Si sono concluse ieri le due giornate di studio organizzate dalla Carlo Bo in collaborazione con il Mediterranean Studies Group della Hitotsubashi University di Tokyo. 15 i papers presentati, 7 i docenti degli Atenei di Tokyo, Nagoya e Kyoto, 6 gli studiosi italiani, 2 i rappresentanti della Farnesina e della Rete italiana Dialogo Euro-Mediterraneo (RIDE-APS) intervenuti al Workshop The Mediterranean as a plaza ideato e coordinato da Liana Lomiento, Professoressa Ordinaria di Lingua e Letteratura Greca e Delegato Rettorale per l’Alta Formazione dell’Università di Urbino.

La Signora Kimie Kato durante la cerimonia del tè

“Trovo singolare e significativo – ha spiegato il Delegato – che colleghi del Pacifico, eredi di una cultura forte e antica, dedichino la propria attività di ricerca allo studio di un’altra area di civiltà del mondo, quella Mediterranea, anch’essa centrale nella storia dell’umanità”.
Non meno singolari e significative le opportunità di interazione che hanno incoraggiato il progetto dell’evento: “qualche tempo fa Vaios Vaiopoulos, collega della Ionian University di Corfu – un Ateneo che con il nostro ha attivato un partenariato Erasmus – mi ha segnalato le molte attività del Mediterranean Studies Group. Mi sono documentata e ho pensato di dare avvio a questa iniziativa che per la nostra Università è un’occasione importante di internazionalizzazione. Tra l’altro, come antichista e grecista, il clima culturale mediterraneo mi è estremamente congeniale”.

Molteplici i livelli di indagine portati in campo nel corso del workshop che ha fatto leva su una varietà di suggestioni delineando, per questa via, il proprio carattere di fondo “non a tema” e il peso specifico delle singole ricerche.
Segnaliamo – con molto orgoglio – i contributi di tre dottorandi del nostro Ateneo, due grecisti e un sociologo della comunicazione, “che hanno avuto occasione di presentare i loro papers di fronte a un uditorio composito, competente, e internazionale”.

INTERVENTI IN PROGRAMMA

22 March 2018

VATTANI Mario Andrea (Ministry of Foreign Affairs, Rome) The Asia-Mediterranean connectivity issue: reshaping maritime routes and strategies, from “Belt and Road” to “Free and Open Indo-Pacific”

OTSUKI Yasuhiro (Hitotsubashi University, Tokyo) Byzantine Emperor’s concept of the World: On Constantine VII’s De administrando imperio

GILIBERTI Giuseppe (University of Urbino Carlo Bo) The origins of trade in Roman jurists’ thought

USUKI Akira (Japan Women’s University, Tokyo) The First Japanese Catholic that made a Pilgrimage to Jerusalem: A Case of Petro Kibe (1587-1639)

DI VIRGILIO Loredana (PhD, University of Urbino Carlo Bo) Laughing with ancient Greeks. Examples of comic use of metres and sounds in Aristophanes

BUCCERONI Lorenzo (PhD, University of Urbino Carlo Bo) Traveling Poets in the Mediterranean Sea: the Routes of Anacreon of Teos

FORTE Gabriele (PhD, University of Urbino Carlo Bo) #mediterraneansea. Representations of Mediterranean Sea on Instagram

MEDICI Annamaria (University of Urbino Carlo Bo) A sea change in Mediterranean connectivity: The Maghrib and the fall of Saharan networks (18th-20th c.)

23 March 2018

KATO Hiroshi (Hitotsubashi University, Tokyo) Egyptian Ports in the Local and World Economies in the End of 19th century

TAKENAKA Katsuyuki (Aichi Prefectural University, Nagoya) Reconstructing Post-crisis City as a Space of Public Domain: a Case Study of a Medium-Sized Catalan Town, Falset

MOLINARO Enrico (Segr. Gen. Rete Ital. Dialogo Euro-Mediterraneo -RIDE-APS) The Euro-Mediterranean Dialogue starts from collective identities the innovative role of the Italian Network in the Anna Lindh Foundation

KUMAKURA Wakako (Waseda University, Tokyo) Irrigation and Agriculture of Medieval Buheira in a Time of Crisis

DAL BORGO Michela (State Archive of Venice, Italy) Fonti e documenti dell’Archivio di Stato di Venezia per la storia dell’alimentazione dei monasteri della Repubblica di Venezia (secoli XV-XVIII)

IIDA Miki (Senshu University, Tokyo) The Silk Textile Industry of the Venetian Mainland and the fairs of Adriatic Coast during the Early Modern Period

HORII Yutaka (Doshisha University, Kyoto) The Bailo and the Venetian Administration in the Ottoman Empire in the Middle of the Sixteenth Century

La Signora Kimie Kato durante la cerimonia del tè

Sorprendente anche l’intermezzo del tea break: vero e proprio fatto culturale meritevole di esplorazione a Occidente, che è parso inquadrarsi senza soluzione di continuità nell’architettura più ampia dei lavori, assumendo contorni di straordinaria intensità. I ramoscelli di sakura, le tazze di smalto pastello, l’obi stretto intorno al kimono antico della signora Kato e, nel silenzio, i gesti lenti e uguali del cha no yu.
“La cerimonia del tè è un’occasione rituale molto importante per il popolo giapponese. È un onore davvero particolare nei confronti del nostro Ateneo: per la prima volta, infatti, gli studiosi del Mediterranean Studies Group l’hanno offerta nella circostanza di un workshop italiano”.
Un rito sociale, di fatto, che nella sintesi dei suoi valori estetici ed etici, è ricerca interiore e trasmissione di conoscenza nell’incontro e nella “comunione” con l’altro. Tokyo incontra Urbino. Appunto.

“Non si è trattato di un workshop a tema. Ai colleghi giapponesi interessa tutto ciò che attiene alla civiltà mediterranea, tant’è che gli argomenti esposti, quasi tutti di interesse storico, sono stati i più vari, per un arco temporale assai esteso che da Omero si estende fino al presente. Un insieme composito, che a noi forse dà l’impressione di “una macedonia” di contenuti e che loro percepiscono, invece, cogliendone tutta la speciale unità. Ed è interessante che proprio attraverso il loro sguardo, attraverso i loro occhi lontanissimi, noi impariamo ad osservarci più a fondo.
Ieri, a cena, un collega mi ha detto: è impressionante come in Italia, in luoghi anche molto vicini tra loro, il cibo sia diverso… ma, senta, lei mi sa dire cos’è italiano? Io ho risposto: è la lingua, forse, uno stile… però poi ci ho riflettuto e mi sono resa conto che se osservo dal di fuori vedo cos’è italiano, se osservo dal di dentro colgo tante differenze. Quindi, il senso di questa esperienza è stato questo, guardarci con occhi nuovi per scoprire un’unità dove vedevamo solo conflitto e differenza”.

Il primo summit Uniurb-Mediterranean Studies Group si conclude, quindi, nel segno della continuità e della percezione stratigrafica delle cose della storia e della cultura, ossia dell’interezza e dell’unicità della conoscenza, che è prerogativa di ogni civiltà.
“Il collega Hiroshi Kato, che con me ha progettato l’evento, ha insistito su questo nel chiudere il seminario: anche se si parte da punti di vista lontani, ha detto, anche se può non raggiungersi un accordo, occorre continuare il dialogo, in un processo che non ha fine.
Pertanto, anche con il Professor Giuseppe Giliberti, che ha molto contribuito all’organizzazione del seminario, cercheremo di dare seguito a questa collaborazione in più direzioni (e certamente pubblicando gli Atti del Convegno nella collana Epheso, diretta dallo stesso Giliberti) per traghettare Urbino in una rete sempre più internazionale ed extra-mediterranea”.

 

Immagini: Tianshu Liu, Emanuele Maffei.

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