Racconta il Professor Galliano Crinella che quando, nella primavera del 1997, propose a Carlo Bo di istituire a Fabriano – al tempo tra le maggiori città industriali del Centro Italia – un evento culturale da intitolare al maestro del gotico internazionale, la prima risposta del Magnifico Rettore fu: “ma sono vecchio”. Eppure l’idea di raccontare, con la presenza e i contributi dei premiati, l’anima più vera e operosa delle Marche e dell’Italia sollecitava una ragione interiore alla quale il “grande vecchio” della letteratura italiana non volle sottrarsi. Per cui superò con molta fretta il punto di resistenza legato al tempo dei suoi 86 anni, accolse l’invito a presiedere la Giuria e fondò il Premio Nazionale Gentile da Fabriano.
Non stupisce dunque che, nel ventesimo anniversario della sua morte e nel centodecimo della sua nascita, la XXV edizione del Premio, presieduta dal Rettore dell’Università di Urbino, sia stata dedicata alla memoria di Carlo Bo.

“Sono fermamente convinto – ha spiegato il Rettore Giorgio Calcagnini nel saluto inaugurale – che questo Premio incarni appieno quello spirito di marchigianità che Bo aveva preconizzato sin dall’inizio e rappresenti un solido punto di riferimento e lo specchio fedele di una regione e di una nazione, animate da una cultura unitaria, erede di un umanesimo scientifico di marca rinascimentale, che si esprime nella società civile, nella scienza nuova, nelle arti, e si proietta verso i confini più ampi dell’Europa”.
Ad aprire la cerimonia – condotta da Giorgia Cardinaletti, giornalista del Tg1 – sabato 9 ottobre negli spazi incantevoli del Teatro Gentile di Fabriano, è stata una videointervista inedita a Bo realizzata nel 1991, seguita dalle riflessioni dei protagonisti sul tema Sfide e opportunità in un tempo difficile. Ecco i nomi dei premiati.

Nella Sezione “Economia, lavoro e innovazione”, il Premio è stato conferito a Innocenzo Cipolletta, economista e manager d’impresa, Presidente dell’Associazione Italiana del Private Equity e Venture Capital (AIFI) e della Federazione Banche, Assicurazione e Finanza (FeBAF), già Presidente di Ferrovie dello Stato de Il Sole 24 Ore dal 2004 di UBS Corporate Finance Italia, di Assonime nonché Direttore Generale di Confindustria.
Nella Sezione “Vite di italiani” a Beppe Severgnini, giornalista, scrittore e vicedirettore del “Corriere della Sera”.
Nella Sezione “Carlo Bo per il giornalismo e la comunicazione” a Emanuele Satolli, fotografo e fotoreporter, contributor per TIME Magazine.
Nella Sezione “Carlo Bo per la letteratura e la critica letteraria” a Ginevra Bompiani, scrittrice ed editrice.
Nella Sezione “Scienza, salute e ambiente” a Maria Chiara Carrozza, ingegnere bio-robotico e Presidente del CNR.
Nella Sezione “Officina marchigiana” a Eugenio Coccia, astrofisico e Rettore del Gran Sasso Science Institute.
Il “Premio speciale della Giuria” è stato attribuito a Valerio Bianchini, già Commissario Tecnico azzurro, primo allenatore nella storia della pallacanestro italiana a vincere tre scudetti guidando tre club diversi (Pallacanestro Cantù, Virtus Roma e V.L. Pesaro).

Nel nome di Bo si è svolto, sabato 2 ottobre nel Palazzo del Podestà di Fabriano, anche l’evento collaterale che ha impreziosito l’edizione 2021 del Premio con la presentazione di due volumi curati da Galliano Crinella e Sandro Pazzi, pubblicati col contributo di Diatech Pharmacogenetics e Fedrigoni SpA.
Per un omaggio a Carlo Bo accoglie una raccolta di Scritti di Bo, con un’introduzione di Paolo Di Stefano, scrittore e giornalista del “Corriere della Sera”, e Artisti per Carlo Bo che comprende le opere di 25 artisti, corredate dal ritratto di Tullio Pericoli e da una fotografia di Mario Giacomelli.
Carlo Bo, Don Mazzolari e altri preti, già edito da “La Locusta” nel 1979, trova spazio nella nuova edizione aperta da un’ampia introduzione del Cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura.

“Abbiamo voluto dedicare questa edizione al Senatore Bo – ha concluso il Direttore del Premio Nazionale Gentile da Fabriano, Galliano Crinella – che è stato per le Marche una figura di grande rilievo. Quello che Carlo Bo apprezzava nello spirito dei marchigiani e che forse sentiva vicino allo spirito della sua terra era, oltre ai valori letterari anche la “straordinaria perizia nel governo delle cose pratiche”. Ligure di nascita è venuto in questa regione se n’è innamorato e ha contribuito non solo alla crescita dell’Università di Urbino, nella quale ha ricoperto l’incarico di Rettore dal ‘47 fino al 2001, ma alla crescita culturale dell’intero territorio.

Dal 1997 al 2001 la Giuria del Premio è stata presieduta dal questo indimenticato maestro di studi e di vita e noi pensiamo di procedere, anche nel prossimo futuro, sulla linea del rigore da lui segnata quando ventiquattro anni fa istituì il Premio. Una linea che si fonda sulla scelta di figure che possano rappresentare – in una cerimonia che raccoglie mesi di lavoro – le esperienze e le espressioni migliori delle Marche e dell’Italia nei campi della ricerca artistica e culturale, della scienza, dell’economia e dell’industria, della comunicazione, dello sport e del volontariato”.

 

Pin It on Pinterest

Share This