“In questi primi tre anni di studio ho vissuto in perfetta simbiosi con il mio corso di laurea. Mi ha insegnato tanto e ha alimentato la mia passione grandissima per le scienze della vita”. A dirlo è Rachele Agostini, studentessa modello, iscritta al corso di laurea in Farmacia: la magistrale quinquennale a ciclo unico premiata anche quest’anno dal Censis per la didattica, con uno straordinario secondo posto nella classifica delle Università italiane!
Vi sembra di averla già vista? Di sicuro! Rachele è uno dei volti della nuova campagna di comunicazione di Uniurb!

 

Rachele, perché hai scelto di rappresentare Uniurb nella campagna di comunicazione 2019/2020?

Ho scelto di rappresentare l’Università di Urbino perché questo Ateneo rappresenta me! È difficile da spiegare, ma in questi tre anni ho vissuto in perfetta simbiosi con il mio corso di laurea. Mi ha insegnato tanto e ha alimentato la mia passione grandissima per le scienze della vita, quindi se capita la possibilità di dire, attraverso una mia foto, che questa è la mia Università e che Farmacia è il mio corso di laurea posso solo rispondere con grande sì!

Straordinario! E com’è nata questa “perfetta simbiosi” tra te e il corso di laurea in Farmacia?

Dopo le superiori avrei voluto iscrivermi alla facoltà di Medicina, non ho superato il test e mi sono immatricolata a Urbino con l’idea di fare un altro tentativo l’anno successivo, un po’ come se Farmacia fosse il piano B.
E invece ho cominciato a seguire le lezioni e, giorno dopo giorno, mi sono innamorata del corso di laurea, dei professori e della città, e il test di Medicina non l’ho più voluto riprovare.

Mi racconti i tuoi primi giorni a Urbino?

Il mio primo giorno a Urbino sarebbe dovuto essere il mio primo giorno da un’altra parte per i programmi che avevo, eppure devo dire che non c’è mai stato un momento in cui io abbia pensato “non è questo il mio posto”. Soprattutto quando guardavo il piano settimanale delle lezioni, sulla bacheca della Scuola di Farmacia, ricordo che sorridevo entusiasta perché le materie mi piacevano tutte. E quelle sensazioni positive mi hanno spinto a cercare subito una casa in cui vivere e a pensare che Farmacia fosse la mia strada.

Anche quest’anno il corso di laurea in Farmacia guadagna il podio nella classifica Censis, per la didattica. Quali sono, secondo te, le ragioni di questo risultato top?

Di ragioni ce ne sono tante. Più che per il Censis, ti dico perché per me è il numero 1.
Soprattutto per la qualità degli insegnamenti. I nostri docenti fanno anche ricerca quindi portano in aula la teoria e, insieme, i risultati dei propri studi. Questo significa che sono in grado di trasmettere le loro stesse conoscenze in maniera dettagliata e appassionata, proprio perché hanno esperienza diretta e concreta delle cose di cui parlano.
Di conseguenza, per noi studenti seguire il filo logico di ciò che spiegano e studiare è molto più semplice, oltre che interessante.

 

Penso anche al fatto che l’accesso al corso di laurea preveda una numerosità sostenibile. In aula non siamo mai troppi e questo ci permette di seguire meglio le lezioni, e di interagire direttamente con i professori sia mentre spiegano, sia per chiarimenti alla fine della lezione stessa. È molto rassicurante la possibilità di avvicinarli in qualunque momento senza timori, se si ha bisogno di aiuto. Loro ci vengono sempre incontro. Non credo succeda ovunque, nelle Università italiane.

 

Inoltre, molte delle materie in programma sono divise tra teoria e pratica. Quindi, la possibilità di andare a lezione, studiare, seguire la teoria e, una o due volte a settimana, di applicarla attraverso le esercitazioni di laboratorio è, certamente, un vantaggio enorme.

 

Un’altra ragione si lega al corso di Farmacia Simulata, che si tiene durante il quarto anno, e ci prepara al tirocinio in una farmacia privata o ospedaliera e all’esame di abilitazione professionale.
Non l’ho ancora seguito perché sto per iscrivermi al quarto anno, ma mi incuriosisce molto. Le lezioni si svolgono in uno spazio della Scuola arredato come fosse una farmacia virtuale, e frequentandolo potrò avere un’idea più precisa del lavoro che forse proverò a fare un giorno.

3 o più suggerimenti per gli studenti e le studentesse che si iscrivono al tuo corso di laurea.

Di seguire i corsi di preparazione alla frequenza. Sono cicli di lezioni che riguardano soprattutto le materie di base del primo anno come biologia, chimica, fisica, matematica. Nonostante non ci sia un test di accesso, i professori si impegnano molto in questa esperienza, per dare agli studenti appena immatricolati la possibilità di colmare le eventuali lacune prima di iniziare il percorso vero e proprio. Io non ho partecipato perché quando mi sono iscritta mi preparavo al test di Medicina e studiavo gli stessi argomenti, ma diverse mie compagne di corso li hanno seguiti e mi hanno detto che sono stati molto utili.

 

Di affidarsi ai professori e, nello stesso tempo, di ascoltare molto se stessi, per capire i propri punti di forza e di debolezza e sfruttare entrambi per sviluppare un personale metodo di studio efficace.

 

Di partecipare alle esperienze didattiche extra che il corso propone. Io non mi sono mai tirata indietro, anche quando ero in piena sessione di esami e di studio disperato, e ho aderito a iniziative interessantissime che sono state un ottimo investimento di tempo.

 

Di fare quello che sto per fare io, finalmente. Di studiare, certo, ma di fare anche sport. Consiglio di dare un’occhiata alle attività organizzate dal Centro Sportivo Universitario, che sono tante. Io sto per iscrivermi ai corsi di pallavolo, non vedo l’ora!

Hai suggerito di partecipare alle esperienze didattiche extra che il corso propone, me ne parli?

Quella più recente ci è stata proposta dal Professor Simone Lucarini ed è Aula Emprende. Un progetto di formazione che ha l’obiettivo di valorizzare le conoscenze acquisite durante il percorso di studi attraverso la presentazione di nuove idee di impresa. Con alcuni compagni di corso abbiamo creato un gruppo e lavorato in team.

 

Ci siamo impegnati moltissimo, e abbiamo capito cosa significhi fare gioco di squadra e metterci alla prova, al di là di una prova esame. È stata una bella sfida, in cui è entrata in gioco anche la personalità di ognuno di noi, il carattere. Sono contenta di aver partecipato, perché mi sono vista da un’altra prospettiva e mi sono conosciuta meglio.

Cosa farai da grande?

Non ho ancora un obiettivo preciso. Sicuramente esercitare la professione di farmacista è una delle aspirazioni, ma lo è anche la ricerca e l’insegnamento universitario.
Quindi, i mesi di tirocinio mi aiuteranno certamente a capire se il lavoro in farmacia può essere la mia strada. Per valutare anche l’ipotesi della ricerca opterò, invece, per una tesi sperimentale e, dopo la laurea, proverò a proseguire gli studi con un dottorato.

Raccontami la passione che ti fa brillare gli occhi.

La passione per le materie che studio. L’anatomia, la fisiologia mi fanno brillare gli occhi, la farmacologia è bellissima, la chimica organica mi entusiasma di meno, ma la sto rivalutando. Mi sto, infatti, confrontando con Chimica Farmaceutica e tossicologica I: una materia che definisco “di svolta” perché applica al farmaco tutti i concetti di chimica che facevo fatica a studiare, e che adesso mi piacciono davvero tanto.

Dimmi della città. Perché ti piace Urbino?

Perché a Urbino la vita non finisce con la fine delle lezioni. Una mia amica che fa l’Università a Milano, mi racconta che quando le lezioni finiscono, prende la metropolitana, torna a casa, cena e va letto. A Urbino non funziona così perché l’Università e la città sono la stessa cosa. Un unico corpo circondato dalle mura di cinta. E dentro le mura ci si sposta a piedi perché tutto è vicino a tutto. Quindi si esce dalla sede del corso di laurea e ci si ritrova con amici e compagni di corso ai tavolini dei bar del centro storico per l’aperitivo, a parlare di esami o delle serie tv del momento.

In sostanza, la vita universitaria ritratta nelle immagini della nuova campagna di comunicazione!

Proprio così! Sono esattamente i momenti che un qualsiasi studente universitario vive a Urbino durante il corso di studi. Ad esempio, io e i miei compagni di corso sappiamo che la lezione inizia alle 14.30 e, spesso, ci vediamo un quarto d’ora prima per prendere un caffè insieme. E poi i vicoli e le scorciatoie sono quelli che percorriamo quando, finita la lezione, siamo un po’ più stanchi e abbiamo voglia di passare dove c’è meno gente per fare decompressione. È stato un modo per dire che l’Università a Urbino non è solo studio è anche tanto altro!

Quando non passeggi per Urbino, quali luoghi ti piace esplorare?

Gli ospedali! Quando mi capita l’occasione, vado a farci un giro. Lo so che è strano, ma nell’ospedale vedo un’opportunità di guarigione, una possibilità di trattamento della patologia. Così come nella farmacia, che è un presidio del Sistema Sanitario Nazionale, vedo un’importante opportunità di aiuto e sostegno per il paziente. E nella ricerca vedo il desiderio di scoperta della cura della patologia. Tutto ciò che mi interessa come prospettiva lavorativa ruota intorno al desiderio di aiutare gli altri. O meglio, di contribuire ad aiutare gli altri.

 

*Se si considera il pari merito (103,5) dei primi due Atenei in classifica.

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