Uniurb ha molti cuori pulsanti. Uno di questi batte nel perimetro ampio e necessario del Centro Teatrale Universitario Cesare Questa: un laboratorio permanente di visione, in cui le idee diventano scena, linguaggio vivo, incontro. A dare sostanza a questo incantesimo creativo, che tiene in equilibrio rigore tecnico e fantasia poetica, è una squadra giovane e appassionata capace di trasformare l’ispirazione in evento, le piazze in palcoscenici, la città in un sistema passante di pensieri condivisi. Nel modo più alto e grande, questo prodigio accade quando l’estate arriva e porta con sé la meraviglia di Urbino Teatro Urbano.
L’ottava edizione dell’attesissimo festival si è aperta lunedì 30 giugno, in Piazza Duca Federico, con lo spettacolo Moby Dick, scritto e diretto da un acrobata della parola: Roberto Mercadini, attore, scrittore, poeta e divulgatore. Com’è andata? Un successo annunciato! Seguitissima anche l’esibizione della compagnia Club Alieno. La performance itinerante Urban Suite si è accesa ieri, alle 21.15, in Piazza Duca Federico e, da lì in poi, in cammino lungo vicoli e piazze, è stata un invito a vivere la città come esperienza di relazione, attraverso gesti di occupazione affettiva e gentile del contesto urbano.
«Quello che ci piace fare ogni anno – ha spiegato Michele Pagliaroni, Direttore artistico del CTU – è scoprire nuovi spazi della città da dedicare all’atto performativo. Quest’anno, il 4 luglio, porteremo per la prima volta uno spettacolo nel bellissimo cortile interno della Biblioteca di San Girolamo: un luogo magnifico, perfetto per il teatro che ci appartiene: diretto, vicinissimo al pubblico, popolare nel senso più alto del termine. Il giorno dopo saremo nella straordinaria piazzetta del Carmine, con uno spettacolo internazionale firmato da Luca Franceschi, artista italo-belga che il pubblico della nostra Provincia ha imparato a conoscere grazie al Teatro Battelli di Macerata Feltria».
Ecco una mappa veloce delle prossime iniziative. Questa sera, sempre alle 21.15 in Piazza Duca Federico, a dare voce e corpo al collage teatrale Molière Suite, costruito sui classici del grande commediografo francese, saranno Francesca Gabucci e Stefania Medri. Giovedì 3 luglio, alle 21.15, Pietro Cerchiello offrirà al pubblico raccolto alla Fortezza Albornoz le Tecniche di lavoro di gruppo (appunti per uno schiuma party). Un racconto sincero e spiazzante su educazione, scuola, passioni, desideri e nuove generazioni. Dalle 23.00, l’evento proseguirà in musica con il Komorebi Live Tour 2025 dei PINAKOTEK.
Dopo l’esperienza travolgente dell’Aulularia, venerdì 4 luglio, nel cortile interno della Biblioteca di San Girolamo, il CTU Cesare Questa restituirà alla scena un altro classico plautino rivisitato: la Casinaria. Sabato 5 luglio, alle 21.15, nell’incantevole Piazzetta del Carmine, concluderà il festival Essere o non essere di Luca Franceschi: un one man show che arriva dal Belgio e conta oltre 500 repliche nel mondo.
Ma UTU non è solo rappresentazione scenica, è un universo “a molti mondi”, che vive ed esiste anche nelle realtà parallele del confronto e della trasmissione di saperi e pratiche. Scopriamo quali sono le attività culturali in palinsesto per questi ambiti. Nell’Auditorium della Biblioteca di San Girolamo, giovedì 3 luglio, alle 18.30, si terrà l’incontro dedicato a Don Italo Mancini: Non un testamento, a cura di Marco Corsucci e Giacomo Lilliù. In sostanza, assisteremo a una conversazione performata sul percorso di ricerca che nelle prossime stagioni vedrà impegnati il CTU Cesare Questa e la compagnia Pallaksch. La stessa location, venerdì 4 luglio, alle 18.00, ospiterà il racconto-conversazione La maschera in Pseudoplauto, per voce di Stefano Perocco, Tullia Dalle Carbonare, Roberto Danese e Michele Pagliaroni.
Aperti, senza biglietto e limiti temporali saranno gli eventi della sezione UTU OFF. Fino al 3 luglio nel centro storico sarà possibile partecipare al workshop di movimento urbano Where we stand, curato da Chiara Belpassi. Dal 3 al 5 luglio, in via Bramante 12, Davide Simonetti e il Dottor Ferdinando de Blasio di Palizzi animeranno Radiocitofono: il format radiofonico che mescola satira, giochi e incursioni nella vita di quartiere.
«Accanto alla programmazione artistica – ha continuato il Direttore Artistico del CTU – durante il festival portiamo avanti percorsi di alta formazione pensati per giovani professionisti della cultura provenienti da tutto il Paese. Ma non si tratta di recitazione o regia: si lavora su organizzazione culturale, comunicazione, allestimento tecnico, tutto ciò che serve per trasformare un’idea in un progetto reale, radicato nei territori.
Dalla prima edizione abbiamo ospitato oltre 150 compagnie e più di 700 partecipanti, arrivati a Urbino per potenziare la propria visione e portare altrove un po’ di quello che qui accade. Condividere competenze, costruire reti, alimentare esperienze è ciò che ci interessa e che ci rende felici dei risultati raggiunti».
Nelle aule dell’Area Scientifico-Didattica Paolo Volponi e nella Sala del Maniscalco, fino al 4 luglio, si potranno seguire, infatti, i corsi della masterclass Fai il tuo teatro! – Alta formazione per associazioni culturali. Contestualmente, e fino al 5 luglio, Palazzo Viviani accoglierà i partecipanti all’Atelier di costruzione della maschera in cuoio, condotto da Stefano Perocco di Meduna e Tullia Dalle Carbonare.
E poi ci sarà Piazze. Prima del punto finale non possiamo non segnalare l’appuntamento con un’altra anima di Urbino Teatro Urbano – il festival nel festival – a cui siamo affezionatissimi. Piazze… che come UTU è, a tutti gli effetti, una piattaforma di Terza Missione, alimentata dal dialogo costante tra Uniurb e il suo territorio, e dalla collaborazione consolidata tra il Centro Teatrale Universitario e il tessuto civico della provincia di Pesaro e Urbino.
«Da metà luglio al 3 settembre – annuncia Michele Pagliaroni – saremo in viaggio con Piazze: lo spin-off estivo di UTU. Toccheremo 14 comuni dell’entroterra marchigiano, portando il teatro fuori dalle sue mappe abituali. Sarà un’estate di teatro popolare, per abitare insieme i luoghi con storie, voci e presenza vera».