parlano l’italiano. Nello spazio virtuale della didattica online previsto dal progetto potrà realizzarsi uno scambio effettivo e, quindi, un arricchimento linguistico vicendevole.

 

Inoltre, saranno approfonditi i concetti della Pragmatica linguistica, che insegniamo, e applicati a oggetti molto concreti come i cartelli e le indicazioni stradali, le insegne dei negozi e tutti quei testi che si trovano negli spazi pubblici e semipubblici. Il progetto, quindi, ha degli obiettivi linguistici, metalinguistici e anche culturali.

 

Vuole descrivere le finalità scientifiche del progetto?

Per quel che riguarda la ricerca, il progetto si inserisce nell’ambito di studi noto come Linguistic Landscape che indaga i panorami linguistici urbani. Un approccio per noi linguisti molto interessante perché gli spazi delle città raccolgono una quantità enorme di atti comunicativi che si manifestano in una grande varietà di tipi di testi e forme di comunicazione, e che possono essere utilizzati a scopo didattico ed esaminati con finalità scientifiche.

 

In una prima fase il progetto produrrà, infatti, un corpus di dati sulla comunicazione negli spazi pubblici e semipubblici in Germania e in Italia. Questa raccolta sarà costituita da fotografie e filmati, da testi e interazioni in luoghi come centri commerciali, centri storici delle città, stazioni ferroviarie o Università. In un secondo momento, i dati verranno analizzati dal punto di vista linguistico e culturale. Sarà, quindi, interessante verificare quali differenze è possibile riscontrare tra la comunicazione pubblica e semipubblica in Italia e quella in Germania.

Un esempio di atto linguistico in uno spazio pubblico?

Nel nostro Ateneo, in particolare nella sede della Scuola di Lingue e Letterature Straniere, su una serie di bollini adesivi disposti sui tavoli a intervalli regolari si legge: “Puoi sederti qui. Buona lezione!”. Questo è un esempio concreto rispetto al quale possiamo interrogarci per capire come funziona il tipo di messaggio veicolato, tenendo conto che per interpretarlo correttamente occorre capire chi parla, a chi parla, cosa ha intenzione di comunicare ecc. E per capire tutto questo occorre attivare diversi livelli di competenze e conoscenze.

 

Nello specifico, “qui” non è un invito a sedersi sul tavolo – evidentemente – ma sulla sedia corrispondente, e tutto questo è anche un divieto a sedersi in posti diversi da quello segnalato. Per cui, per individuarne il senso bisogna localizzare e contestualizzare il messaggio, fare quello che noi linguisti chiamiamo “disambiguazione dei riferimenti deittici”, capire anche perché si dà del tu al destinatario e qual è l’atto linguistico compiuto, la cui comprensione presuppone varie forme del sapere sia sulla circostanza concreta in particolare, sia sul contesto culturale in generale.

Quando sarà avviato il corso?

L’insegnamento congiunto dedicato agli Atti linguistici in spazi pubblici si svolgerà nel primo semestre dell’anno accademico 2020-2021, in contemporanea, nell’ambito dei corsi di Lingua tedesca III dell’Università di Urbino e di Lingua italiana dell’Università di Düsseldorf.

Quali sono gli step previsti e quali i tempi di realizzazione del progetto?

Il progetto si realizzerà nell’arco di due anni. Ad avviare i lavori sarà una giornata di studio che, pur prevista a Roma presso la sede dell’Istituto Italiano di Studi Germanici, a causa dell’emergenza sanitaria potrebbe anche svolgersi online. L’incontro ospiterà esperti dei diversi settori di studio per approfondire l’approccio metodologico della ricerca.
In un secondo momento sarà predisposto il materiale didattico da usare nelle lezioni congiunte.

 

Successivamente si svolgeranno le lezioni del corso. Sarà, inoltre, sviluppata una pagina web per la presentazione dei lavori di gruppo svolti durante il corso e dei risultati della ricerca.
Chiuderà i lavori un convegno dedicato alla presentazione del materiale elaborato, ai risultati della ricerca e all’approfondimento scientifico.

Concludiamo con un feedback sull’esperienza della didattica a distanza.

Ovviamente la didattica a distanza non è la didattica in presenza. È spesso alienante parlare con gli studenti attraverso un computer senza la possibilità di vedere e interpretare le loro reazioni.
Quando, nel giro di pochissimi giorni, siamo stati obbligati a trasferire la didattica online a causa del Coronavirus ho temuto che il sistema non funzionasse, invece sia dal punto di vista tecnico, sia dal punto di vista didattico l’esperienza si è rivelata – tutto sommato – buona.

 

In particolare, noto che questa nuova modalità favorisce l’interazione in lingua tedesca con gli studenti. In presenza i ragazzi fanno fatica a rispondermi in lingua, invece online sono molto più sicuri e spigliati. Per cui, paradossalmente, posso dire che la didattica a distanza funziona abbastanza bene, ma dico anche che sono impaziente di ritrovare gli studenti a Urbino e rivedere le loro facce sorridenti – o annoiate – in aula!

 

 

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