Libro sul comodino: Teoria generale dell’occupazione, dell’interesse e della moneta di Keynes. Prossimo libro sul comodino: un volumetto sulle cause dei crack bancari. È la trama estiva di Michela Paiardini, studentessa meritevole della Carlo Bo, iscritta al corso di laurea triennale in Economia Aziendale (oggi Economia e Management). Una breve descrizione della sua passione per la contabilità che non avrebbe bisogno di addizioni. Eppure abbiamo voluto capire di più, farla parlare di sé e del futuro visto dalla cima audace dei suoi 22 anni.

A quale anno sei iscritta?

Al terzo, a breve dovrei terminare.

Hai scelto di studiare a Urbino perché…?

Mi è piaciuto il curriculum di Economia Aziendale, è ciò che cercavo. Affronta tutti i campi dell’economia. Si tratta di matematica generale, finanziaria, di diritto, di storia economica, di ragioneria, di programmazione e gestione aziendale. Un’apertura del genere è utile soprattutto a chi non viene da una formazione specifica. In questo modo chiunque riesce a comprendere se ci può essere feeling con il corso. È un bel vantaggio! Per me che vedo bilanci dai tempi delle superiori è così. Il curriculum ha poi altre note positive.

Quali?

Lo schema prevede 7 o 8 esami l’anno. Poi però il terzo anno hai a disposizione 12 crediti formativi universitari che puoi acquisire in diversi modi: partecipando a seminari oppure sostenendo altri esami.

Tu che cosa hai preferito?

Ho sostenuto un esame da 6 crediti e seminari formativi per gli altri 6 crediti. Ho attinto dal curriculum della Scuola di Economia inserendo nel mio piano di studi Economia e Politica Monetaria. Era l’insegnamento che mi interessava per completare il mio percorso, per approfondire i miei interessi.

Come fa l’economia a catalizzare in questo modo le tue energie?

La mia passione non è genericamente per l’economia, diciamo che ho un debole per la gestione dei conti aziendali. Sono una persona schematica, pignola (non su tutto tutto eh!), che ha bisogno di avere il controllo delle cose, di organizzare. Far quadrare i conti fa parte forse di questa mia caratteristica. Sin dalle scuole medie ho capito di avere un buon rapporto con i numeri e l’algebra. All’Istituto Tecnico Commerciale ne ho avuto la conferma: se faticavo ad imparare a memoria una poesia, la soluzione di un problema mi richiedeva solo pochi minuti.

Cosa desideri per il tuo futuro?

Desidero realizzarmi. Non sarebbe male diventare commercialista oppure lavorare presso un istituto bancario. Ovvio, l’essenziale per me è rimanere in ambito economico-finanziario. Prima però voglio concentrarmi sul mio percorso di studi.

Dopo la laurea triennale che cosa hai intenzione di fare?

Proseguirò, mi iscriverò ad una magistrale. Ma devo ancora valutare molte cose.

Quale suggerimento puoi dare a un collega alle prime armi?

Per il primo anno consiglio una dose massiccia di informazioni (il portale uniurb.it è un ottimo strumento). L’obiettivo deve essere un buon piano di studi. Aggiungerei: scegliete con cura gli insegnamenti opzionali, pensando alla vostra crescita formativa e non al monte crediti da raggiungere!

Hai mai messo piede in uno studio commerciale?

Ho avuto la possibilità di fare stage e tirocini in uno studio, già dalla terza superiore ho iniziato a sperimentare più da vicino la professione. La mia passione probabilmente ha radici da queste parti. Durante gli anni universitari ho fatto un tirocinio formativo: l’Università ti dà conoscenze e competenze.

Bilancio?

Molto positivo, ho imparato cose nuove e consolidato le conoscenze che avevo.

Com’è il rapporto con i docenti?

Sono soddisfatta, c’è molta disponibilità. Comunicare con i professori è facile: ho molto apprezzato la piattaforma Moodle che consente la condivisione del materiale didattico e permette di essere aggiornati sugli orari delle lezioni anche tramite la mail personale.

Quali sono i tuoi hobby?

Mi piace leggere (libri economici, non romanzi!) e mi piace giocare a pallavolo.

Fai attività extracurriculari?

Mi sarebbe piaciuto seguire le lezioni del Centro Linguistico di Ateneo. Purtroppo non ci sono riuscita per ragioni di tempo.

Che cosa senti di aver ricevuto dall’Università?

Mi ha confermato nella mia passione, mi è servita per avere nuovi stimoli. L’Università è il luogo del confronto, è l’incrocio di tante esperienze diverse tra loro, di viaggi, amicizie, obiettivi, è l’habitat naturale delle opportunità.

Se ti fosse data la possibilità di rimettere le lancette dell’orologio a tre anni fa rifaresti le stesse scelte?

Assolutamente sì.

 

Immagine in evidenza: Donatello Trisolino.

 

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