La primavera urbinate del 2019 ha inaugurato l’International School on Gravity from Earth to Space organizzata dalla Sezione di Fisica del Dipartimento di Scienze Pure e Applicate di Uniurb in collaborazione con l’Albert Einstein Institute di Hannover. Sulla scia dell’unanime consenso segnalato dai report di riferimento, facciamo il punto sull’esperienza formativa raccogliendo le opinioni di coordinatori e speakers.
È la prima scuola – ha spiegato Catia Grimani, docente di Fisica Sperimentale della Carlo Bo e coordinatrice del corso – che si pone l’obiettivo di riunire i giovani ricercatori che partecipano a vario titolo alle attività sperimentali, teoriche e multimessenger nelle comunità scientifiche afferenti agli esperimenti sulla gravità e a quelli per la rivelazione di onde gravitazionali con interferometri a terra e nello spazio”.

Quarantaquattro sono stati i partecipanti – dottorandi, post docs e ricercatori – provenienti da tutto il mondo; un’adesione rilevante di cui va senz’altro evidenziata la folta rappresentanza femminile in controtendenza rispetto al dato mondiale Unesco che indica una percentuale limitatissima di studentesse e ricercatrici presenti e attive nei settori STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica).

Fondamentale l’esito che riguarda la qualità e il gradimento degli interventi portati in campo dall’eccellente team di esperti. Lo conferma Gianluca Guidi, docente di Fisica Sperimentale della Carlo Bo e coordinatore del corso, che commenta: “la Scuola si è avvalsa del contributo di relatori di alto livello venuti sia dall’Albert Einstein Institute di Hannover, sia dalle comunità comunità LISA e Virgo di Trento, Milano, Roma e Urbino che hanno restituito, ognuno per il proprio ambito di competenza, lo stato dell’arte della ricerca sulle onde gravitazionali. Un’opportunità considerevole per i giovani che hanno aderito all’iniziativa”.

Al di là degli indicatori, un ulteriore dato da sottolineare – conseguente all’iniziativa – è la stretta collaborazione dei fisici dell’Università di Urbino impegnati rispettivamente negli esperimenti Virgo e LISA.
Per intenderci, Virgo è l’interferometro della collaborazione LIGO-Virgo che ha firmato la recente scoperta delle onde gravitazionali. È una grande antenna laser collocata sulla superficie terrestre, per la precisione a Cascina, in provincia di Pisa.
LISA (Laser Interferometer Space Antenna) è l’osservatorio dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) per la rivelazione delle onde gravitazionali nello spazio. Sarà in orbita nel 2034 e potrà osservare onde gravitazionali di “bassa frequenza”, non rivelabili attraverso dispositivi terrestri.
Concludendo, se i nostri modelli di conoscenza sono ormai proiettati al di là dei tradizionali confini di spazio e tempo, i luoghi della trasmissione e della condivisione dei saperi auspichiamo siano invece, per lungo tempo ancora, luoghi fisici; spazi splendidamente emblematici della conoscenza che producono. Tant’è che per le prossime edizioni dell’International School on Gravity from Earth to Space non possiamo che augurarci: Hannover nel 2020 e Urbino, di nuovo, nel 2021!

 

Gli speakers intervistati

 

Stefano Vitale, Chair of the Science Programme Committee – ESA
Professore di Fisica Sperimentale – Università di Trento

L’Europa ha avuto grandi successi recentemente facendo volare una missione rivoluzionaria che si chiama Lisa Pathfinder in cui il team italiano ha giocato un grande ruolo, e nel team italiano una presenza importante è stata quella del gruppo INFN dell’Università di Urbino.
Questa missione europea ha dimostrato la possibilità di mettere in orbita tra una decina di anni un grande osservatorio di onde gravitazionali nello spazio, uno strumento estremamente più potente di quelli terrestri che vedrà tutto l’Universo e tutti gli avvenimenti più catastrofici che hanno portato all’Universo com’è ora.

 

Ovviamente queste imprese spaziali sono di lungo periodo; si fanno con la gente giovane; si cerca di raccogliere intorno a queste imprese le più brillanti menti giovani che l’Europa e il mondo mettono a disposizione. E le scuole come questa, organizzata dall’Università di Urbino e dal Max Planck di Hannover, sono momenti fondamentali per riuscire a reclutare questi giovani e a reclutare, soprattutto, il loro entusiasmo intorno a queste imprese mondiali e di portata storica.
Quindi siamo molto grati all’Università di Urbino e alla professoressa Catia Grimani di aver creato questa magnifica opportunità.

Monica Colpi, Professoressa di Astrofisica stellare e Astrofisica relativistica – Università di Milano Bicocca

Il bilancio della prima edizione della Scuola è estremamente positivo. Gli studenti sono stati esposti a diversi, importanti temi della nascente astronomia multi-messaggera. Hanno potuto avere una visione di insieme completa delle diverse tematiche che caratterizzano questa nuova disciplina. Mi auguro che per gli allievi sia stata un’occasione per comprendere come grazie alla loro professionalità, esperienza e studio si potrà osservare l’Universo Gravitazionale sia da Terra, sia dallo Spazio. Un Universo ricco di nuove sorgenti, mai osservate prima.

 

I temi trattati in ambito astrofisico sono stati molteplici e fra loro differenti, ma tutti posseggono un comune denominatore: la verifica della teoria della Relatività Generale, pilastro per la comprensione dell’Universo. Gli studenti teorici hanno potuto apprezzare l‘importanza della tecniche di analisi e di rivelazione del segnale. Mi auguro che sia stata per loro un’occasione di crescita e di condivisione di esperienze diverse. Questo è stato possibile grazie alla perfetta organizzazione di Catia Grimani e Gianluca Guidi.

Antonio Capone, Professore di Fisica – Università Sapienza di Roma.

La nostra conoscenza dell’Universo, della sua formazione, delle leggi che lo governano è basata sulla osservazione di fenomeni naturali: la luce generata nel sole e nelle stelle, la luce riflessa dalla luna e dai pianeti ne sono un esempio e costituiscono le basi dell’astronomia. Oggi sappiamo che in alcuni corpi celesti possono avvenire fenomeni che originano i raggi cosmici (le stesse particelle elementari e i nuclei che costituiscono la materia ordinaria), la radiazione elettromagnetica di bassa e alta energia, onde gravitazionali.

 

La recentissima rivelazione di onde gravitazionali ha finalmente permesso di verificare che nell’Universo continuano ad avvenire fenomeni estremamente energetici, come la coalescenza di due corpi celesti in un unico corpo celeste. Tali fenomeni hanno la proprietà di generare non solo le onde gravitazionali, ma anche raggi cosmici e, in generale, particelle elementari di altissima energia: tanti “messaggeri” che provengono dall’universo lontano e che ci permettono di identificare la loro origine. L’osservazione contemporanea di questi “messaggeri”, possibile grazie a misure effettuate da tanti diversi apparati sperimentali, permetterà di svelare i meccanismi che caratterizzano l’evoluzione delle “sorgenti” più attive e più energetiche dell’universo.

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