Nei mesi appena trascorsi, la notizia della scoperta del secolo ha fatto il giro dell’universo. Oggi, finalmente, la rivelazione è ufficiale. Le onde gravitazionali teorizzate da Einstein nel 1916 sono un dato di fatto e l’Ateneo di Urbino ne dà notizia con i suoi scienziati del gruppo Virgo. Questa nuova era della storia della scienza si apre anche grazie al contributo della Carlo Bo che da lungo tempo partecipa col suo team di ricerca dell’Istituto di Fisica (ora confluito nel DiSPeA) alle collaborazioni internazionali LIGO e Virgo. Le onde sono state, infatti, intercettate dagli interferometri LIGO negli States e analizzate di concerto con i gruppi europei della Virgo Collaboration. Quindi standing ovation anche per i Fisici della nostra Università che alle 16.30 di questo indimenticabile 11 febbraio 2016, insieme con i colleghi stranieri connessi in diretta streaming da Cascina, replicata congiuntamente a Washington, hanno potuto dire al mondo: yes, we did it!

Ma cosa sono di fatto queste onde? Sono alterazioni del campo gravitazionale che viaggiano alla velocità della luce. In sostanza, quando un corpo massiccio si muove con alta accelerazione, modifica la struttura spazio-tempo del nostro universo. L’onda gravitazionale è la propagazione di questa alterazione. Più grandi sono le masse coinvolte in eventi astrofisici straordinari, maggiore è l’ampiezza delle onde e maggiore la possibilità di intercettarle. Così quando un miliardo di anni fa due buchi neri entrano in collisione fondendosi in un unico buco nero finale, sviluppano onde di sensazionale intensità che viaggiano alla velocità della luce raggiungendo dopo questo lunghissimo tempo la Terra. È il 14 settembre 2015, sono le 09:50:45 UTC e gli interferometri LIGO (Laser Interferometer Gravitational-wave Observatory) fanno bingo e registrano con il giusto sfasamento un segnale di onde gravitazionali transitorie.
Questi interferometri sono sostanzialmente antenne di dimensioni chilometriche: due sono negli Stati Uniti, più precisamente ad Hanford, nello stato di Washington, e l’altro a Livingston in Louisiana; il terzo, Virgo, si trova in Italia a Cascina in provincia di Pisa presso l’Osservatorio Gravitazionale Europeo (EGO – European Gravitazional Observatory).

“Avere più antenne – spiega il Professor Flavio Vetrano Prorettore alla Ricerca della Carlo Bo e per un decennio Responsabile Nazionale del progetto Virgo e delle sue attività di Ricerca e Sviluppo – distribuite su un’ampia superficie conviene perché si ottiene un segnale più pulito e limpido e una migliore copertura del cielo. Da questa convinzione ha preso avvio agli inizi degli anni 2000 la collaborazione mondiale LIGOVirgo, tra centri di ricerca che studiano la gravitazione giungendo infine ad una gestione degli interferometri, al di là della geografia che li ospita, come un’unica antenna”.

Nell’ambito del progetto Virgo, la nostra Università oltre alla responsabilità italiana dell’esperimento e a quella dell’analisi dei dati, nell’arco di venti anni, ha ricoperto vari ruoli di responsabilità, di coordinamento, di politica dell’informazione e di progettazione dimostrando, insieme agli altri centri coinvolti, che “l’Italia può essere un’eccellenza in campo scientifico nonostante la ricerca non abbia la dovuta considerazione da parte dell’establishment politico, e che i nostri scienziati riescono a raggiungere ottimi livelli nel proprio lavoro a dispetto di una situazione fortemente sfavorevole rispetto ai competitors internazionali”.

Così continua il Prorettore: “Proseguendo in questa visione di cooperazione si è costituito un comitato internazionale di super esperti nel campo della Fisica della Gravitazione (il Gravitational Wave International Committee) che, radunando responsabili di tutti gli esperimenti del proprio settore di ricerca, oltre a favorire confronti e dibattiti, ha disegnato la road map per la gestione di tutti gli esperimenti che riguardano le onde gravitazionali per i prossimi trent’anni.
Tornando al discorso della presente collaborazione tra LIGO e Virgo, che ha già da tempo il suo nome (LVCLIGO Virgo Collaboration), è opportuno sottolineare la piena condivisione dei dati scientifici: i membri di Virgo possiedono la password di accesso ai database di LIGO e, viceversa, i membri di LIGO hanno analogo accesso ai database di Virgo. Ciò è valido ed estensibile a tutti i membri di esperimenti che hanno firmato l’opportuno accordo che, di fatto, trasforma tante antenne in una single machine”.

A proposito di esperimenti e scoperte, va detto che la rivelazione delle onde gravitazionali, oggi annunciata, se ne porta dietro un’altra non meno importante: quella del sistema binario di buchi neri, fondamentale per lo studio dell’origine dell’universo e della sua evoluzione. Si pensava non esistessero simili sistemi binari, seppure la teoria non li vietasse. E questo è solo l’inizio di un possibile flusso di novità impensate. Sapete? Pare sia andata così: prima era il nulla e poi, all’improvviso, un maremoto di onde gravitazionali seguite all’esplosione primordiale del Big Bang. Le chiameremo “onde di Dio”?

 

 

Foto di copertina: Greg Rakozy.

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