Sabato 9 maggio si è celebrata la festa dell’Europa, una giornata dedicata alla pace e all’unità degli Stati membri. L’atto di fondazione dell’Europa comunitaria si rintraccia in una indimenticata dichiarazione che il Ministro degli Esteri francese Robert Schuman pronunciò, il 9 maggio del 1950, presentando il piano per l’istituzione della Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio.

L’Europa “non potrà farsi in una volta sola, né sarà costruita tutta insieme, essa sorgerà da realizzazioni concrete che creino anzitutto una solidarietà di fatto”, spiegò inaugurando per questa via un modo nuovo di intendere la cooperazione politica.
Settant’anni dopo, anche Uniurb ha reso omaggio all’Unione Europea attraverso la terza edizione dell’evento Europe and Italy: Essere cittadino europeo oggi organizzato dall’associazione Erasmus Student Network Urbino.

Trasmessa in live streaming sui canali dell’Ateneo, la giornata di studio si è aperta con un breve discorso del Rettore Vilberto Stocchi che ha annunciato la firma di un accordo tra l’Università di Urbino e l’ESN. “L’obiettivo della convenzione – ha spiegato il Magnifico – è quello di collaborare a livello logistico e operativo per fornire un supporto congiunto agli studenti in mobilità sia incoming, sia outgoing. Ringrazio tutti i volontari dell’associazione Erasmus Student Network che si sono impegnati fino ad ora e che continueranno a portare un contributo importante nei processi di accoglienza e di integrazione degli studenti internazionali sul nostro territorio”.

I saluti istituzionali del Prof. Walter Balduini, Delegato del Rettore all’Erasmus, e della Dott.ssa Simona Pigrucci Responsabile del Settore Didattica, Mobilità Internazionale e Servizi agli Studenti dell’Università di Urbino, hanno preceduto i tre interventi in programma.
Eccoli, nell’ordine.

La competenza interculturale ai tempi del Covid-19, presentato dalla Prof.ssa Flora Sisti, docente di Didattica delle Lingue Moderne, nonché Delegato del Rettore all’Innovazione Didattica e Studenti e Direttrice del Centro Integrato Servizi Didattici ed E-Learning (CISDEL) dell’Università di Urbino.

L’Europa e le grandi crisi del 2020; Il futuro dei cittadini europei e il ruolo della generazione Erasmus proposto dal Prof. Marcello Pierini, docente di Diritto dell’Unione Europea dell’Università di Urbino e Direttore del Centro Europe Direct Marche.

L’importanza del programma Erasmus in relazione alla costruzione dell’identità europea, condotto dal Dott. Giovanni Telesca, Presidente di Erasmus Student Network Italia.

Ha chiuso i lavori la gallery dedicata agli scatti fotografici condivisi dagli studenti Erasmus di Uniurb. Tirando una riga, gli oltre 150 utenti connessi contemporaneamente durante lo streaming e le 2500 visualizzazioni complessive registrate premiano senz’altro l’evento e l’impegno dei giovani volontari ESN di Uniurb!

Tutti i contributi sono stati occasione di confronto diretto con il pubblico che ha interagito con i relatori attraverso domande e commenti postati in tempo reale nella chat room dedicata.
L’insieme è una messa a fuoco progressiva di esiti formali e tematici, verificati da varie angolature, che disegna un orizzonte complesso, e confida nell’ipotesi di un’Europa del futuro in grado di far dialogare le differenze e le specificità delle culture nazionali in una unità identitaria che possa dirsi finalmente europea.

 

Flora Sisti, La competenza interculturale ai tempi del Covid-19

 

Flora Sisti

Una delle caratteristiche necessarie per essere un cittadino europeo è possedere una solida competenza interculturale, cioè la capacità di riconoscere e affrontare le principali differenze tra le culture per stabilire una comunicazione interculturale che sia soddisfacente ed efficace, priva di fraintendimenti e pregiudizi.

 

Crescendo in una data società sviluppiamo una serie di modelli culturali che funzionano come filtri concettuali che condizionano la nostra percezione e interpretazione della realtà. Questi modelli regolano le nostre azioni e influenzano le nostre aspettative sul comportamento (verbale e non verbale) degli altri.

 

Tuttavia, in un contesto multiculturale, dove modelli diversi vengono a contatto, queste attese non funzionano più e la reazione naturale è di considerare la propria visione del mondo come quella più naturale, quella corretta. Sviluppiamo così, in modo quasi istintivo, un atteggiamento etnocentrico che solo attraverso un lento e faticoso processo si può trasformare in accoglienza e comprensione della diversità e della relatività dei diversi valori culturali (etnorelativismo).

 

Durante la nostra conversazione abbiamo analizzato questo processo, individuando gli ostacoli alla comunicazione interculturale per poi concentrare l’attenzione sui fraintendimenti e i pregiudizi che dilagano in questo periodo di Coronavirus.
Abbiamo, infine, individuato le strategie utili ad assumere un comportamento versatile e positivo capace di gestire efficacemente situazioni problematiche come quelle che viviamo in questa situazione di emergenza sanitaria, che ci vede tutti ugualmente vulnerabili pur nella diversità culturale.

 

Marcello Pierini, L’Europa e le grandi crisi del 2020; Il futuro dei cittadini europei e il ruolo della generazione Erasmus

 

Marcello Pierini

Il programma Erasmus è quello di maggior successo tra i tantissimi programmi europei. Ha contribuito a formare diverse generazioni di cittadini europei. Di giovani più aperti, più filo-europei, che trovano una più vantaggiosa occupazione, in tempi più rapidi.
Per il periodo 2021 – 2027 la Commissione Europea ha chiesto al Parlamento Europeo e al Consiglio di portare a 30 miliardi il budget dell’Erasmus. Ma non basta. Occorrerebbe renderlo ancora più utilizzabile, “quasi obbligatorio”, e sollecitare importanti quote di cofinanziamento da parte dello Stato e delle regioni.

 

Ai giovani vorrei anche dire che in questo momento occorre non solo pensare a quello che l’Europa può fare per loro, ma anche a quello che loro stessi possono fare per l’Europa. Cioè per se stessi.
Forse la mia generazione e quella che la precede hanno perso occasioni importanti per portare a termine, o comunque mettere al sicuro, il progetto di integrazione in corso a livello europeo, iniziato proprio il 9 maggio del 1950.

 

Anche se mai come in questo momento di grave crisi pandemica l’Unione Europea sta mostrando una grande capacità di risposta a tutti i livelli, occorre essere consapevoli che il progetto europeo è incompleto, mal equipaggiato per fronteggiare le sfide che sono davanti alle moderne società nazionali in un mondo fortemente globalizzato.
È innegabile che negli ultimi anni siano riaffiorati egoismi nazionali, miopie, irresponsabilità e perdite di memoria che riguardano un po’ tutti.

 

Jeremy Rifking ebbe a dire, qualche anno fa, che la generazione Erasmus “era quella che non avrebbe voluto più tornare indietro”. Il senso per me è ancora questo, ma occorre fare un salto di qualità: passare dalla generazione che non vuole tornare indietro alla generazione che porta a termine il sogno europeo. Ma servono lo stesso coraggio, la stessa ambizione e la stessa lucida prospettiva che ebbero Robert Schuman e Jean Monnet settant’anni fa.

 

Giovanni Telesca, L’importanza del programma Erasmus in relazione alla costruzione dell’identità europea

 

Giovanni Telesca

Dopo un’esperienza di sei mesi all’estero, ho deciso di continuare nei sei anni successivi a fare volontariato all’interno di Erasmus Student Network per dare testimonianza di ciò che significa essere cittadini europei.

 

Viaggiare e partecipare al programma Erasmus è importante per capire che è bello sentirsi parte di un gruppo di persone che non si sono mai incontrate, ma che si riconoscono e sanno di poter condividere una serie di esperienze. Per capire che le nostre identità sono molto simili a quelle di altri ragazzi europei e che, spesso, i problemi di noi giovani italiani sono gli stessi dei giovani di altri Paesi europei e che, quindi, soltanto abbattendo i muri tra culture diverse e facendo fronte comune possiamo trovare soluzioni condivise.

 

Il tema dell’ESNsurvey 2019 ha riguardato la partecipazione degli studenti alla vita civile, politica e sociale dell’Unione Europea. La ricerca, costruita su oltre 16.000 risposte, mostra come gli ex studenti Erasmus abbiano un’identità europea molto più forte rispetto ai loro coetanei che non hanno fatto questa esperienza.
Danno più importanza alle elezioni europee, chiedono di usufruire degli stessi diritti in fatto di welfare, sanità e accesso ai servizi nei 27 Stati dell’Unione Europea, e chiedono anche che si insegni l’educazione civica europea nelle scuole affinché tutti possano, da subito, respirare in contesti multiculturali e interculturali, di apertura, tolleranza e pace.

 

Come ESN crediamo sia fondamentale continuare a investire nel programma Erasmus. Abbiamo per questo lanciato varie campagne per chiedere l’aumento del budget stanziato e consentire agli studenti di affrontare con meno difficoltà il periodo di permanenza in una nazione europea. È fondamentale continuare quindi ad investire e a permettere ai giovani di viaggiare, perché solo il contatto tra le culture può creare un’integrazione tra culture e un’identità comune europea.

 

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