
Credit AZS Warszawa
Medaglia di bronzo al collo e sorriso di chi ha lottato fino in fondo, Luca Grestini ha centrato il podio ai Campionati Europei Universitari EUSA, disputati a Varsavia dal 22 al 25 agosto 2025. Iscritto al quinto anno del corso di laurea in Giurisprudenza, Luca ha raggiunto questo importante risultato nella categoria +63-68 kg del taekwondo, rappresentando l’Università di Urbino come unico atleta in gara negli sport da combattimento. «È stata una soddisfazione personale grandissima – ha raccontato nell’intervista che segue – e sapere di aver rappresentato da solo l’intero Ateneo rende questa medaglia ancora più preziosa». Tra le prossime sfide: la laurea, i Campionati italiani e un’altra corsa verso gli Europei. Perché prima di “diventare grande” e confrontarsi con l’universo delle professioni ha qualche altra vittoria da portare a casa.
Luca, molti complimenti! Quanto pesa questa medaglia conquistata rappresentando Uniurb?
Grazie! Questa medaglia rappresenta il risultato di un percorso costruito nel tempo, per cui sono molto soddisfatto. Durante i sei giorni di gara il mio unico obiettivo è stato restare concentrato, fare bene dall’inizio alla fine ed essere all’altezza della competizione. Era solo la mia seconda esperienza internazionale da cintura nera – la terza in assoluto – e più che puntare al podio, volevo viverla al meglio, con il giusto atteggiamento e il massimo impegno. A rendere tutto ancora più significativo ha contribuito il fatto che fossi l’unico atleta della mia Università a partecipare agli sport da combattimento, non solo nel taekwondo, ma in tutte le discipline in programma: judo, karate, kickboxing. È stata una soddisfazione personale grandissima, e sapere di aver rappresentato da solo l’intero Ateneo rende questa medaglia ancora più preziosa.
Durante la gara, c’è stato un momento in cui hai capito di poter salire sul podio?
Ho capito che potevo salire sul podio nel terzo round dei quarti di finale. È stato l’incontro più impegnativo, soprattutto dal punto di vista mentale. Nel primo round mi sono sentito in pieno controllo. Ero lucido, concentrato, non ho subito neanche un punto. Nel secondo, invece, ho perso un po’ il focus e mi sono distratto. La gestione della concentrazione è sempre stata una sfida per me. Infatti, capita spesso che sia lì a chiedermi «perché in gara sale la tensione e, invece, durante un esame riesco a mantenere la calma?». Poi nel terzo round sono rientrato in gara con la stessa lucidità dell’inizio e, a pochi secondi dalla fine, mi è stato chiaro che se avessi continuato così, con quella concentrazione, una delle tre medaglie sarebbe stata mia.
Quando hai cominciato a praticare taekwondo e perché hai scelto proprio questa disciplina?
Mi sono avvicinato al taekwondo in quinta elementare, quando nella palestra comunale della scuola ho seguito un corso che, pian piano, ha acceso una passione grandissima per questo sport. È una disciplina che mi fa stare bene, che mi fa lavorare per obiettivi, mi insegna a gestire concentrazione ed emozioni, in poche parole mi migliora, non solo come atleta. Intorno ai sedici anni ho dovuto interrompere gli allenamenti a causa di un infortunio e di alcuni imprevisti e, dopo il Covid, ho deciso di riprendere dedicandomi all’agonismo. Ho cambiato palestra e ho trovato un ambiente molto stimolante, con ragazzi della mia età, determinati e appassionati.
Il passaggio ufficiale alla cintura nera è arrivato a dicembre 2024, dopo aver maturato un po’ di esperienza nelle gare anche da cintura rossa avanzata, e dal 2025 ho iniziato a gareggiare come cintura nera a tutti gli effetti. In un certo senso, mi considero ancora all’inizio del percorso, ma so di essere sulla rampa di lancio, con l’entusiasmo e la determinazione necessari per costruire qualcosa di importante.

Credit AZS Warszawa. Nell’immagine della premiazione, Luca Grestini è il terzo da sinistra.
Immaginavo fossi iscritto alla Scuola di Scienze Motorie e, invece, scopro che stai frequentando l’ultimo anno del corso di laurea in Giurisprudenza!
Sì, studio Giurisprudenza. Quando lo racconto, spesso le persone si sorprendono. In effetti, molti atleti che conosco scelgono percorsi più vicini al mondo dello sport, come Scienze Motorie o della Nutrizione. Io, invece, ho deciso di seguire un interesse diverso nato già alle superiori: il diritto. Era una delle materie che mi interessava veramente, che stimolava il mio pensiero e che poi ho voluto approfondire nel percorso universitario.
All’inizio avevo qualche dubbio perché sapevo che sarebbe stato impegnativo, lungo, e allora per superare i timori ho fatto un patto con me stesso scegliendo di procedere per gradi, esame dopo esame, senza l’ansia di chiudere tutto “nei tempi giusti” o di sottrarre tempo allo sport, al lavoro, alla vita, ma con l’obiettivo di capire se questa strada potesse davvero appassionarmi. E così è stato.
Ti piace studiare Giurisprudenza a Urbino?
Molto! Uno degli aspetti che più apprezzo è il rapporto diretto con i docenti, la possibilità di interagire facilmente con loro durante le lezioni, in classi non troppo affollate che consentono di intervenire, di fare domande e di essere riconosciuti. Questo rende lo studio più efficace e coinvolgente. In particolare, ho trovato molto utili i laboratori pratici, come quello sulla mediazione e la conciliazione: un’opportunità concreta per conoscere professioni di cui spesso si ignora l’esistenza.
Inoltre, fin dal primo anno si è creato un bel rapporto non solo con i compagni di corso in aula, ma con i ragazzi e le ragazze che frequentano la Scuola di Giurisprudenza. Ci conosciamo praticamente tutti e ci confrontiamo anche con studenti più giovani, condividendo consigli, suggerimenti sul metodo di studio o informazioni pratiche sulla città e sulla vita universitaria. È lo stesso tipo di aiuto che ho ricevuto io all’inizio del percorso, e che oggi mi fa piacere restituire.
Serve rigore per salire su un tatami e anche per affrontare un esame di Diritto Costituzionale. Rispetto ai tuoi obiettivi, quanto contano disciplina, concentrazione, costanza?
Disciplina, costanza e concentrazione sono tre parole chiave, sia nello studio, sia negli allenamenti. Sono le qualità che permettono di arrivare alla fine di una giornata, o di una competizione, con la sensazione di aver dato il massimo. Entrambe le attività mi appassionano profondamente per questo riesco a viverle con intensità, senza subirle. Certo, a fine giornata la fatica si sente, anche perché lavoro per un’agenzia assicurativa, ma è una stanchezza buona. Spesso, dopo l’allenamento, mi sento più leggero, più lucido, e riesco a studiare meglio.
In un certo senso, l’allenamento diventa un modo per liberare la mente e creare spazio per nuove informazioni. Ovviamente ci sono periodi più impegnativi, soprattutto quando esami e gare si concentrano a poca distanza tra loro. In quei casi, lo stress si somma e va gestito con attenzione. Per questo cerco di organizzarmi in anticipo, prevedendo anche momenti di recupero. Sapere che avrò qualche giorno per staccare mi aiuta, infatti, a reggere meglio la pressione e a mantenere l’equilibrio.
Diritto e sport: pensi che un giorno possano incontrarsi anche nel tuo futuro professionale?
Dopo la laurea mi prenderò un breve periodo di pausa per riflettere con lucidità sulla direzione da prendere e valuterò anche questa opportunità lavorativa. Sto cominciando a considerare diverse strade, che includono sia la possibilità di continuare a studiare – magari per preparare concorsi per magistratura o avvocatura – sia quella di proseguire la mia crescita professionale nel settore assicurativo, in cui sono già inserito.
Non ho le idee chiare su cosa “farò da grande”, so con certezza che voglio laurearmi e raggiungere ancora qualche obiettivo nello sport, a cui tengo molto. A livello agonistico, infatti, i traguardi che mi piacerebbe tagliare non sono pochi. Inizierò a breve la preparazione per i Campionati Italiani, poi ci saranno i Campionati Nazionali Universitari e, il prossimo anno, spero anche di partecipare agli Europei. Ecco, mi piacerebbe chiudere bene i due percorsi che mi stanno formando – università e taekwondo – prima di “diventare grande”!