Internazionalizzazione della formazione, attività e tirocini professionalizzanti sono alcuni dei principali obiettivi che il corso di laurea magistrale quinquennale in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche persegue e che, a quanto pare, raggiunge. Ce ne parlano Annalida Bedini, docente di Analisi dei farmaci III e degli alimenti, e Stella Sisti, ex studentessa Uniurb, reclutata da Angelini Pharma una settimana dopo la laurea!

Ricordiamo ai lettori interessati che il corso è ad accesso libero, può accogliere 100 studenti e studentesse, abilita alla professione di farmacista e prevede attività didattiche di preparazione alla frequenza per gli allievi del I anno.

 

La Professoressa Annalida Bedini

Professoressa Bedini, “rispieghiamo” il corso di laurea in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche partendo dalle molte possibilità di studio all’estero che la magistrale offre alla propria comunità studentesca?

Certo. Il corso di laurea in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche (CTF) del nostro Ateneo vede, ogni anno, un apprezzabile numero di studenti e studentesse cogliere le opportunità di mobilità che vengono offerte dal Programma Erasmus Plus. Attraverso il programma Erasmus Plus Studio i nostri ragazzi frequentano corsi e sostengono esami del proprio piano degli studi in Atenei stranieri, legati a Uniurb da una convenzione, con successivo riconoscimento dei CFU, ossia dei crediti formativi universitari, acquisiti.

 

Sfruttando il programma Erasmus Plus Traineeship, i nostri studenti si mettono invece alla prova svolgendo attività di ricerca presso un laboratorio di una Università straniera. Questo periodo di formazione può essere riconosciuto come tirocinio oppure essere usato per lo svolgimento del lavoro di tesi, che per questo corso di laurea ricordo essere obbligatoriamente sperimentale.

 

Come docenti cerchiamo costantemente di ampliare il nostro network di cooperazione internazionale e di incentivare particolarmente allieve e allievi ad intraprendere queste esperienze preziose sia da un punto di vista di crescita personale e culturale, sia professionale. Di fatto, il feedback che riceviamo dai nostri ragazzi al ritorno è sempre di grande soddisfazione.

Del resto, la formazione che il corso offre, oltre ad abilitare alla professione di farmacista, consente alle studentesse e agli studenti di accedere ad attività di ricerca, a Urbino e all’estero.

Esatto. Da quest’anno accademico nel piano di studi del corso di laurea è stato inserito un tirocinio pratico-valutativo (TPV) che, previo superamento della prova pratico-valutativa, rende la laurea abilitante all’esercizio della professione di farmacista. Ciò significa che un laureato in CTF può direttamente intraprendere la professione di farmacista senza bisogno di superare un esame di stato, ma può anche svolgere la professione di chimico superando un esame di stato abilitante.

 

Inoltre, lo svolgimento del lavoro di tesi sperimentale per gli studenti della nostra magistrale rappresenta sicuramente un esercizio formativo di valore. Nelle strutture di riferimento del nostro corso di laurea sono, infatti, ospitati centri che svolgono attività di ricerca scientifica di livello internazionale e di qualità. Lo studente è, quindi, in grado di maturare anche nel campo della sperimentazione un’esperienza molto significativa e pienamente spendibile nella futura professione.

 

Un numero sempre crescente di nostri allievi, grazie a contatti e collaborazioni scientifiche che noi docenti attiviamo sistematicamente, ci chiede di svolgere il lavoro di tesi sperimentale in strutture di ricerca esterne all’Ateneo, siano esse pubbliche o private, distribuite in tutto il territorio nazionale e, in alcuni casi, anche straniere. Questo tipo di esperienza extra-universitaria consente di acquisire conoscenze e competenze specifiche che i nostri ragazzi possono successivamente sfruttare a proprio vantaggio per inserirsi nel mondo del lavoro.

Immagino che soprattutto durante le attività di laboratorio gli allievi siano accompagnati dai docenti e da loro coinvolti nel processo di apprendimento.

Soprattutto ma non solo! Sicuramente, sia durante lo svolgimento della tesi sperimentale, sia delle diverse attività di laboratorio previste dal piano degli studi, i nostri studenti vengono incoraggiati e supportati dalla costante e diretta presenza del docente. Del resto, la numerosità massima prevista per il corso – di 100 matricole – garantendo una buona proporzione docenti-studenti, consente ai ragazzi di relazionare facilmente con tutti i professori del corso di laurea.

 

In questo modo si favorisce un maggiore coinvolgimento dell’allieva e dell’allievo nell’esperienza di apprendimento e si offre loro l’opportunità di trarre da questi incontri stimoli e occasioni di confronto. Tutti noi docenti siamo facilmente reperibili e disponibili ad essere contattati via e-mail, a ricevere i nostri studenti in modalità telematica, ma soprattutto a incontrarli in presenza nella nostra bellissima città.

Stella Sisti

Stella, che voto daresti al corso di laurea in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche?

30/30! La mia è stata un’esperienza di studio e di vita molto positiva che rifarei sicuramente. Uniurb è un Ateneo di medie dimensioni che si concentra prevalentemente nel centro storico della città, quindi le aule, la mensa, le biblioteche si raggiungono a piedi, senza sforzo e senza dispendio di tempo. Ma di medie dimensioni erano anche le classi, infatti non eravamo mai troppi, per cui frequentare il corso è stato un po’ come continuare a frequentare la scuola superiore. Nel senso che ciò che si studia richiede tanta costanza e tanto impegno che possono essere mantenuti e alimentati nel lungo periodo, di sicuro, grazie al nostro forte desiderio di imparare e di superare brillantemente l’esame, ma anche, e forse soprattutto, perché i professori ci seguono sempre, uno per uno, e con i compagni di corso si crea un clima familiare.

 

Ricordo che durante i laboratori, dove non eravamo mai più di trenta, i docenti non ci perdevano mai d’occhio sia per ragioni di sicurezza, sia per monitorare i nostri singoli lavori. Dalle correzioni e dalle spiegazioni individuali che avvenivano in corso d’opera io ho imparato davvero molto. Tra l’altro, le ore di pratica laboratoriale erano – per nostra fortuna – veramente tante, e con noi oltre al docente c’erano anche il tecnico di laboratorio e i dottorandi: in media, quindi, tre persone accompagnavano i trenta studenti nelle varie attività. In un contesto del genere non si può non imparare tanto e bene. Di questo e, in particolar modo, della completezza del programma di studio del mio corso di laurea mi sono resa conto quando ho cominciato a lavorare.

Quanto tempo dopo la laurea hai cominciato a lavorare e quali consapevolezze sono emerse rispetto al background messo insieme in Uniurb?

Una settimana dopo la laurea ho iniziato uno stage in Angelini Pharma, importante azienda farmaceutica italiana, e sei mesi più tardi sono stata assunta. Quando sono arrivata in azienda non mi sono sentita disorientata, chiaramente ho imparato tantissime cose nuove, ma quello che faccio oggi non avrei potuto farlo se non avessi avuto le informazioni che il corso in CTF mi ha dato.

 

L’intero percorso di studio mi ha permesso di raggiungere una conoscenza di base completa, costruita step by step, grazie alla quale oggi posso intervenire su temi che vanno dalla legislazione farmaceutica alla farmacologia, posso ben orientarmi nel settore della qualità e della sicurezza – che è quello in cui lavoro adesso dopo un’adeguata formazione interna – e potrò, spero, in futuro mettermi alla prova in altre aree dell’azienda.

 

L’Angelini è, infatti, una realtà dinamica che offre alle persone che vi lavorano non solo la possibilità della job rotation, ma anche molti altri percorsi di sviluppo in linea con le inclinazioni di ciascun collaboratore. Per questo, da quando è iniziata la mia esperienza nella sede di Ancona ho come l’impressione di crescere ogni giorno, aggiungendo sapere a tutto quello che ho imparato in Uniurb e anche durante l’esperienza di tirocinio all’estero.

In effetti le collaborazioni internazionali attivate dalla magistrale in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche non sono poche. Hai partecipato, quindi, al programma Erasmus Traineeship?

Sì, avrei voluto partecipare al programma Erasmus+ e studiare per qualche tempo in un altro Paese, ma c’è stata la pandemia e ho dovuto rinunciare. Sono riuscita però a fare il tirocinio e la tesi all’Institute for Experimental Molecular Imaging (ExMI) della RWTH Aachen University, ed è stata un’esperienza entusiasmante, di quelle che temprano.
Ho scelto di partire per la Germania per evitare di allontanarmi troppo dall’Italia in un periodo in cui c’era ancora troppa incertezza legata al Covid-19, ma altri compagni di corso hanno aderito a programmi di mobilità che li hanno portati anche in Canada, Inghilterra, Olanda e Australia.

 

La rete di collaborazioni che il corso di laurea ha attivato con le Università straniere è veramente ampia, ma se una studentessa o uno studente ha obiettivi di studio precisi in un determinato centro di ricerca o Ateneo i professori sono sempre pronti ad attivare nuove convenzioni. Un dettaglio questo che spiega ulteriormente come i docenti ci accompagnino in tutto il percorso con grande attenzione e poi ci lascino liberi di agire in autonomia.

 

Per me è stato importante capire come si fa ricerca all’estero, ho imparato a gestire il tempo del lavoro in laboratorio e, in generale, a cavarmela da sola. Ad esempio, interagivo con persone nuove parlando solo in inglese, non potevo confrontarmi con il docente di riferimento con la stessa frequenza con cui succedeva a Urbino, dovevo avere pazienza e aspettare che il professore potesse dedicarmi del tempo, dovevo gestire autonomamente il mio progetto di ricerca, insomma, non è stato facilissimo, ma ce l’ho fatta. E dopo niente mi ha più spaventato!

 

 

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