Da dicembre 2023 l’Università di Urbino è capofila del progetto internazionale ASSET – Teaching Accounting for Sustainability, Social and Environmental Transparency, proposto e accolto nell’ambito dei programmi Higher Education Erasmus+. L’innovativo piano di lavoro ha l’obiettivo di sollecitare gli studenti e le studentesse di accounting e business administration a considerare le diverse aree della contabilità – dal reporting aziendale alla contabilità manageriale, dalla finanza alla fiscalità – in una prospettiva di sviluppo sostenibile. Allo scopo, nei tre anni in cui si articola, il progetto prevede l’organizzazione di corsi intensivi ad hoc (Intensive Study Program), tenuti in lingua inglese e basati su attività didattiche innovative.
Il primo di questi ISP si è svolto a Urbino dal 2 al 6 settembre 2024, e ha portato in città settanta studenti e professori provenienti dai sette altri Atenei partner europei: di Francia, Portogallo, Spagna, Grecia, Austria, Lituania e Romania. Hanno coordinato l’evento le docenti referenti del progetto per Uniurb: Francesca Maria Cesaroni, Annalisa Sentuti e Federica Palazzi.
Ne parliamo con la Professoressa Francesca Maria Cesaroni, Project leader ASSET-Urbino, e con Paolo Palladino e Daniela Genito, allievi del corso di laurea magistrale in Economia, Management e Finanza.
Professoressa Cesaroni, qual è l’obiettivo formativo del primo Intensive Study Program ospitato da Uniurb?
Questo Intensive Study Program è il primo organizzato a Urbino, ma è solo l’ultimo di una lunga serie di corsi simili pensati e coordinati da un gruppo di colleghi, tutti docenti di accounting, che da diversi anni – precisamente dal 1993 – collaborano all’organizzazione di programmi didattici innovativi su contabilità, finanza e revisione contabile. L’obiettivo era, e tuttora resta, quello di rinnovare il modo di insegnare la contabilità adottando metodi all’avanguardia, realizzati in un contesto internazionale, per rendere più attuale, più coinvolgente e, perché no, anche appassionante una materia che rischia altrimenti di essere percepita come troppo tecnica e fredda. Io e altri docenti di Uniurb ci siamo uniti a questo gruppo di colleghi nel 2013, e siamo molto fieri e onorati di portare avanti l’iniziativa.
Ora come allora, il nostro intento è quello di far percepire agli studenti che l’accounting è una materia estremamente viva, che non si esaurisce con la monotona esecuzione di calcoli e il rispetto di noiose procedure. Al contrario, la contabilità è la linfa che alimenta la vita delle aziende, la bussola per guidarle e il cruscotto indispensabile per comprendere e tenerne sotto controllo il funzionamento, per prendere decisioni strategiche. Studiare contabilità significa conoscere ed entrare nei meccanismi vitali delle aziende, decifrare il linguaggio del business, trasformare i numeri in azioni concrete e guidare le aziende verso i propri obiettivi.
La sostenibilità è il filo conduttore dell’ISP 2024, è esatto?
Sì. L’abbiamo scelto perché la sostenibilità è un tema che riguarda tutti. Coinvolge noi come privati cittadini, riguarda i governi e i politici, le imprese e anche gli studenti e le studentesse, in particolare di Economia e Management. Una volta laureati, proprio loro si troveranno, molto probabilmente, a lavorare con o per le aziende. Saranno manager, consulenti aziendali e finanziari, dottori commercialisti ed esperti contabili, analisti, impiegati di banca o direttori amministrativi. In questi ruoli, i nostri laureati e laureate dovranno essere in grado di guidare le imprese verso la sostenibilità. Dovranno saper produrre, analizzare, interpretare e utilizzare informazioni relative ai comportamenti e alle performance legati alla sostenibilità delle diverse realtà produttive.
Per questo motivo, i moduli didattici proposti all’interno dell’ISP sono stati progettati con l’intento di rendere gli studenti consapevoli di come la sostenibilità influenzi e modifichi tutti i comportamenti, i processi e le attività delle aziende. Non solo le parti più operative, ma anche i processi contabili e i sistemi informativi aziendali. La sostenibilità, infatti, sta cambiando anche le informazioni che le imprese devono produrre, divulgare ai propri stakeholder e utilizzare internamente per gestire e controllare l’attività, per prendere decisioni e valutare i risultati e le performance, non solo finanziarie ma anche quelle legate ai cosiddetti obiettivi di sviluppo sostenibile.
Paolo, perché hai partecipato al corso intensivo del progetto ASSET?
Ho partecipato all’ISP perché mi interessavano i temi che avevo già studiato nel corso di contabilità e di sostenibilità applicata ai report, in termini di ESG reporting, e ho voluto approfondirli allenandomi anche nella conversazione in inglese. Non sono argomenti di semplice acquisizione perché si basano su una normativa complessa, però non possiamo fare a meno di conoscerli e studiarli per contribuire a un cambiamento culturale globale che è assolutamente necessario. Ciò che abbiamo fatto in questa settimana è stata una maggiore e più rigorosa applicazione delle conoscenze teoriche durante i lavori di gruppo dedicati alla risoluzione di casi studio.
Come si sono svolte le attività didattiche?
Abbiamo lavorato in gruppi di 5-8 persone che cambiavano ogni giorno, per cui potevamo confrontarci su aspetti differenti con docenti e compagni di corso stranieri sempre diversi. Tra l’altro, i docenti non solo si occupavano della parte teorica dell’insegnamento, ma ci seguivano molto da vicino anche nella parte pratica. L’esperienza del lavoro in team la pratichiamo anche nell’ambito di diverse materie del corso di laurea, però fatta in questo modo – con un’interazione così forte che coinvolge persone di culture diverse che portano punti di vista anche nuovi sugli argomenti trattati – è veramente efficace. Inoltre, sono nate delle belle amicizie, quindi in generale sono molto contento di aver partecipato al progetto e spero di farlo anche l’anno prossimo, compatibilmente con gli altri impegni di studio.
Daniela, ti chiedo un’opinione sulla tua partecipazione all’ISP.
L’esperienza si è rivelata qualificante per l’indirizzo di studio che ho scelto, e stimolante perché mi ha fatto riflettere su argomenti di attualità fondamentali come la rendicontazione in chiave sostenibile. Inoltre, mi ha permesso di esercitare l’inglese e il lessico più specifico legato agli argomenti di economia che abbiamo trattato. Dal primo giorno abbiamo familiarizzato con le direttive di reporting finanziario e di sostenibilità e, dal confronto tra i vari obiettivi, è nata una discussione, un dibattito, che ha stimolato la capacità critica di ognuno di noi e la volontà di non prevalere sull’altra parte ma di sviluppare un dialogo aperto ed equilibrato.
Quali altre abilità ha sollecitato questo corso intensivo?
Sicuramente quella di lavorare in gruppo anche in situazioni di stress. Dovevamo, infatti, collaborare con persone che non avevamo mai incontrato prima, comunicare in inglese, e trovare insieme soluzioni condivise in tempi rapidissimi. Questa serie di operazioni mi ha dato la possibilità di potenziare la capacità di problem solving, oltre che di migliorare le mie conoscenze teoriche. Avevamo livelli differenti di conoscenza dell’inglese, di conseguenza a volte era difficile interagire, creare il dibattito, e nello stesso tempo trattare determinate tematiche tecniche complesse. Diciamo che ho colto questa condizione di tensione produttiva come un’opportunità, perché nel mio futuro lavorativo vorrei essere in grado di gestire le situazioni più diverse con calma e lucidità. In quei giorni ho lavorato bene in team e molto su me stessa, per questo sto pensando di partecipare al progetto anche il prossimo anno.