Venerdì 11 novembre l’Aula Magna di Palazzo Battiferri ha ospitato il convegno Attività fisica e salute: dalla ricerca all’applicazione clinica, organizzato nell’ambito delle celebrazioni di Uniurb che rendono omaggio ai vent’anni della Scuola di Scienze Motorie. L’intensa giornata di studi ha fatto luce sugli esiti più recenti delle ricerche che orbitano intorno al tema dell’attività fisica adattata a condizioni fisiopatologiche.

“È universalmente riconosciuto – ha spiegato il Professor Piero Sestili, Presidente della Scuola di Scienze Motorie – che la pratica dell’attività motoria adattata a determinate condizioni cliniche rappresenti un sistema per migliorare la resa degli interventi terapeutici consolidati tradizionali. Per intenderci, i farmaci che assumiamo per l’ipertensione hanno un ottimo effetto e rappresentano la base di ogni terapia antiipertensiva, ma se vogliamo migliorarne la resa e, soprattutto, investire in prevenzione secondaria per far sì che la malattia rimanga sotto controllo possiamo fare ricorso anche a un’attività motoria programmata per quel tipo di problematica.

Oggi noi siamo qui proprio per testimoniare questo tipo di impegno, di vocazione e di auspicio. Un auspicio che è stato approfondito anche nella tavola rotonda dove i portatori di interesse, gli stakeholder, gli enti pubblici, la sanità, l’Università si sono confrontati per capire come avviare e attuare delle politiche di integrazione che vedano l’attività motoria adattata entrare come parte ausiliaria, ma importante nella pratica clinica quotidiana, per la gestione di diversi tipi di pazienti”.

I contributi dei molti relatori provenienti da Atenei italiani e stranieri hanno attraversato tre diverse sessioni tematiche: la prima dedicata agli Effetti dell’attività fisica in fisiopatologia, clinica e terapia, quella successiva all’Alimentazione in fisiopatologia, clinica e terapia, l’ultima agli Aspetti traslazionali: integrazione tra ricerca e clinica. “Il convegno – ha commentato il Professor Antonio Paoli, dell’Università degli Studi di Padova – ha fatto il punto sulla ricerca sviluppata nell’ambito delle Scienze Motorie.

Ne è emerso che abbiamo sempre più coscienza dell’importanza di un approccio scientifico all’esercizio fisico e delle ricadute che l’attività motorie ha sulla salute della popolazione in generale, ma che altrettanto essenziale è saperla prescrivere questa attività motoria, saperla condurre e saper costruire specifici programmi di allenamento. E in questo processo il laureato in Scienze Motorie, il chinesiologo di base e il chinesiologo dell’attività motoria preventiva adattata sono senz’altro figure fondamentali”.

Ha chiuso i lavori il dibattito che ha animato l’affollata tavola rotonda nel corso della quale studiosi, decisori pubblici e operatori sanitari si sono confrontati su un largo ventaglio di aspetti dell’attività motoria e dei suoi benefici in una prospettiva progettuale di intervento multidisciplinare. In proposito, il Professor Massimo Lanza, dell’Università degli Studi di Verona, concludendo ha commentato: “questo convegno ci ha permesso di riflettere sull’evoluzione che hanno avuto in questi vent’anni i corsi di laurea in Scienze Motorie.

Durante la tavola rotonda abbiamo anche riflettuto sull’opportunità di lavorare in maniera organizzata e strutturata alla promozione dell’attività fisica presso un pubblico in età avanzata. A Verona, in collaborazione con le istituzioni comunali e con il sistema sanitario locale, abbiamo – ad esempio – implementato un centro fitness di attività adattata per la popolazione anziana, anche con patologie molto importanti come diabete, parkinson e Alzheimer. Una struttura che potrebbe funzionare da prototipo replicabile che combina la ricerca con la formazione e con la modellizzazione di proposte orientate alla promozione dell’attività fisica nel territorio”.

 

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