Martedì 24 giugno, nell’Aula Magna di Palazzo Battiferri, il Rettore Giorgio Calcagnini ha conferito il Sigillo di Ateneo al genetista Bruno Dallapiccola. Figura di riferimento nel panorama della genetica medica internazionale, durante la sua lunga carriera accademica, il Professor Dallapiccola ha guidato l’insegnamento di Genetica Umana nelle Università di Tor Vergata e Sapienza di Roma, e ha assunto la direzione scientifica dell’IRCCS “Casa Sollievo della Sofferenza” e dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma, di cui oggi è Direttore Scientifico Emerito. Fondatore della Società di Genetica Umana (SIGU) è stato membro del Consiglio Direttivo della Società Europea di Genetica Umana (ESHG), partecipando con oltre mille pubblicazioni scientifiche e venti monografie a un’esplorazione intellettuale profonda, mossa dalla volontà di comprendere, condividere e, soprattutto, di “non lasciare indietro nessuno”, ha spiegato nella videointervista che condividiamo.
Nello sguardo dello scienziato e dell’uomo abbiamo rintracciato l’urgenza di una sanità che accolga l’uguaglianza come principio fondativo, e riconosca il diritto alla cura come parte integrante della dignità dell’uomo. «In un mondo in cui c’è troppa discriminazione – ha spiegato – uno dei crucci che ho nel cuore è di non essere ancora riuscito a raggiungere l’obiettivo di dare risposte a tutti. Un lavoro a cui mi dedico da tempo con i miei collaboratori ha portato, quest’anno, alla creazione di una rete nazionale di ascolto e presa in carico dei malati rari senza diagnosi che si estende dal Piemonte alle Isole, e comprende ventiquattro centri che operano con protocolli analoghi per dare a chi ha bisogno opportunità simili, indipendentemente dal nome della malattia, e di intervenire con trattamenti medici sulle aree di maggiore fragilità della persona».
Le ricerche del Professor Dallapiccola hanno contribuito, dunque, all’avvio di una nuova stagione della genetica medica, che ha trasformato l’indagine molecolare in un codice etico, irrinunciabilmente umano. Una grande rivoluzione che ha avuto inizio proprio nei laboratori e nelle aule del nostro Ateneo dove, negli anni Ottanta, gli fu affidata la cattedra di Genetica Umana. «Se i ricordi più belli sono scolpiti nel cuore – ha rimarcato con gratitudine – Urbino con me ha fatto una scultura. L’esperienza che qui ho vissuto non si è mai ripetuta altrove. Il riconoscimento che oggi ricevo dall’Università mi onora profondamente».