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La rete ha abrogato i tradizionali concetti di spazio e tempo. Ha scavato tunnel sotto la loro superficie, trovando vie di fuga ad alcune leggi che in passato determinavano il mondo, senza appello. Attraverso il web possiamo essere, virtualmente parlando, a New York e a Milano: entrare al MoMa e percorrere i corridoi di Palazzo Reale. Oppure avvantaggiare le nostre vite. In che modo? Uno degli esempi più significativi che si possono portare è quello della formazione a distanza (la sigla è FAD): conoscenze e competenze che compiono una virata rispetto ai tradizionali canali di trasmissione.

Uniurb online

L’Università di Urbino ha attivi diversi corsi in modalità online. Sociologia e servizio sociale e Gestione delle politiche, dei servizi sociali e della mediazione interculturale sono tra questi.

“La didattica online – spiega Eduardo Barberis, ricercatore presso il Dipartimento di Economia, Società, Politica – sostituisce quella in presenza nel caso di studenti lavoratori o di studenti che non possono frequentare. L’interazione tra docenti, studenti e tutor è assicurata dalla piattaforma informatica, che include forum di apprendimento collettivo-collaborativo e chat. Queste ultime permettono la comunicazione sincrona: porre domande e avere risposte, ma anche registrare le lezioni. Un altro servizio offerto agli studenti consiste nei test di valutazione online, utili per capire come sta procedendo l’apprendimento”.

Sociologia e servizio sociale

Chi, nel proprio futuro, vede una figura professionale con competenze nelle politiche sociali e nei servizi sociali, presti attenzione al corso interclasse in Sociologia e servizi sociali e ai percorsi in Sociologia e Servizio sociale. La laurea in Sociologia unisce competenze spendibili nella pubblica amministrazione, nella selezione del personale e in strutture che si occupano di sviluppo territoriale, politiche sociali ed economiche, con conoscenze inderdisciplinari che derivano dall’analisi della società e delle istituzioni. Il percorso di laurea in Servizio sociale dà invece accesso all’esame di Stato abilitante all’esercizio della professione di assistente sociale nelle amministrazioni pubbliche, in strutture private specializzate nei servizi sociali e nei servizi alla persona, cooperative o associazioni. In comune i due percorsi hanno la preparazione di base nelle discipline sociologiche, psicologiche, statistiche, giuridiche, politologiche, filosofiche e antropologiche.

Gestione delle politiche dei servizi sociali e della mediazione interculturale

La modalità online è attiva anche per la laurea magistrale in Gestione delle politiche dei servizi sociali e della mediazione interculturale, a cui è possibile accedere dopo aver conseguito una laurea triennale o di vecchio ordinamento (in particolare di area sociale), ma anche i previgenti diplomi in servizio sociale. Il corso permette l’accesso all’esame di Stato per l’iscrizione alla sezione B dell’albo e l’esercizio della professione di assistente sociale con funzioni direttive.

“Le relazioni interculturali e i cambiamenti nelle società multiculturali – spiega Eduardo Barberis – sono le aree tematiche caratterizzanti. L’approfondimento dei servizi del welfare, sempre più plurali, prepara professionisti in grado di progettare interventi sociali. Oltretutto la sociologia urbinate ha una tradizione pluridecennale nello studio della diversità culturale e del fenomeno dell’immigrazione, oggi così significativo nelle nostre società”.

Studenti collegati

Tra apprendimento in presenza ed e-learning ci sono differenze ineludibili. Tuttavia la Carlo Bo negli anni è riuscita a non disperdere il capitale che si realizza nelle lezioni frontali.

“Attraverso le nostre piattaforme – osserva Barberis – nella didattica online si ricreano delle comunità di studio simili alle classi: questo preserva il confronto orizzontale e l’apprendimento non formale tipici della frequenza”.

L’analisi comparativa online/offline non è però abbastanza per restituire un’immagine completa dell’e-learning, specie se si fa riferimento alla laurea magistrale, dove il rapporto tra studio e lavoro assume la forma più compiuta. La convivenza, spesso tra percorso formativo e una professione in campo sociale che richiede un’alta specializzazione, fa ottenere infatti risultati migliori in entrambi gli ambiti.

“La didattica, che valutiamo costantemente per verificarne la corrispondenza con i profili molto poco standardizzati dei nostri iscritti, diventa estremamente permeabile alle esperienze professionali” sottolinea Barberis. “Ciò ci permette di acquisire nuovi casi studio”.

Sociologia e società

Soprattutto nell’ultima parte ci siamo occupati del legame tra Università e professione. Per la sociologia, che ha connaturata l’osmosi con il cambiamento sociale, si tratta di una questione centrale: “Sin dalla sua nascita la disciplina è stata il tentativo di capire la società industriale. Oggi questa sua funzione non è tramontata, sono cambiati i temi sui quali misurarsi”.

Conclude Barberis: “La sociologia ha molto da dire, su tanto”. Ovunque può portare chiarezza e lucidità: dalla pianificazione territoriale, alla famiglia, al lavoro. Ovunque siano gli uomini con le loro azioni: “Sociologo – ha scritto Gesualdo Bufalino – è colui che va alla partita di calcio per guardare gli spettatori”.

Immagine in evidenza: Clint Adair

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