SARA 1

A tredici anni Sara voleva fare il medico, finito il liceo ci ha ripensato e ha scelto il corso di laurea in Conservazione e restauro dei beni culturali a Palermo la sua città, e tre anni dopo il corso di laurea biennale in Storia dell’arte a Urbino. Non ha l’assillo del collocamento futuro, vuole concentrarsi sul “qui e adesso” del percorso didattico da concludere. Vuole imparare dai “bravi maestri” quelli che in cattedra raccontano quanto nei manuali manca. La laurea è il suo obiettivo. Non sa fare programmi, sa però che dopo viaggerà per capire dove e come impiegare al meglio la propria formazione specialistica e sa anche che qualunque cosa farà “andrà alla grande”. Girare il mondo è la cosa che vuole fare nel prossimo futuro e per prepararsi al viaggio ha frequentato il Centro Linguistico d’Ateneo.

Il CLA, per capirci, è un organo dell’Università di Urbino che programma e coordina gli insegnamenti delle lingue straniere che afferiscono ai diversi dipartimenti. Un luogo di spazi sovrapposti in cui i laboratori linguistici si alternano alle aule multimediali e la didattica, svolta da esperti madrelingua, si avvale di tecnologie avanzate e nuovi sistemi interattivi. Qui Sara ha seguito un corso annuale di spagnolo di cui racconta con entusiasmo. “È il metodo che mi ha coinvolto. La capacità dell’insegnante di farci apprendere in modo creativo. Le lezioni erano sempre diverse e sempre ugualmente stimolanti. Alternavano lettura e conversazione alla visione di serie tv divertentissime e a molto altro.” L’inglese lo conosceva già e adesso conosce una seconda lingua nella quale si esercita andandosene a spasso per i festival di giocoleria di mezza Europa. Non l’abbiamo ancora detto, Sara ama giocare col fuoco delle sue bolas: sfere di fiamme che mosse in una una sequenza di movimenti circolari disegnano figure luminosissime. Se non viaggia. Vive nel centro storico di Urbino in un monolocale soppalcato che ha i fornelli in una cucina tutta viola. Smezza affitto e turni di pulizie con una ragazzo sardo disposto a rispettare severe regole di igiene domestica. “Dentro casa mia non si fuma e si cammina scalzi o tutt’al più in pantolofe. Ho tanti amici, studenti e urbinati, e tutti sanno che all’ingresso ci sono le ciabatte per chi arriva”. Ci sono le ciabatte, ma non c’è internet, non c’è tv e non c’è radio e quando ha bisogno di navigare in rete usa il wireless del campus universitario. E solo per visitare Youtube e Google Maps!

A Urbino ha imparato a stare sola, a vivere senza il mare e la famiglia che ama infinitamente. “Questa città è un luogo strano – dice – è in mezzo allo Stivale e da qui arrivi facilmente ovunque, ma soprattutto da qui arrivi dentro te stesso e fai un bel viaggio in ciò che sei veramente. I professori che ho incontrato e tanti degli argomenti che insieme abbiamo approfondito in aula, mi hanno insegnato a riflettere sulle cose, mi hanno aiutato a diventare grande e a mettermi in gioco”. Col fuoco e anche senza.

 

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