Per parlare del corso di laurea in Scienze Geologiche e Pianificazione Territoriale abbiamo intervistato non uno, ma due studenti Uniurb: Andrea Buresta e Larissa Giovagnoli. Entrambi al primo anno, entrambi con un chiodo fisso in testa: capire come funziona davvero il Pianeta Terra.

Andrea, sei iscritto a Scienze Geologiche e Pianificazione Territoriale. Perché?

Mi piace la natura, sin da bambino amo raccogliere minerali e rocce. Ho una collezione di pietre. Diciamo che questo corso di laurea mi rispecchia tantissimo. Sapevo che cosa avrei studiato già dalle scuole superiori, quando ero all’Istituto Tecnico Tecnologico Bramante Genga.

È stato difficile il passaggio all’Università?

Impegnativo sì, ma non difficile. C’è una correlazione molto forte tra l’Istituto Tecnico che ho frequentato e la geologia. Se non altro l’impostazione c’era.

A distanza di un anno come reputi la tua scelta?

Giusta, mi piace molto quel che studio. Ho conferme continue. Poco tempo fa, nell’ambito di un insegnamento, l’Università ha organizzato un’escursione, che rientra tra le attività formative: è stata la prova finale che è la mia strada!

Che cosa significa per te essere geologo?

Significa vivere la natura e capirla. Vedi una parete rocciosa? Ti chiedi come si è formata, qual è la sua storia. Vai al di là dell’estetica, dello stupore iniziale. Non basta dire “mi piace”, si avverte la necessità di risalire ai perché.

C’è un tema che ti interessa particolarmente?

Anche più di uno: la vulcanologia, la sismologia, la geologia marina…

Le escursioni inserite all’interno del corso sono obbligatorie?

No, facoltative.

A quali tue curiosità hai risposto in questo anno?

Ce ne sono tante. Ad esempio ho scoperto che sotto l’azione di certe pressioni e temperature una roccia argillosa può trasformarsi in ardesia, la pietra utilizzata per le lavagne nelle scuole. Oppure le relazioni tra meteorologia e geografia fisica. Davvero interessante! Vedi un fenomeno e puoi leggerlo e capirlo come se avessi decrittato un codice segreto!

Come studi?

Quando mi trovo di fronte ad un testo lo frammento, lo divido in parti, poi sottolineo, rileggo una, due volte. La terza ripeto, poi passo alla parte successiva.

Funziona?

È il mio metodo da sempre. Finora mi ha garantito ottimi voti. Ma c’è un’altra strategia personale.

Cioè?

Ho bisogno di verificare, vedere ciò che sto studiando. La scorsa primavera sono andato alla ricerca di minerali che avevamo trattato a lezione. Stare di fronte alle cose mi aiuta a capire. Anche se cerco informazioni su internet ho bisogno di immagini, di qualcosa di concreto. Mi aiuta tantissimo.

Il contesto nel quale il tuo corso si svolge immagino faciliti questo approccio.

Sì, a Urbino hai la natura intorno, il clima è rilassante…

La passione per la geologia ti insegue anche nel tempo libero?

Non potrebbe essere altrimenti. Quando posso seguo il canale tv Focus, gli speciali sui vulcani.

Come hai scelto Uniurb?

Open day. Sono venuto, ho ascoltato i prof, mi sono appassionato. Prima di effettuare l’iscrizione avrei voluto partecipare allo stage estivo di orientamento, purtroppo però mi sono infortunato. Peccato.

Gioca d’anticipo sul tuo futuro.

Sono tante le idee, tante le cose che mi piacerebbe fare! Le prospettive occupazionali sono molte: per esempio la ricerca degli idrocarburi allo scopo di verificare la presenza di petrolio da estrarre e per sfruttare la risorsa geotermica come fonte rinnovabile. Oppure lo studio e la classificazione dei terreni per poter dire se sono o meno resistenti alle sollecitazioni dei terremoti. Il vulcanologo…! Non posso dirlo adesso, in effetti ho ancora tanto da imparare e potrebbero saltar fuori nuovi interessi. Senz’altro sarà qualcosa che mi permetterà di viaggiare.

Ultimo viaggio fatto?

Di recente sono stato sul fiume Piave. Ma l’ultimissimo viaggio è stato sulle Tre Cime di Lavaredo, il simbolo delle Dolomiti nel mondo. Fantastiche!

Pensando al territorio dell’Università di Urbino quali sono i luoghi di interesse per un geologo?

Anche se può sembrare scontato lo dico: la Riserva Naturale Statale della Gola del Furlo. Ci sono affioramenti rocciosi che per un geologo sono un manna!

Il corso è interclasse. Per il secondo anno quale classe hai scelto o sceglierai?

Ho scelto il corso di Scienze Geologiche perché ci sono tanti insegnamenti che mi incuriosiscono.

Larissa, tocca a te: scienze Geologiche è un corso che ti permette di…?

Di conoscere il mondo che ci circonda, srotolandoti davanti ai piedi strade che prima non conoscevi.

A quale anno sei iscritta?

Al primo anno.

Che cosa ti aspetti (scusa il gioco di parole) da questi due anni che ti aspettano?

Mi aspetto una “preparazione pratica”.

Ossia?

Mi aspetto conoscenze, acquisite in aula e in laboratorio, buone da mettere in campo. Mi aspetto di trovare persone presenti e disponibili a qualsiasi mio dubbio, domanda, consiglio, come è accaduto in questo primo anno di studi.

Con quale forza di gravità ti ha attratto la geologia?

Tutto è iniziato nel 2018, quando per la prima volta ho visitato Uniurb e ho potuto parlare con due docenti che mi hanno spiegato le caratteristiche del corso di laurea in Scienze Geologiche e Pianificazione Territoriale, le prospettive occupazionali, rispondendo a tutte le mie domande. Successivamente ho partecipato ad un orientamento di tre giorni organizzato dalla Scuola.

Che cosa ti piace di più della struttura del corso?

Il fatto che tutto ciò che studiamo ci sta intorno. Mi piace, anzi penso sia un aspetto fondamentale, il giusto numero di studenti. Ognuno di noi può essere seguito direttamente dal docente e questo è utilissimo, soprattutto durante i laboratori e le escursioni.

Fermiamoci a quest’ultima parola: escursioni. Racconta.

Escursione è un sinonimo di esperienza sul campo. Lo scorso dicembre, finito il corso di Topografia, Cartografia e Geografia fisica, i docenti (tre) hanno deciso di organizzare un’escursione al Fosso del Tasso. Siamo partiti muniti degli strumenti indispensabili per un geologo: martello, lente d’ingrandimento, taccuino per gli appunti, bussola e, ovviamente, carta geologica. L’obiettivo? Sapersi orientare  fissando sulla carta i punti di riferimento presi lungo il percorso, utilizzando le isoipse, applicando insomma le nozioni apprese in aula.

Che cosa desideri per il tuo futuro?

Voglio trovare un lavoro che mi appassioni veramente e che mi gratifichi ogni giorno.

In che cosa ti senti cambiata da quando hai iniziato gli studi universitari?

Banalmente si è arricchito il mio bagaglio personale di conoscenze. Ma, più importante, mi accorgo che queste conoscenze non sono soltanto fini a se stesse. In realtà sono accessi a percorsi prima sconosciuti.

Una cosa che puoi considerare una vera scoperta…

Le persone che ho avuto la fortuna di incontrare. Compagni di corso, docenti… tutti sempre disponibili e presenti, anche per scambiare quattro chiacchiere.

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