Da sinistra: Francesco e Matteo, fondatori di Movens, prima start-up certificata dall’Ateneo

In principio era il movimento. Aristotele dixit. Il motore immobile, diapason di tutto il divenire. Francesco Diotalevi e Matteo Magnoni, rispettivamente 35 e 32 anni, laureati in Scienze Motorie, Sportive e della Salute all’Università di Urbino, apparentemente non hanno niente a che vedere con la filosofia. Eppure è da lì che hanno mutuato il nome della loro start-up.

Facciamo il primo passo partendo dal motivo di questa intervista?

Da pochissimi giorni siamo stati ufficialmente riconosciuti come start-up dell’Università di Urbino. Il 31 gennaio scorso il Cda di Ateneo ha deliberato il nostro accreditamento.

Che cosa significa per voi?

È un traguardo molto importante: possiamo fornire dati per la ricerca e beneficiare dei risultati incrementando così il nostro know-how.

Di quale start-up stiamo parlando?

Di Movens, società cooperativa che si occupa, tra le altre cose, di esercizio fisico per pazienti che hanno patologie croniche stabilizzate

Qual è il vostro assetto organizzativo?

Noi siamo i fondatori, poi ci sono altri soci. In totale siamo in 5, per una media anagrafica di 31 anni. Elena Pace, laureata in Economia e Management. Mattia Sartini e Roberto Caldari, che stanno ultimando il corso Uniurb di Scienze Motorie, Sportive e della Salute.

Poco fa avete lasciato intendere che il lavoro con i pazienti post-cronici non è la vostra unica attività.

Esattamente. Facciamo anche corporate fitness. Una precisazione: i nostri non sono pazienti, ma clienti.

Che cos’è il corporate fitness?

Nient’altro che una forma di welfare aziendale. Le imprese convenzionate con noi rilasciano un benefit ai propri dipendenti per poter svolgere attività fisica con i nostri personal trainer. Ci sono evidenze che questo migliora l’efficienza, la qualità del lavoro e porta benessere psico-fisico .

È il momento di chiedervi il significato del nome Movens.

È Matteo ad avere la passione per la filosofia, lascio rispondere a lui.

Matteo, che cosa c’è dunque dietro il naming?

Per Artistotele il primum movens è la prima causa dell’universo, ciò che sta all’origine del divenire e del moto. Movens ricorda questo concetto filosofico che è perfettamente in linea con noi.

L’Università in che modo vi ha aiutati?

Già prima di essere riconosciuti come start-up di Ateneo per noi è stato fondamentale frequentare l’Uniurb Lab, il contamination lab dell’Università di Urbino. Ci ha dato competenze e soft skills senza le quali non ci saremmo mai riusciti.

Quali sono questi strumenti?

Nozioni di economia, marketing, metodologie lean, soft skills imprenditoriali, team building, self empowerment…

E tutto ciò vi ha portato a fondare una start-up. Obiettivo raggiunto.

Siamo ancora all’inizio, ma sulla strada giusta. Il contamination ci ha insegnato che nulla va lasciato al caso. Che non servono milioni di euro per realizzare un’idea, ma strumenti smart. Che – importantissimo – ti devi mettere in gioco fino in fondo.

Come avete imboccato questa avventura? Partiamo da te Matteo.

Dopo la laurea ho iniziato il tirocinio in un centro di exercise medicine per patologici cronici, vale a dire esercizio fisico adattato. Ci sono rimasto otto mesi, al termine dei quali mi sono detto: perché non farlo anche a Pesaro? Ed eccomi qua.

Francesco?

Finita la triennale ho lavorato presso diversi club sportivi. Quindi, chiusa questa parentesi, che mi ha permesso di affacciarmi al mondo della competizione, ho incontrato l’attività fisica adattata.

Dove si trova Movens?

A Pesaro, in piazza Tarquinio Provini 6.

Un indirizzo coerente.

Esattamente. Tarquinio Provini è stato un campione del motociclismo, con due titoli mondiali vinti e che ha corso con la mitica Benelli.

C’è un traguardo che vorreste tagliare in futuro?

Sì, replicare il nostro modello all’interno di una struttura sociosanitaria.

Raccontiamo il percorso di un cliente tipo all’interno di Movens.

La nostra attività principale riguarda, come dicevamo all’inizio, pazienti con patologie croniche stabilizzate. Noi ci occupiamo dello step successivo alla riabilitazione. Un esempio: un paziente a cui viene diagnosticato il diabete viene preso in carico dal sistema sanitario, che segue protocolli di cura. Una volta stabilizzata la patologia entriamo in gioco noi, che cercheremo di migliorare la qualità della vita. Il paziente diventa allora un nostro potenziale cliente. Chi si rivolge a noi viene munito di cartella clinica per essere profilato. La nostra struttura si avvale di un medico specializzato in medicina dello sport che valuta la posologia ed eventuali patologie concomitanti. Insomma facciamo anamnesi. A ciò si aggiungono screening dello stato di salute attraverso la somministrazione di questionari validati, valutazioni antropometriche e di composizione corporea, test motori per la valutazione funzionale e prove per misurare le capacità del sistema cardiorespiratorio e muscolare. Tutti i test che facciamo sono submassimali, questo significa che ci manteniamo in un range di sicurezza. A questo punto il medico stabilisce un programma motorio che i nostri health personal trainers conducono in un percorso di chinesiologia clinica.

Il nuovo Regolamento Spin-off e Start-up che promuove le imprese innovative Da molti anni, nell’ambito della Terza Missione, l’Università di Urbino sostiene la valorizzazione dei risultati della ricerca anche attraverso la costituzione di spin-off, società private partecipate da docenti e ricercatori universitari al fine di trasferire al mercato il frutto dei propri studi. Più di recente, a partire dall’anno accademico 2016-2017, l’Ateneo ha iniziato a sostenere anche l’imprenditorialità degli studenti, organizzando UniurbLab, il Contamination Lab dell’Università di Urbino. Questa attività ’estende l’interpretazione della Terza Missione: oltre al trasferimento tecnologico viene considerato l’impatto sociale, ovvero la ricaduta delle attività accademiche sul tessuto sociale, culturale ed economico del territorio. Proprio nell’ambito di UniurbLab si sono formati all’imprenditorialità diversi studenti ed ex studenti dell’Ateneo, che negli anni hanno avviato, con la collaborazione dei docenti, diversi spin-off della ricerca. Inoltre, nel maggio 2019, l’Università di Urbino ha introdotto modalità di riconoscimento delle imprese innovative nate da studenti e laureati. È stato infatti approvato il nuovo Regolamento Spin-off e Start-up , intendendo per start-up le “società di capitali di recente costituzione ovvero da costituire, finalizzate alla produzione/erogazione di prodotti o servizi innovativi sviluppati grazie alle conoscenze acquisite durante il percorso di studi all’interno dell’Università”. Movens soc. coop. è la prima società ad aver richiesto ed ottenuto questo riconoscimento.

È giusto dire che Movens è a metà strada tra cura e fitness?

Stiamo esattamente nel mezzo e vogliamo contribuire, visti anche i nostri curricula universitari, a ridurre il gap tra sistema sanitario e attività fisica. Siamo i primi nelle Marche, ma in Italia c’è chi sta già tentando di colmare questo gap. Navighiamo in un oceano ancora da esplorare. Solo così si allontana il pericolo di vie facili per ottenere risultati, di diete proteiche o pasti sostitutivi. Il nostro scopo ideale è combattere questo business. Siamo dalla parte di un cambiamento culturale che faccia comprendere l’importanza, per la salute, di un approccio multidisciplinare che combini un buon esercizio fisico con una sana alimentazione e un corretto stile di vita.

Chi sono gli antagonisti di una start-up?

Molto onestamente in Italia i sistemi di credito. Abbiamo bussato a molte porte che sono rimaste chiuse. Tuttavia non abbiamo demorso e questo ci ha fornito l’occasione per partecipare e vincere un bando per l’autoimpresa della Regione Marche. Risorse che ci hanno fatto partire. Ma il nostro vero motore immobile (e supporto) è stata la famiglia. Il foundraising from friends and family lo abbiamo toccato con mano. Siamo tornati al punto zero.

Altre difficoltà?

Non è facile capire di chi ti puoi fidare. Là fuori ci sono tanti pronti ad aiutarti. Tanti invece cercheranno di ingannarti. Le competenze, le persone oneste che incontri, quel che ti dicono, ciò che impari a forza di errori, vanno a costituire il sistema immunitario che ti salva.

Sorprese positive?

Una persona che ha creduto nel progetto e ci ha dotati di una sede.

Che cosa serve per non mollare.

Il nostro vero carburante è l’amicizia.

Un insegnamento da tenere a memoria?

“Se fossimo in grado di fornire a ciascuno la giusta dose di nutrimento ed esercizio fisico, né in difetto, né in eccesso, avremmo trovato la strada per la salute.” Ippocrate.

Pin It on Pinterest

Share This