La conversazione in tre tempi con gli studenti del corso di laurea in Comunicazione e Pubblicità per le Organizzazioni che hanno ideato la nuova campagna di comunicazione si chiude con il contributo di Massimo Terenzi e Diletta Carbonari. “Quest’anno la scelta dell’Ateneo è stata davvero coraggiosa – ha spiegato Massimo – e solo all’apparenza di rottura. Il concetto che abbiamo voluto comunicare in modo nuovo è quello di una Università e di una città ideale che mettono in connessione il sapere e le diverse generazioni di allievi per formare professionisti dotati di competenze che siano anche cittadini responsabili”. Una città in cui, secondo Diletta, è possibile crescere nella conoscenza e nella bellezza di “una continua scoperta”.
Massimo, un filo rosso lega la vostra alle campagne di successo dei quattro anni precedenti?
Sicuramente abbiamo cercato di mantenere una continuità rispetto alle campagne precedenti per conservare e rafforzare l’identità visiva dell’Ateneo. Lo abbiamo fatto attraverso la scelta dei font, quindi di specifici caratteri tipografici, e partendo da una palette cromatica fatta di colori vivaci, in linea con le campagne che si sono avvicendate negli ultimi cinque anni e, in particolare, con quella ispirata alle #GenerazioniAColori. L’agenzia Gazduna ha poi finalizzato lo studio dei colori e dei gradienti, come osserviamo nella versione definitiva della campagna, per migliorarne l’impatto visivo.
A livello concettuale, invece, abbiamo volutamente ricercato una discontinuità rispetto alla comunicazione pregressa del nostro Ateneo e delle altre Università italiane. Abbiamo, quindi, abbandonato il modello narrativo di uso corrente, ottimistico e acritico rispetto alla realtà e al futuro dei giovani, e abbiamo pensato di creare un concept che fosse onesto, franco e che si facesse carico delle incertezze e dei timori delle nuove generazioni di studenti e delle loro famiglie.
Qual è il risultato finale?
Il risultato è una campagna imperniata sulla parola, che non ha visual ma solo testo su uno sfondo molto colorato capace di creare un continuo rimando dalla dimensione offline a quella online e che proprio nella sua versione digital, col copy esteso che spinge il lettore a riflettere sugli stereotipi, trova la sua massima forza ed espressione. Tra l’altro, va notato, che se gli headline provocano, la body copy invece mantiene un tono di voce istituzionale coerente rispetto alle soluzioni comunicative degli anni scorsi.
Un aggettivo per la nuova campagna.
Coraggiosa. Quest’anno la scelta dell’Ateneo è stata davvero coraggiosa e si è basata su una narrazione solo all’apparenza di rottura, ma che di fatto vuole interagire e coinvolgere i futuri studenti con maggiore forza rispetto agli anni precedenti. E questo perché il concetto che abbiamo voluto comunicare in modo nuovo è quello di una Università e di una città ideale che mettono in connessione il sapere e le diverse generazioni di allievi per formare professionisti dotati di competenze che siano anche cittadini responsabili.
Diletta, cosa significa per te “crescere nella conoscenza” a Urbino?
A pochi mesi dalla laurea significa lasciare Urbino con un bagaglio di esperienze che non pensavo di acquisire. Sicuramente avevo delle aspettative alte rispetto a questa Università che sono state tutte pienamente soddisfatte.
In particolare, il corso di laurea in Comunicazione e Pubblicità per le Organizzazioni lo definirei professionalizzante, per il modo in cui mi ha fatto crescere in una conoscenza di tipo pratico, per la possibilità che mi ha dato di approfondire la parte teorica e di sperimentarla concretamente nei tanti progetti ai quali abbiamo lavorato in questi anni.
Quando sarai lontana cosa porterai con te dell’esperienza di studio vissuta nelle aule del nostro Ateneo?
Sono sicura che dopo la laurea porterò tutto ciò che il corso mi ha dato, compresa l’opportunità di imparare a fare squadra, nelle esperienze che farò in futuro, come un grande arricchimento personale e professionale.
Non credo sia casuale il fatto che non solo noi autori dell’idea creativa vincitrice ma tutti i compagni di corso coinvolti nel workshop e nel progetto della nuova campagna di comunicazione siamo stati capaci di affrontare con successo questa esperienza da neopubblicitari, sotto la direzione creativa di Paolo Iabichino. Credo, invece, che sia stato possibile raggiungere questo risultato solo grazie a strumenti formativi all’altezza del compito.
Non posso che concludere chiedendoti: cosa significa crescere nella bellezza della nostra città?
Quando mi chiedono “perché hai scelto di studiare a Urbino” rispondo perché qui non mi sento mai lontana da casa. Perché qui cresco nella bellezza di una città che mi abbraccia, che mi fa incontrare persone che restano nella vita per sempre, che mi dà la tranquillità di cui ho bisogno quando studio e il sollievo di un tempo libero divertente e culturalmente pieno.
Anche le salite sono belle a Urbino, perché ogni passo porta verso la soddisfazione stessa di arrivare in cima e godere di uno scorcio inaspettato.
Ed è fantastico anche perdersi tra un vicolo e un torrione e trovare angoli nascosti, mai visti, che sembrano essere molto più tuoi proprio per la bellezza della scoperta. Urbino è una continua scoperta.