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L’evento sold out dell’autunno urbinate 2016 torna al Teatro Sanzio, giovedì 15 dicembre alle 21. È l’Aulularia di Plauto e a portarla in scena sono gli applauditissimi allievi del Centro Teatrale Universitario Cesare Questa.

A proposito, pensiamo sia giunto il momento di approfondire l’argomento “CTU”. Come nasce e quali possibilità di formazione e di produzione teatrale offre gratuitamente a voi studenti della Carlo Bo?
Le risposte nella dichiarazione del Rettore Vilberto Stocchi e nelle tre “voci” dell’intervista a: Monica Bravi, Presidente del Centro Teatrale Universitario Cesare Questa, Roberto Mario Danese, Vicepresidente e membro del Comitato scientifico, Michele Pagliaroni, Direttore artistico.

Il Centro Teatrale Universitario intitolato a Cesare Questa – primo del genere in Italia – rientra a pieno titolo in quel filone interdisciplinare di ricerca e di divulgazione che vuole costruire un ponte tra Università e Scuola, promuovendo nuove e più stimolanti metodologie di approccio a forme di cultura che coniugano aree di sapere apparentemente tra loro lontane. Si tratta di un Centro che coniuga la traduzione interculturale di un testo teatrale antico alla sua messa in scena, in una prospettiva di ricerca, formazione, produzione e divulgazione rivolta direttamente agli studenti.

Io credo fermamente in questo progetto culturale, che gode del sostegno del Centro Internazionale di Studi Plautini e della collaborazione con importanti enti ed istituzioni locali, nazionali ed internazionali: il Comune di Urbino, l’Accademia Raffaello, la Fondazione Carlo e Marise Bo, l’Università Cattolica di Milano, il festival Veliateatro, l’Académie Internationale des Arts du Spectacle di Versailles. Inoltre il CTU è profondamente radicato nel territorio, essendo nato dall’incontro fra La Resistenza della Poesia, da anni impegnata nella traduzione interculturale delle commedie plautine, e il Centro Teatrale Senigalliese, realtà regionale di eccellenza nel campo del Teatro. Una attività che per il suo rigore si colloca a pieno titolo accanto ai tradizionali Corsi, di cui è riconosciuto l’alto livello, e che ha come principale obiettivo quello di stimolare nei giovani della nostra comunità universitaria l’amore per la creatività e la bellezza.

Vilberto Stocchi

Il CTU Cesare Questa è il primo Centro Teatrale Universitario delle Marche. Quali sono gli obiettivi che ne orientano il percorso?

Monica Bravi

La sfida del CTU è realizzare un’operazione di rilettura della tradizione teatrale comica che abbia una solida e riconosciuta validità scientifica, ma non risulti soltanto accademica. Ciò è possibile attraverso il lavoro coerente di professionisti diversi (attori, registi, insegnanti, studiosi) e grazie al sostegno dell’Università di Urbino che investe sul progetto e lo rende accessibile gratuitamente ai propri iscritti, integrando l’offerta curricolare (mediante il riconoscimento di CFU) e arricchendola sul piano sia umano, sia della formazione più specialistica.

L’enorme e appassionata partecipazione degli studenti di ogni Scuola ai laboratori di Teatro e di Traduzione e il recente successo dell’Aulularia al Sanzio dimostrano che tale sfida può essere vinta, a patto di promuovere un tipo di teatro che sia uno strumento sano, gioioso e intelligente di formazione e di condivisione.

Fare di Urbino un centro di eccellenza nel panorama teatrale marchigiano e nazionale è tra i propositi del neonato Centro Teatrale. Dalle Marche al mondo?

Roberto Danese

Come Direttore del Centro Internazionale di Studi Plautini considero l’istituzione del Centro Teatrale Universitario Cesare Questa come la naturale prosecuzione, nel nome di uno degli studiosi più importanti dell’ambito umanistico urbinate, di un percorso che ormai da quaranta, cinquant’anni si sta facendo nel nostro Ateneo a più livelli. A livello di ricerca scientifica e anche a livello di trasformazione dei risultati della ricerca scientifica in prodotti culturali veri, che possano essere immessi in un sistema e anche in un mercato nazionale e internazionale.
Adesso che le esperienze pregresse si sono istituzionalizzate in un organismo – quello del CTU – che è parte dell’Università di Urbino, ci piacerebbe legare il valore scientifico, artistico e culturale di queste nostre attività con quello di altri centri teatrali universitari italiani definiti da una linea di ricerca simile alla nostra che parta dal teatro antico. Per questo abbiamo avviato una serie di collaborazioni con altri Atenei, con l’obiettivo di creare una rete nazionale di federazione fra CTU italiani, coordinata dalla Carlo Bo. Altri progetti in fase di sviluppo potrebbero, inoltre, portare collegamenti internazionali ed esportare il nostro lavoro in Europa e anche fuori.

Quali sono le attività di ricerca, di formazione e di produzione che assicurano la partecipazione attiva e diretta dei nostri studenti all’esperienza teatrale?

Michele Pagliaroni

Nel laboratorio di Teatro gli studenti sono guidati verso una conquista progressiva delle capacità espressive del proprio corpo e sono incentivati a coltivare la propria emotività; sono inoltre invitati a riflettere sul valore politico del rito teatrale attraverso una linea pedagogica incentrata sui meccanismi drammaturgici del teatro antico e sui caratteri peculiari della Commedia dell’Arte. Il laboratorio di Traduzione Culturale – e il suo rapporto diretto con il laboratorio di Teatro – rappresenta il principale elemento di originalità del CTU Cesare Questa. Nel laboratorio si affrontano tutti gli aspetti della traduzione letteraria, con particolare attenzione al testo plautino; gli allievi hanno la possibilità di vedere vivere sulla scena le parole da loro tradotte, così da avere un riscontro immediato dell’efficacia del proprio lavoro. Un’occasione di formazione umana e professionale unica nel panorama italiano.

Il nuovo anno è alle porte, siamo curiosi di conoscere le novità della prossima stagione teatrale universitaria.

Michele Pagliaroni

Per il 2017 il CTU Cesare Questa sta lavorando a uno spettacolo incentrato sulla figura di Raffaello Sanzio che vedrà le importanti collaborazioni dell’Accademia Raffaello, dell’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo, del Comune di Urbino, di AMAT e che debutterà il 23 marzo nella stagione del Teatro Sanzio di Urbino.
Inoltre nell’autunno del 2017 inizieranno i lavori per una nuova produzione del Miles Gloriosus di Plauto con la prestigiosa regia di Carlo Boso, regista di fama internazionale e Direttore dell’Acadèmie Internationale des Arts du Spectacle di Parigi. Questi spettacoli saranno portati in scena da una compagnia formata da attori professionisti e da allievi del CTU. Alla base di questo progetto, infatti, c’è l’idea di costituire una compagnia teatrale stabile che possa percorrere il doppio canale del circuito universitario e di quello professionale, dando così una concreta possibilità di formazione agli studenti che vogliano intraprendere il mestiere del Teatro.

Talentuosi, ironici, rigorosi, appassionati, garbatamente sopra le righe, siete un gruppo davvero straordinario. Cosa vi unisce?

Michele Pagliaroni

Il CTU Cesare Questa è nato dall’incontro di esperienze e professionalità differenti e nel tempo si è fatto carico di molteplici significati artistici, poetici e politici, ognuno dei quali meriterebbe di essere qui esposto; ma penso che tutti si possano riassumere in un unico propositum: dare agli allievi gli strumenti per costruire la propria visione della società, insistendo sull’idea che un gruppo di persone che si muove insieme facendosi carico di un messaggio di morale e bellezza sia l’unica rivoluzione di cui oggi abbiamo bisogno.

Contatti: ctu.cesarequesta@uniurb.it,  pagina facebook. 

Immagine in evidenza: Alessandro Brugnettini.

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