La didattica del corso di laurea in Giurisprudenza di Uniurb funziona, a dirlo è il Censis che la colloca al 6° posto nella classifica 2023-2024 delle lauree magistrali a ciclo unico attive negli Atenei statali italiani. Al risultato contribuisce certamente un innovativo ciclo di laboratori e di attività pratiche che, in costante dialogo con il necessario impianto teorico, consente agli allievi di allenare competenze professionalizzanti nell’era digitale del diritto. Per saperne di più sul percorso formativo abbiamo intervistato Marina Frunzio, docente di Fondamenti del diritto europeo e di Diritto romano, e Angelica Termite, studentessa Uniurb.
Ricordiamo ai lettori interessati che il prossimo Open Day dedicato al corso si svolgerà a Urbino il 31 agosto 2023. Per conoscere i dettagli dell’evento e prenotare il posto in aula cliccare qui.

 

La Professoressa Marina Frunzio

Professoressa Frunzio, le chiedo subito di “rispiegare” il punto di maggiore forza del corso di laurea in Giurisprudenza.

Se confrontata con molti altri corsi in Giurisprudenza italiani la nostra magistrale presenta punti di forza importanti perché prevede un’offerta formativa che ha un impianto necessariamente teorico integrato da una serie di laboratori che si svolgono tanto in presenza quanto online, e che forniscono delle competenze, non previste a livello ministeriale, di carattere immediatamente operativo, spendibili nel mondo del diritto. Non a caso, nella recente classifica Censis dedicata alla didattica delle magistrali a ciclo unico il corso di laurea in Giurisprudenza di Urbino ha guadagnato il 6° posto su 48 Atenei statali.

 

Le faccio solo pochi esempi. Terminato il percorso di studi, i nostri laureati sanno già redigere un atto giuridico perché hanno seguito le diverse attività laboratoriali dedicate alla scrittura giuridica. Inoltre, il corso include un laboratorio su Diritti, regole, internet perché siamo consapevoli che un giurista oggi non possa svolgere il suo lavoro soltanto consultando i codici, ma debba avere una competenza a trecentosessanta gradi che non esclude gli aspetti telematici.

 

Ai nostri studenti la magistrale offre, infatti, uno specifico Pacchetto office per il giurista: uno strumento che non viene normalmente messo a disposizione nell’ambito di altri corsi giuridici, così come il laboratorio di Public speaking che insegna le tecniche di retorica forense e come muoversi in un’aula di tribunale, così come in presenza di un cliente ecc. Non possiamo elencarli tutti per cui cito solo un altro importante laboratorio dedicato alle sfide dell’intelligenza artificiale applicata al diritto: un settore che sappiamo ormai nella sua massima espansione. Tutto questo perché vogliamo laureare giovani con competenze ancorate a una visione presente e futura del mondo.

Con questi giovani, voi docenti, che tipo di rapporto riuscite a costruire durante il percorso di studi?

La sede del Dipartimento di Giurisprudenza si sviluppa su due soli piani in cui noi docenti siamo perennemente in condivisione con le nostre studentesse e i nostri studenti, che per noi, veramente, “non sono matricole” sono persone – come recitava uno slogan dell’Ateneo – e addirittura sono persone proprio care, con le quali stringiamo delle relazioni umane. E io che lo vivo direttamente, mi sento di paragonare questo rapporto a quello che si crea fra genitori e figli.

 

Siamo esigenti sì, ma sappiamo anche essere un porto sicuro per i nostri allievi che non sono meteore che passano quando l’esame si conclude, ma sono il nostro orgoglio, sono la nostra scelta di vita e la nostra speranza per il futuro. Dopo le superiori ho studiato in un Ateneo del sud con migliaia di ragazzi, sono entrata, passata, sono andata via e nessuno si ricorda di me. Io, invece, ho memoria di tutte le risate, di tutti i pianti e l’angoscia, di tutte le mani strette e gli sguardi delle ragazze e i ragazzi che ho incrociato, tutti, per cui se potessi suggerire a qualcuno un luogo in cui studiare direi senz’altro Urbino.

“Rispieghiamo” anche in che modo l’orientamento alla formazione universitaria e l’orientamento alla professione, che caratterizzano il corso, si declinano rispetto al territorio regionale?

Sono in corso numerose convenzioni con gli ordini professionali e gli studi legali del territorio, che concepiamo in modo ampio. Molte sono, infatti, le possibilità di collaborazione per i nostri studenti con l’Ordine degli Avvocati di Urbino, Pesaro, Ancona e Rimini e con la Prefettura di Pesaro e Urbino, non ultima l’opportunità di svolgere tirocini formativi già durante l’ultimo anno di corso così da acquisire una certa formazione pratica ed essere pronti all’ingresso nel mercato del lavoro.

 

Il Dipartimento attiva anche convenzioni con istituti di formazione, per esempio quest’anno i nostri allievi hanno potuto frequentare un corso dell’ISTAO – l’Istituto Adriano Olivetti di Ancona: una delle maggiori Scuole di formazione manageriale – al termine del quale è stato rilasciato un diploma che insieme agli altri strumenti acquisiti consentirà loro un più utile approccio al mondo del lavoro nel territorio.

 

Stiamo anche avviando progetti che presenteranno l’offerta formativa del nostro Dipartimento direttamente negli istituti scolastici superiori, con l’obiettivo di favorire il passaggio dei diplomandi dalla Scuola all’Università in maniera progressiva e senza traumi. In questo modo proviamo a rispondere alle richieste, anche di ordine psicologico, di molti giovani disorientati di fronte alla possibilità di proseguire gli studi, affinché percepiscano l’Università per quello che realmente è: non qualcosa di alieno, di estraneo, ma un grande vantaggio assolutamente alla loro portata.

Angelica Termite

Angelica, sei originaria di Taranto e hai deciso di studiare Giurisprudenza a Urbino. Perché?

Perché la magistrale in Giurisprudenza di Urbino offre una serie di vantaggi didattici rispetto all’offerta formativa delle altre Università che ho valutato prima di iscrivermi. Infatti, prevede una serie di laboratori e di attività pratiche che hanno subito attirato la mia attenzione mentre raccoglievo le informazioni online sui vari corsi attivi a nord e a sud dell’Italia. Per cui, non ho avuto dubbi, l’ho scelto e non mi sono mai pentita.

 

Nell’ambito dell’insegnamento di Diritto penale, ad esempio, abbiamo imparato a scrivere un parere pro veritate e per farlo abbiamo simulato un processo: una parte della classe si occupava dell’accusa e l’altra della difesa. Il corso di Diritto commerciale ci ha permesso di seguire un laboratorio sul tema della mediazione per imparare a negoziare le controversie in modo efficace e collaborativo, e abbiamo anche partecipato alla Competizione Italiana di Mediazione conquistando il quinto posto nella classifica delle Università italiane.

 

Quindi il motivo principale della mia scelta riguarda la preparazione anche pratica che il corso offre e che si lega, in particolare, alla scrittura giuridica e alle tecniche di redazione degli atti normativi o amministrativi che siano, fondamentali per poter sostenere l’esame di stato per la professione forense o per partecipare a concorsi pubblici. Scrivere un atto, scrivere di diritto è molto diverso che esporre la teoria tenendola a mente e, infatti, in occasione degli ultimi concorsi per l’accesso in magistratura sono stati assunti molti meno candidati rispetto ai posti disponibili perché gli atti che la prova richiedeva non erano redatti correttamente.

Adesso che sei alla fine del percorso consiglieresti ad altri studenti e studentesse di iscriversi alla magistrale in Giurisprudenza?

Di sicuro! È un suggerimento che ho dato anche a mia sorella che da un anno frequenta il corso in Giurisprudenza a Urbino e si trova benissimo. Consiglierei la magistrale per i motivi di cui ho già parlato e anche perché prevede di indirizzare la propria preparazione verso tre percorsi diversi: uno generale, che è possibile personalizzare attraverso una serie di insegnamenti a scelta, e due organizzati secondo specifici piani di studio orientati al Diritto, impresa e mercato e all’Ordine pubblico e sicurezza.

 

Un altro aspetto importante da non sottovalutare è il ruolo della rappresentanza studentesca del corso in Giurisprudenza che è veramente efficace. Io stessa sono rappresentante per il mio corso nella Commissione paritetica di Ateneo e mi rendo conto di quanto siano realmente ascoltate le esigenze degli studenti. Intendo dire che noto una grande attenzione dei docenti e degli organi di Ateneo nei confronti delle necessità della comunità studentesca, cosa che mi rendo conto – parlando anche con amici che studiano in altre Università – non avviene sempre e ovunque.

 

E poi a Urbino non può succedere di essere soli. Quando sono arrivata temevo di non riuscire a conoscere altre persone, ma mi sono ricreduta subito perché la città è piccola ed è abitata prevalentemente da studenti che hanno voglia di fare amicizia e condividere tempo ed esperienze. Inoltre, per seguire i corsi nelle varie sedi dell’Ateneo non è necessario prendere il pullman basta camminare, e questo è l’altro grande vantaggio di Urbino che oltre a essere straordinariamente bella e un luogo anche molto sicuro!

“A Urbino non può succedere di essere soli” anche grazie al rapporto che si crea tra docenti e studenti?

Sì, anche. A Urbino succedono cose che altrove non accadono perché le classi sono formate dal giusto numero di studenti con i quali i professori possono stringere un rapporto non dico confidenziale, ma certamente meno formale che in altri Atenei. Il fatto di essere in pochi rende interattive le lezioni, nel senso che abbiamo la possibilità di fare domande, di dialogare col docente mentre spiega e usa metodi didattici innovativi che rendono l’insegnamento mai monotono e sempre diverso dalla lezione frontale standard.

 

Per esperienza posso confermare che i professori sono veramente interessati a ognuno di noi studenti. Una volta, alla fine della lezione, mi è capitato di non aver ben capito un argomento. Ho fatto presente i miei dubbi alla professoressa e lei si è seduta sulla sedia del banco di fronte al mio, ha preso un foglio e mi ha spiegato tutto, senza fretta e sempre col sorriso. E questa per me è stata una cosa ai limiti dell’assurdo perché mai avrei immaginato che un docente universitario potesse venirmi incontro in quel modo, con quella tranquillità e con quella voglia di farmi capire veramente le cose e afferrare i concetti. Sapere di poter contare su persone che hanno veramente a cuore la formazione dei propri studenti mi ha permesso di affrontare il percorso universitario con meno timore e tantissimo entusiasmo.

 

 

 

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