Il 26 giugno Paul Muldoon, poeta e Premio Pulitzer (2003), ha ricevuto il Sigillo di Ateneo dell’Università di Urbino nella Sala della Tartaruga di Palazzo Passionei. La sua carriera letteraria, introdotta da Salvatore Ritrovato, docente della Carlo Bo, è stata anche il tema della conversazione con Luca Guerneri, traduttore e ricercatore dell’University College London.

Nel corso della cerimonia il Centro Teatrale Universitario Cesare Questa ha curato la lettura di testi editi e inediti. In serata il poeta irlandese, testimoniando la sua grande passione per la musica, si è esibito con il gruppo blues The black cat trio nel Cortile del Collegio Raffaello, in piazza della Repubblica.

Uniamo lo ha intervistato, chiedendogli di Leopardi, dell’infanzia e del rapporto, sempre molto dibattuto, fra canzone e versi.

La motivazione del conferimento del Sigillo letta dal Rettore Vilberto Stocchi

Voce di assoluto rilievo del panorama letterario a livello internazionale, definito dal Time Literary Supplement  “il più significativo poeta di lingua inglese nato dopo la seconda guerra mondiale”, Paul Muldoon, originario di Portadown, città nordirlandese sulle rive del Bann, cresce in una famiglia di confessione cattolica aderendo al Belfast Group che annoverava tra gli altri Seamus Heaney, di cui diventa allievo alla Queens’University. Consacrato già dalla prima plaquette come voce inedita della letteratura anglofona, Muldoon unisce la sensibilità cattolica nordirlandese alla più alta tradizione artistica inglese.

Dopo un’esperienza come produttore alla BBC e il successivo trasferimento negli States, nel 2003 ottiene il prestigioso Premio Pulitzer per la Poesia. Un’attività multiforme, la sua, che lo ha condotto a scrivere testi per canzoni, libri per l’infanzia e a raccogliere nel 2006 in The End of the Poem gli elaborati di conferenze tenute a Oxford come professor of poetry. L’attenzione per l’alterità e il suo fine umorismo, le acrobazie verbali ingabbiate da ragionate impalcature metriche riaffermano nella sua poetica il principio di una resistenza umanistica che punta all’esigenza di accordare nuova centralità alla parola. Munito di un furor divino capace di dare tempo e spazio al sacro, Muldoon amplia il proprio spettro espressivo escogitando giochi di rima, rielaborando la tradizione poetica con una sapiente intrusione dell’antico nel moderno ed affermandosi come “uno dei più grandi poeti degli ultimi cento anni”: la critica è concorde nell’affermare che solo uno come Yeats, prima di lui, avrebbe potuto scrivere con una “furia altrettanto misurata”.

Numerose sono le sue raccolte in versi, alcune antologizzate in italiano con il titolo Poesie nella collana dello Specchio, Mondadori (2008). L’edizione aggiornata dei Selected Poems 1968-2014, libro complessivo della sua opera in versi – a cui si aggiungono One Thousand Things Worth Knowing e il recentissimo Superior Aloeswood – ci consente di venire a contatto con una più che quarantennale attività poetica, punteggiata da una serie impressionante di riconoscimenti prestigiosi che nel corso degli anni gli sono stati attribuiti: il Shakespeare Prize, il T.S. Eliot Prize, il Griffin Poetry Prize, il Guggenheim Fellowship per le arti creative (USA e Canada), il Geoffrey Faber Memorial Prize. Proprio recentemente Muldoon è stato ricevuto dalla Regina d’Inghilterra Elisabetta II che gli ha attribuito per il 2017 la prestigiosa Queen’s Gold Medal for Poetry, coniata per l’incoronazione di Re Giorgio V nel 1911.

Da molti anni ormai Muldoon vive nel New Jersey, ove è professore di Scienze Umane e Presidente del Centro per le Arti creative e performative dell’Università di Princeton. Per queste motivazioni, l’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo – sempre attenta a riconoscere coloro che con la loro opera abbiano tenuto alti i valori a cui essa da sempre si ispira – ha deciso di attribuirLe il suo massimo riconoscimento: il Sigillo d’Ateneo.

 

Pin It on Pinterest

Share This