Si è aperta ieri la prima Spring Edition del Career Day di Uniurb: l’evento che consente a studenti e neolaureati di accostarsi al macrocosmo del lavoro incontrando formatori e recruiter aziendali. Fino al 26 maggio i giovani interessati potranno partecipare a workshop, seminari e laboratori organizzati in collaborazione con gli operatori dei Centri per l’impiego di Urbino, Pesaro e Fano, potranno proporre la propria candidatura e partecipare al colloquio di selezione. 152 sono le posizioni aperte, 47 le aziende che accoglieranno i potenziali dipendenti nella Sala del Trono del Palazzo Ducale di Urbino giovedì 25 maggio. Quel giorno sarà presente anche Biesse Group: multinazionale leader nella tecnologia per la lavorazione di legno, vetro, pietra, plastica e metallo, che da anni collabora con la nostra Università. Qual è il profilo del candidato ideale secondo Biesse? Lo abbiamo chiesto a Enrico Tinti, Human Resources Director del Gruppo.

 

 

Dottor Tinti, tra Uniurb e Biesse Group la collaborazione è di lunga data. Immagino si tratti di un esempio di partnership efficace tra Università e Impresa: è un’ipotesi che condivide e perché?

Sì, condivido assolutamente. Parlare di partnership, in effetti, credo sia molto appropriato per più di una ragione. Prima di tutto perché si tratta di una collaborazione basata su una sintonia di interessi e su uno scambio reciproco. In secondo luogo perché è multiforme, ricca e nasce da un dialogo costante che riguarda essenzialmente una comune visione rispetto allo sviluppo dei giovani e a quello del territorio. In effetti, Biesse è un’azienda nata nel territorio regionale che negli anni è cresciuta molto nei mercati internazionali: caratteristica questa che rappresenta un grande vantaggio per entrambi i partner, perché unisce sensibilità verso il territorio e visione internazionale.

In Italia il divario tra la formazione dei laureati e le competenze richieste dal mercato del lavoro continua a crescere. La questione è avvertita e dibattuta anche in Biesse?

Sì della questione si discute in azienda perché è un tema in cui ci imbattiamo quotidianamente. Il mismatch che io noto è a due livelli. Un macro mismatch che riguarda la carenza, per molte aziende in Italia e in Europa, di laureati in discipline tecnico-scientifiche che di fatto scarseggiano. Chiaro che per sensibilizzare i ragazzi e suscitare in loro l’interesse per le materie economiche e STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics) occorre intervenire nell’area di istruzione che precede la formazione universitaria, e come azienda cerchiamo di fare la nostra parte collaborando anche alle attività di orientamento nella scuola superiore.

 

Un secondo livello di mismatch può riguardare il possibile non allineamento delle competenze soft dei laureati rispetto alle richieste del mercato del lavoro. Sul tema è bene non generalizzare, perché se da una parte può essere vero che, a volte, i neolaureati vengono da un percorso abbastanza debole in fatto di stage e tirocini, dall’altra parte è vero anche che le aziende organizzate possono contribuire e ovviare offrendo la propria disponibilità ad esperienze pre-laurea e, soprattutto, costruendo percorsi di formazione e di inserimento post-assunzione, e investendo sui programmi di onboarding.

 

Inoltre, se per un verso è importante che i giovani si allineino ai bisogni e agli stili comportamentali del mondo aziendale, dall’altro è fondamentale che le aziende siano in una posizione di ascolto costante rispetto a questi ragazzi e ragazze per individuare idee nuove e spunti di valore funzionali alla crescita dell’impresa e anche alla gestione della convivenza tra le diverse generazioni di lavoratori che ne fanno parte.

Il Gruppo Biesse presidia costantemente il Career Day dell’Università di Urbino. Quale feedback può restituire dell’esperienza?

Partecipiamo al Career Day dell’Università di Urbino da molto tempo ormai e posso dire che si tratta di un’esperienza che si evolve di anno in anno. La cosa che mi colpisce è il modo in cui le edizioni più recenti riescano a tenere insieme la dimensione informale dell’incontro tra studenti, laureati e recruiter aziendali con la dimensione digital e formativa dei webinar e dei laboratori che permette ai ragazzi di arrivare al colloquio di lavoro con il giusto atteggiamento. Anche l’idea di portare i giovani e le imprese nella Sala del Trono di Palazzo Ducale è interessante: un bel segnale di apertura che esalta le origini culturali dell’Università e sottolinea la forte sinergia dell’Ateneo con le altre istituzioni della città.

Tracciamo il profilo del candidato ideale per Biesse?

I giovani che ci piacerebbe incontrare guardano al mondo. Sono giovani che hanno interessi e desideri professionali che si proiettano oltre i confini, personali e geografici. Una caratteristica che, di solito, procede di pari passo con una curiosità intellettuale che è parte integrante dei nostri valori aziendali: la chiamiamo insightful curiosity ed è quella curiosità che porta a non accontentarsi e a escogitare sempre nuove soluzioni ai problemi.
Non sottovalutiamo, inoltre, l’importanza di una solida preparazione scolastica. Di sicuro cerchiamo le soft skills, l’atteggiamento, il desiderio di fare esperienze però dalla preparazione solida non possiamo prescindere. Così come non possiamo prescindere dalla velocità e dall’efficacia dell’apprendimento perché – ne parlavamo prima – una delle grandi medicine che contrastano il mismatch è la disposizione a imparare. Per concludere, ci interessano persone col desiderio di contribuire, di lasciare un segno nella vita dell’impresa essendo parte attiva di un progetto comune.

Parte del capitale umano dell’azienda che rappresenta si è formato nelle aule di Uniurb?

Non sono pochi gli ex studenti e le ex studentesse dell’Università di Urbino che lavorano in Biesse, per cui anche il prossimo 25 maggio siamo certi di incontrare persone altrettanto determinate e con un grande potenziale.

 

 

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