Denise Decarli è un’ex studentessa dell’Università di Urbino. Si è laureata nel 2013 in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche e subito dopo è entrata a far parte del Gruppo Aboca, dove oggi ricopre il ruolo di Early Phase Aps Coordinator. Ma quali sono state le tappe della sua carriera in ascesa nella nota healthcare company italiana? E, soprattutto, se la nostra alumna partecipasse al Career Day Uniurb come recruiter, per valutare figure professionali da accogliere nel suo gruppo di lavoro, di quali caratteristiche e abilità terrebbe conto? Scopriamolo nell’intervista che segue!
Dottoressa Decarli, la riporto per qualche istante nelle aule dell’Università di Urbino in cui ha studiato. Come ha vissuto quel tempo?
Quel tempo è stato bellissimo. A Urbino mi sono laureata in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche nel 2013, ma ricordo il primo giorno di lezione come se fosse ieri. In particolare, ho in mente la grande porta d’ingresso della Scuola di Farmacia che inizialmente mi intimoriva perché pensavo fosse troppo grande per me, per le mie capacità e poi, invece, è diventata una porta aperta sul mio futuro.
Sono stati anni di studio intenso: la mattina e il pomeriggio a lezione, poi a casa a studiare con i compagni di corso che, intanto, erano diventati anche amici. E quando dico “casa” intendo i collegi universitari dove ho vissuto e incontrato tantissime persone, imparando a entrare in relazione con tutti e tutte. Ricordo che andavo a lezione con la voglia di ascoltare, di imparare, facevo mille domande, interagivo con i professori: tutte persone interessanti e di valore che hanno contribuito a rendere quel periodo davvero unico.
Facciamo un altro salto temporale e raccontiamo la sua vita oggi e la sua carriera in Aboca?
Oggi sono una mamma – di due bambine bellissime – che è riuscita ad affermarsi nel mondo del lavoro con grande soddisfazione! A un mese dalla laurea ho sostenuto l’Esame di Stato, dopodiché sono stata contattata dalla farmacia nella quale avevo svolto il tirocinio e là ho fatto la mia prima esperienza lavorativa. Intanto, ho continuato a inviare il curriculum a diverse aziende per tener fede all’aspirazione di fare ricerca e qualche mese dopo, quando avevo appena firmato il contratto a tempo indeterminato per entrare stabilmente in farmacia, sono stata contattata da Aboca che mi ha proposto uno stage.
Ho sostenuto un colloquio e ho accettato, perché sono convinta che ai sogni non si debba rinunciare. Sono entrata in azienda come stagista, poco dopo ho firmato un contratto a tempo determinato e ho trascorso quattro anni molto stimolanti e di grande impegno, in cui ho imparato tanto grazie alla formazione continua interna e al lavoro pratico quotidiano. Nel 2018 sono andata in maternità e appena tornata l’azienda mi ha fatto una sorpresa.
Immagino una bella sorpresa!
Sì, mi è stato proposto il ruolo di Coordinatrice del gruppo Active Physiological System (APS), interno al laboratorio di Ricerca di Fitochimica nel quale lavoravo. In effetti, dopo un anno di assenza non sapevo cosa aspettarmi, perché il timore di non ritrovare ciò che si è contribuito a creare credo sia fisiologico in queste situazioni, io però ho trovato più di quanto potessi sperare.
In generale, grazie agli strumenti che Aboca mette a disposizione dei propri dipendenti sono riuscita a essere mamma e, allo stesso tempo, ad affermarmi nel posto in cui mi piace lavorare. Nonostante le due ore abbondanti di viaggio che separano Belforte all’Isauro, il paese in cui abito, dalla sede aziendale di Pistrino, in nove anni non ho mai pensato: non sto bene, mi sto annoiando, questa cosa non mi piace, perché Aboca mi permette di crescere ogni giorno in molti modi diversi.
Che ricordo ha del colloquio di lavoro con i recruiter Aboca e del percorso di inserimento in azienda?
Il primo colloquio l’ho fatto con Antonio Guarrera, HR Director Aboca, che ha valutato le mie competenze trasversali. Ricordo una conversazione intensa durante la quale Antonio, pur sapendo quanto distante fosse la sede dell’azienda dal paese in cui abito, mi disse che se avessi accettato la proposta di lavoro avrei fatto fatica a lasciare Aboca perché sarebbe diventata la mia seconda famiglia. E così è stato. Infatti, ogni mattina sono contenta di raggiungere il posto speciale in cui si realizza sempre qualcosa di nuovo, lo faccio con tanto impegno e con grandissimo piacere.
Il secondo colloquio l’ho fatto con la Responsabile del team di cui poi ho fatto parte che ha valutato le mie competenze più tecniche. Dopodiché, ho firmato il contratto e sono stata affiancata da quelle che oggi sono le mie colleghe e inserita nel gruppo di lavoro che oggi coordino.
Se partecipasse al Career Day Uniurb come recruiter e dovesse, il prossimo 26 ottobre, valutare figure professionali da accogliere nel suo gruppo di lavoro, di quali caratteristiche terrebbe conto?
Solitamente, in un colloquio di lavoro, le competenze più tecniche riesco a coglierle durante la presentazione che il ragazzo o la ragazza fa di sé. Quindi, nel corso di un ipotetico incontro con i candidati Uniurb mi premerebbe capire la tipologia di persona che ho di fronte. Mi chiederei: questa ragazza può lavorare in team? Questo ragazzo si approccia al mondo del lavoro con la volontà di imparare e, soprattutto, di collaborare con i colleghi? Perché una persona può essere anche tecnicamente eccelsa ma se poi non ha l’attitudine a lavorare in team vengono meno le sue soft skills.
Sintetizzando, cercherei una persona volenterosa che abbia voglia di conoscere e che si ponga umilmente all’interno del gruppo. Quindi, il consiglio che vorrei dare ai giovani che parteciperanno al prossimo Career Day è di documentarsi sull’azienda alla quale intendono proporre la propria candidatura. Perché è importantissimo capire quali sono i valori che muovono una determinata impresa, grande o piccola che sia, quali sono gli obiettivi a cui punta e cosa può dare ai propri dipendenti rispetto alle aspirazioni personali di ognuno di loro. Suggerisco anche, durante il colloquio, di mostrare interesse verso le diverse attività della società, di fare domande senza timore e, soprattutto, di far emergere i propri punti di forza mostrandosi comunque consapevoli di tutto ciò che ancora non si sa, ma che si vuole arrivare a sapere.