A Urbino, il filo tenace che tiene insieme pensiero, memoria e architettura, si è teso e offerto, ancora una volta, alla riflessione collettiva attraverso il progetto Bo/De Carlo. Pensare una città. Un ateneo nel segno del contemporaneo, a cura del Rettore Giorgio Calcagnini e della Professoressa Tiziana Mattioli. Nel cuore di questo ciclo di conferenze, il tema dell’architettura libertaria, “senza ideologie fisse”, che attraversa l’opera e le scelte esistenziali di Giancarlo De Carlo, ha trovato nuova voce nell’intervento che Franco Buncuga – architetto, docente, giornalista e scrittore – ha tenuto martedì 17 giugno nell’Aula Magna del Rettorato e, per larga parte, anche nella videointervista che condividiamo. Il racconto dell’allievo di De Carlo prende avvio dall’adesione all’anarchismo, condivisa col Maestro negli anni della formazione e della militanza culturale, per esplorare subito dopo la genesi del volume – pubblicato da Buncuga – che raccoglie nel ritmo di un dialogo aperto la biografia autorizzata dell’architetto genovese. L’ultima parte della testimonianza restituisce un’idea di progettazione sociale, “di metodo De Carlo” ancora vivo nella contemporaneità, che nasce da un preciso gesto interiore, da una prossimità alla vita prima che alla forma.