La prima tesi di laurea della magistrale in Lingue Straniere e Studi Interculturali, curriculum Interkulturelle Personalentwicklung und Kommunikationsmanagement (DODI), è stata discussa da Letizia D’Amico lo scorso 13 febbraio. A lei abbiamo chiesto di raccontare il percorso formativo organizzato dalla Carlo Bo in collaborazione con l’Università “Friedrich Schiller” di Jena.

 

Letizia, perché hai scelto di iscriverti al corso di laurea magistrale in Lingue Straniere e Studi Interculturali della Carlo Bo?

Dopo la laurea triennale in Mediazione linguistica all’Università di Trento, mi sono concessa una pausa di un anno in Germania – a Jena per la precisione – dove ho lavorato in un albergo come receptionist e ho continuato a studiare la lingua tedesca e a praticarla ogni giorno.
In quel periodo, tramite l’Università di Jena, sono venuta a conoscenza della magistrale in Lingue Straniere e Studi Interculturali e, in particolare, del curriculum DODI organizzato con l’Università Urbino, e ho pensato fosse il percorso più adatto alle mie esigenze di studio.

Per quali caratteristiche consideri questo percorso funzionale al raggiungimento dei tuoi obiettivi di studio e professionali?

La possibilità del doppio titolo, quindi di due diplomi di laurea, uno italiano e uno tedesco, mi offre la doppia opzione di lavorare in Germania e in Italia.
Si tratta, inoltre, di un percorso interdisciplinare che tocca diversi argomenti. Ad esempio, durante il primo anno in Germania gli insegnamenti si focalizzano soprattutto sui temi delle risorse umane e dello sviluppo del personale, mentre le materie del secondo anno a Urbino si orientano più verso la comunicazione e il marketing, sempre in ambito interculturale e internazionale.
In futuro mi piacerebbe utilizzare queste conoscenze e lavorare in un’organizzazione internazionale non profit, per provare a fare anche del bene.

L’accesso alla magistrale prevede un colloquio di selezione e un test di verifica del livello delle conoscenze linguistiche e delle conoscenze di base specifiche del settore scientifico-disciplinare. Vuoi parlarci di questo primo step?

Per affrontarlo ho dovuto studiare e prepararmi come per un esame normale.
È una prova complessa, ma fondamentale per affrontare il primo anno di studio in Germania, durante il quale non solo le lezioni da seguire sono in tedesco, ma anche tutti gli esami da sostenere. Una partenza impegnativa che non può scoraggiare chi vuole dedicarsi con determinazione e passione a ciò che studia e vuole raggiungere il proprio obiettivo!

Esatto. Non a caso hai superato la prova! Dopodiché hai frequentato il primo anno di studio a Jena.

Sì e ti assicuro che studiare in Germania non è stato facilissimo.
Le difficoltà riguardavano soprattutto le lezioni, perché nonostante avessi raggiunto un buon livello di tedesco, prendere appunti, seguire il docente che spiegava in un’altra lingua e mantenere alta l’attenzione non era semplice.

 

Tra l’altro, ho dovuto abituarmi a un sistema didattico del tutto nuovo per me. Le lezioni sono organizzate in maniera diversa rispetto all’Italia; sono seminari durante i quali si approfondiscono, si rielaborano e si discutono, anche attraverso lavori di gruppo, le teorie che si studiano a casa. Terminate le lezioni si presenta una tesina, oppure si sostiene un esame scritto o orale.

Seconda prova superata!

Nonostante le difficoltà iniziali sono riuscita a entrare nel meccanismo. Ho dovuto metterci tanto impegno, ma sì, sono riuscita a vincere la sfida!

Raccontami il secondo anno di studio a Urbino.

Sono stata contenta di tornare in Italia, Urbino è una città bellissima!
Ho fatto presto ad ambientarmi; ho conosciuto le mie compagne di corso e sono entrata subito in sintonia con loro. La stessa cosa è successa con i docenti, sempre ben disposti rispetto alle esigenze di noi studenti.

 

Terminati gli esami del secondo anno, sono partita per uno stage non obbligatorio che ho scelto di fare come ulteriore esperienza sul campo.
Approfittando dell’opportunità dell’Erasmus+ Traineeship che offriva una borsa di studio, l’ho svolto per tre mesi circa presso la Camera di Commercio Italiana per la Germania, a Francoforte. Un’esperienza importante che mi ha permesso di approfondire il tema della comunicazione interculturale e della gestione dei rapporti tra aziende italiane ed estere che avevo studiato a Urbino.

Tre suggerimenti per gli studenti che si iscriveranno alla magistrale in Lingue Straniere e Studi Interculturali e sceglieranno il curriculum DODI.

Prima di partire, suggerisco loro, di informarsi sui vari gruppi che organizzano attività per gli studenti internazionali, perché danno supporto e informano sugli aspetti burocratici, sull’organizzazione delle facoltà o della mensa e consigliano cosa fare e cosa vedere nel tempo libero.

 

Arrivati a Jena, consiglio di affidarsi ai tutor volontari che l’Università mette a disposizione degli studenti stranieri in arrivo. Sono ragazzi e ragazze che ti accolgono quando scendi dal treno e ti accompagnano in tutta la fase di accoglienza e di inserimento nella città.

 

E consiglio anche di non mancare alla prima giornata di lezioni, durante la quale tutti i docenti delle materie principali aiutano i nuovi studenti a conoscersi tra loro e a sviluppare un piano di studi adatto al proprio profilo e ai propri interessi.

A cinque mesi dalla laurea magistrale come procede la costruzione del tuo futuro professionale?

Dopo la laurea magistrale ho inviato il curriculum principalmente in Germania e ho ricevuto varie proposte. Tra queste, mi ha incuriosito molto un tirocinio di sei mesi, full time, in un’azienda che si occupa di online marketing. Ci ho riflettuto un po’ e ho accettato con grandissimo entusiasmo, per varie ragioni. Sicuramente perché è in linea con la comunicazione internazionale e interculturale che è il mio obiettivo professionale, tra l’altro in un ambito – quello del web – che non avevo ancora esplorato. Quindi il vantaggio è doppio.

 

E poi perché si tratta di un’azienda conosciuta che garantisce una buona retribuzione – molto vicina a quella di uno stipendio standard – e ottime prospettive di assunzione. Ma questo è un aspetto, al momento, secondario in quanto nei prossimi due anni mi piacerebbe tentare altre esperienze, così da avere un’idea più chiara delle possibilità lavorative e trovare una strada professionale che sia davvero mia!

 

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