Chiara Cintelli è nata nel 1998, è una studentessa della Generazione Z. Frequenta il secondo anno del corso di laurea triennale in Scienze Giuridiche per la Consulenza del Lavoro e la Sicurezza dei Lavoratori. Dalle scienze umane, dopo la maturità, è passata allo studio del diritto, in un battito di ciglia. Eppure, un attimo prima, le sembrava tutto così poco interessante! È bastato capire, ascoltare per cambiare il suo stato: da annoiata a innamorata. Ci ha raccontato la storia di questa mutazione.

Due anni sono sufficienti per esprimere una valutazione.

Più che sufficienti, anche perchè ho avuto la possibilità di far parte della Commissione Paritetica, del Consiglio e di presiedere le assemblee studentesche. Tutto ciò mi ha permesso di dialogare con docenti e studenti, ascoltarne le esigenze, le proposte, le critiche.

Struttura, esami, obiettivi, prospettive occupazionali. Che cosa ti ha attratto del tuo corso?

Premetto: vengo da studi umanistici, ho frequentato il liceo delle Scienze Umane e fino all’anno scorso non avevo mai sentito parlare di diritto. Anzi, lo avevo sempre ritenuto una disciplina noiosa. Poi però, finita la maturità, la mia visione è cambiata, totalmente.

Come?

Ho conosciuto questa triennale grazie ad una ragazza e me ne sono innamorata immediatamente. È un corso con tante materie, che affronta molti ambiti della vita quotidiana (privata, pubblica, psicologica, socio-economica, commerciale etc.). In particolare si concentra sui temi del lavoro, della salute e sicurezza dei lavoratori.

Qualche aggettivo per descrivere la triennale in Scienze Giuridiche?

Intrigante, attuale, concreta, non aleatoria.

Quanti sono gli esami da sostenere?

20 in totale, comprese due materie a scelta. Il piano degli studi è molto trasversale e oggi il mercato del lavoro richiede proprio questo. Servono figure tecniche, che abbiano quindi competenze specifiche; ma al tempo stesso flessibili: problem solvers capaci di ascolto, di dialogo, di lavorare in team.

L’elemento trainante?

Le tante prospettive occupazionali.

Che farai dopo la triennale?

Farò praticantato affiancata da un Consulente del Lavoro per un anno e mezzo per poter sostenere l’esame di accesso all’Albo professionale. Ma l’obiettivo finale è ricoprire ruoli apicali nell’ambito della pubblica amministrazione.

Che cosa ti interessa della PA?

La possibilità di fare la mia parte per il bene comune. Mi interessa l’idea di essere responsabile, affidabile, nella gestione dell’organico e delle spese affinché tutto funzioni. Questo corso mi ha insegnato una cosa molto importante.

Cosa?

Che nell’ambito della salute e della sicurezza sul luogo di lavoro un’omissione, una piccola imprudenza, una negligenza possono portare al disastro.

Definizione tua di lavoro.

Il lavoro, secondo me, è uno strumento per raggiungere l’autonomia economica e, soprattutto, personale. Il lavoro ti aiuta a scegliere, ti libera dai condizionamenti, ti permette di misurare le tue capacità. Qualcuno (Confucio, ndr) ha detto “scegli un lavoro che ami e non dovrai lavorare neppure un giorno in vita tua”. È così e il lavoro è la possibilità di lasciare traccia di ciò che siamo.

Un motivo per cui vale la pena intraprendere questo percorso formativo.

Alla base di tutto c’è la passione.

Oltre la passione?

Il Consulente è molto importante per un datore di lavoro. Direi fondamentale in ambito giuslavoristico e in materia di salute e sicurezza. Il lavoro ha bisogno di consulenti! Una info in più sulla triennale: la didattica prevede anche un corso di formazione per Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione (o di Addetto al Servizio Prevenzione e Protezione), gratuito per gli studenti iscritti alla triennale, a pagamento per gli esterni. Si tratta di due moduli che consentono di ricoprire questa funzione, obbligatoria all’interno di qualsiasi azienda.

Hai fatto soggiorni all’estero, partecipato a tirocini o altro?

L’anno scorso ho partecipato all’UniurBuddy Programme e ho aiutato delle ragazze spagnole a integrarsi nella nostra Università.

C’è una lezione, un manuale, un testo, una conferenza alla quale hai assistito e che ha cambiato il tuo modo di pensare, il tuo senso critico?

Bella domanda. Direi il decreto legislativo 81 del 2008, la bibbia degli studenti di questo corso. C’è il mondo: viene sottolineata l’importanza di mantenere salubri i luoghi di lavoro, di adottare misure di protezione e prevenzione per garantire il benessere psico-fisico dei lavoratori, di proteggere le categorie deboli (donne in gravidanza, minori etc.), di garantire l’interazione fra lavoratori e direzione aziendale. La persona è al centro dei processi produttivi, al centro dell’ambiente di lavoro.

Prova a descrivere il selfie che potrebbe riassumere questi due anni di Università.

Aula magna di Palazzo Battiferri, cerimonia di consegna del premio Studenti Meritevoli. Tanta gente: genitori, fidanzati, fidanzate, colleghi. Lì ho capito che dedizione, determinazione, costanza mettono a tacere chi ti scoraggia e che gli ostacoli servono, eccome! Ti fortificano, ti fanno crescere, in realtà ti avvicinano ai tuoi obiettivi. Tornata a casa mi sono guardata allo specchio e mi sono detta: “Chiara, sei una persona di valore, continua così”.

 

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