Christian Santangeli è tra i 100 vincitori del premio di studio che Uniurb ogni anno assegna alle studentesse e agli studenti che hanno ottenuto i migliori risultati in termini di crediti formativi e di votazione media. Frequenta il secondo anno del corso di laurea triennale in Biotecnologie, e il suo sogno è quello di diventare ricercatore per contribuire a migliorare la salute e il benessere delle persone.
A Uniamo ha raccontato come, terminato il liceo linguistico, abbia poi seguito con coraggio la sua passione per le scienze della vita. “Questo corso – ha detto – è una grande opportunità per chiunque si appassioni alle materie in programma e abbia voglia di impegnarsi, indipendentemente dalla formazione pregressa”.

 

Christian, perché hai deciso di iscriverti al corso di laurea in Biotecnologie dell’Università di Urbino?

Ho scoperto la mia passione per la scienza, e per l’ambito delle biotecnologie in particolare, dopo il liceo linguistico: un mondo molto lontano da quello in cui poi mi sono immerso. Ho scelto Urbino, perché offriva questo corso di laurea e, oggi più che mai, sento di aver scelto la strada giusta.

Cosa ne dici di rispondere al consueto #UniurbSaiPerché raccontando i punti di forza del tuo corso?

Certo! Sicuramente le attività di laboratorio sono un punto di forza. Credo che in Italia siano davvero pochi i corsi di laurea in Biotecnologie dotati di laboratori ben attrezzati come i nostri, e che offrano un numero così elevato di ore di attività. Quest’anno, poi, a causa del Covid, le lezioni in laboratorio sono diventate praticamente individuali. Ognuno di noi ha avuto a disposizione un proprio set di strumenti: un privilegio raro anche per chi fa ricerca in strutture specializzate. In generale, ogni studente ha la possibilità di lavorare in autonomia, per cui si può davvero capire e seguire accuratamente il proprio esperimento e imparare dagli eventuali errori.

I laboratori e la sede principale del corso in Biotecnologie si trovano a Fano. Ti capita di frequentare anche la sede di Urbino?

La sede principale del corso e i laboratori si trovano a Fano, quindi Urbino la vivo poco. Ho avuto, però, l’occasione di frequentare un corso opzionale in città, e mi sento di dire che le attività scientifiche del Dipartimento di Scienze Biomolecolari sono organizzate molto bene.
Fano è una città piccola in cui mi capita spesso di vedere gli studenti scendere le scale di casa, attraversare la strada ed entrare in Università. La sede del corso, per la sua posizione centrale è, a mio parere, davvero molto comoda.
Inoltre, nel centro storico si trova anche la sede della Scuola di Economia di Uniurb, per cui abbiamo formato una piccola comunità studentesca: ci conosciamo tutti e questo ci dà l’opportunità di condividere esperienze e di uscire insieme la sera.

Qual è la tua esperienza rispetto al rapporto che si crea tra docenti e studenti?

Non potrei chiedere di meglio! Essendo le iscrizioni limitate ad un numero massimo di 100 persone, i professori possono seguirci davvero con grande cura. Le lezioni sono molto coinvolgenti e i docenti sono sempre disponibili per chiarimenti e suggerimenti. Trattandosi di un corso basato sulle più moderne strategie molecolari, in continuo aggiornamento, i programmi tendono a rimodellarsi, per cui i professori cercano sempre di sollecitare la nostra curiosità attraverso la lettura di nuovi articoli scientifici, e di stimolare anche la nostra capacità di ragionamento rispetto alle innovazioni da approfondire.

Lezioni e laboratori a parte, cosa puoi raccontare delle altre attività formative?

I seminari possono essere seguiti come fossero vere e proprie lezioni. Sono tenuti da scienziati e professionisti anche esterni all’Ateneo e sono un’opportunità fondamentale per la nostra formazione, per questo mi auguro possano svolgersi, finalmente, in presenza.
Un’altra occasione formativa importante è rappresentata dal tirocinio obbligatorio, che può essere svolto in aziende o laboratori di ricerca convenzionati con l’Ateneo e consente di fare esperienza in contesti lavorativi e di mettere in pratica le teorie e le tecniche studiati durante le lezioni. Il tirocinio può essere svolto anche all’interno del Dipartimento di Scienze Biomolecolari in vista, come nel mio caso, di un progetto tesi. Io, ad esempio, sto lavorando con la Professoressa Annamaria Ruzzo a una tesi che riguarda la biopsia liquida e, di conseguenza, svolgerò il tirocinio nei laboratori di Uniurb.

Pensi di iscriverti a un corso di laurea magistrale dell’Università di Urbino?

Sono ancora al secondo anno, quindi è un po’ presto per la decisione definitiva. Ho visto, però, che da quest’anno è stato attivato un nuovo corso di laurea magistrale in Biotecnologie mediche per la diagnostica e la terapia che mi interessa molto, quindi ci sono buone possibilità che io resti. Inoltre, l’Ateneo ha in programma di trasformare il “Campus Enrico Mattei” in un grande e innovativo centro di ricerca nel quale non mi dispiacerebbe continuare a fare ricerca.

Facci indovinare: la ricerca è il tuo obiettivo professionale!

Sì! So che la strada sarà molto lunga e difficile, ma se penso al mio futuro professionale mi immagino certamente in un laboratorio. Mi piacerebbe fare ricerca nell’ambito delle scienze della vita, per contribuire a migliorare la salute e il benessere delle persone.

Se avessi la possibilità di parlare al te stesso di due anni fa, che ha appena scelto il corso di laurea e la sede universitaria, cosa gli diresti?

Sicuramente gli direi di continuare per la sua strada senza paura, e di non arrendersi. Questo corso è una grande opportunità per chiunque si appassioni alle materie in programma e abbia voglia di impegnarsi, indipendentemente dalla formazione pregressa. Le basi, se mancano, si costruiscono nelle aule e nei laboratori con l’aiuto dei docenti, e da lì in poi si può raggiungere qualunque risultato!

 

 

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