Dal 20 al 25 luglio il Dipartimento di “Studi Internazionali. Storia, Lingue, Culture” dell’Università di Urbino rispolvera il Rinascimento. Summer School Urbino Renaissance Lectures: questo il nome originale della scuola estiva dedicata al periodo che più ha contribuito a fare della città un sorta di grande incubatrice. “L’idea – spiega il professor Giorgio Nonni, direttore del corso – nasce all’interno del processo di internazionalizzazione, tant’è che le lezioni saranno integralmente in lingua inglese.
Il Rinascimento è una scelta quasi obbligata: in questo periodo la città è stata il nucleo di quell’Umanesimo scientifico che ha influenzato la civiltà europea moderna. Vorrei però precisare che non tratteremo solo un Rinascimento, ma spazieremo fra i diversi Rinascimenti: dalla letteratura alla filosofia, dalla scienza alla musica. Passando per Firenze, Venezia e altri centri importanti dell’epoca e mettendo insieme tasselli di realtà diverse”.
C’è un tema specifico? “Sì, i corsi si occuperanno soprattutto del rapporto fra corte e città (The Court and the City) in relazione alla polis moderna. C’è una domanda che sta al fondo: come può Urbino affrontare le sfide odierne se non poggiando sulla propria tradizione per costruire il futuro, per trovare idee nuove? Abbiamo perciò pensato di affidare l’apertura dell’iniziativa ad una Tavola rotonda alla Data dove si incontreranno intellettuali, studiosi del periodo e amministratori di tutto il territorio. Proprio come al tempo del Duca Federico, che seppe avere visioni politiche ma anche culturali (non dimentichiamo che nel 1400 la sua era una delle più grandi biblioteche esistenti).
Questo è un modo per rimarcare la necessità di replicare un modello non dissimile, all’interno del quale l’Università possa assumere un ruolo essenziale. Interverranno ad esempio il critico d’arte e assessore a Rivoluzione – Cultura e Agricoltura – Difesa del Paesaggio e del Centro Storico Vittorio Sgarbi, l’assessore all’urbanistica Roberto Cioppi e l’architetto Patrice Ceccarini, che darà una lettura filosofica dell’architettura rinascimentale”. Corte rinascimentale e umanesimo scientifico: che cosa è rimasto? “Premesso che non ci occuperemo solo della corte urbinate, ma anche delle corti italiane ed europee, credo che in città persista una sorta di identificazione con la figura e il mito di Federico di Montefeltro e tra Palazzo e Città. Talvolta questa identificazione diviene ossessiva. L’altro lato delle medaglia tuttavia è che questa, come sosteneva Volponi, è terra di visionari, naturalmente nel senso edificante del termine. E allora dell’Umanesimo scientifico che cosa ci rimane? Senz’altro la tèchne, la capacità di sapere e saper fare. L’eredità dei luoghi nei quali è stato costruito uno dei primi cannocchiali galileiani è una ‘memoria tecnica’ riscontrabile tuttora, come ho potuto rilevare in realtà produttive del territorio e in particolare nella meccanica di precisione”.
La frequenza al corso, aperto a diplomati e laureati, darà diritto a 6 Cfu e permetterà di acquisire conoscenze e competenze spendibili a livello internazionale e in vari settori del mondo del lavoro.
Per info e iscrizioni, entro il 20 giugno: raffaella.santi@uniurb.it
Maggiori dettagli qui: www.uniurb.it/renaissancelectures