Mercoledì 27 novembre, il Rettore Vilberto Stocchi ha consegnato il Sigillo di Ateneo a Lea Tarchioni, Responsabile delle Risorse Umane e dell’Organizzazione di Enel Italia. Nel corso della cerimonia, la HR manager ha tenuto la Lectio Magistralis: L’evoluzione digitale: una nuova era per l’uomo. Al termine dell’evento, intervistata da Uniamo, ha parlato di trasformazione digitale nelle organizzazioni, di smart working, di team di successo, di colloqui di selezione e skills del candidato ideale.

 

Competenze digitali e professioni tradizionali

L’innovazione è parte integrante delle pratiche esistenti. La tecnologia è pervasiva, sta cambiando tutti i nostri modi di vivere; le nostre abitudini, le condiziona pesantemente. Importanti sono i significati che diamo a questi nuovi strumenti e come intendiamo usarli.
Le aziende, le organizzazioni possono affrontare questo cambiamento cercando di restare aperte.

 

Aperte al know-how, alla ricerca e, soprattutto, all’inclusione. Non sappiamo quali saranno le sfide del futuro, ma sappiamo che l’unione fa la forza. Quindi, lasciar fluire le competenze, lasciare che le competenze si contaminino può far sì che si possano trovare, insieme, le soluzioni e le risposte a quelle che saranno le sfide del futuro e garantire questa continua evoluzione.

Il team vincente

Un team vincente si costruisce lasciando spazio al potenziale. Abilitando ogni persona a dare il meglio di sé. Questa è la chiave del successo di un team.
Dare pari opportunità, non indicare la strada, indicare più che altro l’obiettivo e lasciare che la gente dia il meglio di sé.

 

Lasciare che metta a frutto tutto il suo potenziale, anche il suo know-how non strettamente legato all’attività, alla sfida o al progetto che il team si trova ad affrontare. Un know-how che, magari, fa parte degli hobbies o della vita privata e che può portare un contributo.

Il candidato ideale

La caratteristiche che io cerco nel momento in cui seleziono dei candidati è la curiosità. Cerco di capire se il candidato ha conservato dentro di sé quel fanciullino di pascoliana memoria, quella voglia di esplorare, di mettersi in gioco, di andare oltre i propri limiti.

 

Quella flessibilità, quella voglia di accettare nuove sfide, di rimettersi in gioco, di mettersi in discussione costantemente. Cerco la generosità di cedere, di condividere il proprio sapere e l’umiltà di saper accogliere i saperi degli altri.

Smart working

Oggi il modo in cui organizziamo il lavoro aiuta molto la creatività. Io vedo l’essere umano come un pozzo pieno d’acqua; se pensiamo solo a svuotare l’acqua, prima o poi il pozzo diventa arido, secco. E allora è necessario lasciare lo spazio, il tempo, lasciare che ognuno trovi il modo per riempire, ogni tanto, questo pozzo di acqua.

 

E lo smart working è un esempio tipico: mi posso organizzare, posso conciliare la mia vita con il lavoro, posso avere il modo di fare anche altre cose. Magari risparmiando sul tempo di trasporto, che normalmente è un tempo sprecato, per fare altro, per arricchirmi.

 

Pin It on Pinterest

Share This