La quinta edizione del dottorato di ricerca in Global Studies. Economy, Society and Law è pronta al decollo. International Economic Policy, Business and Governance è l’area tematica di riferimento del percorso formativo interdisciplinare 2021/2022 che bandisce 10 posti, di cui 9 con borsa.
Due sono le indicazioni cronologiche da registrare in calendario. 17 giugno 2021: termine ultimo di presentazione della domanda di ammissione; 5 luglio 2021: data in cui i candidati che supereranno la prima fase di selezione sosterranno un colloquio online. Il bando e tutte le informazioni utili sono disponibili nella pagina di presentazione del PhD.
Ne parliamo con Antonello Zanfei, Professore di Economia Applicata, docente di Economia della Globalizzazione e Coordinatore del Corso.

 

 

Il Professor Antonello Zanfei

Professor Zanfei, le edizioni si rinnovano e il dottorato di ricerca in Global Studies si consolida?

Sì, siamo ormai alla quinta edizione del nostro PhD, che offre cicli triennali di formazione post lauream in lingua inglese focalizzati ad anni alterni su due diversi filoni di ricerca riguardanti rispettivamente: Economia e politica della globalizzazione e Società e diritti su scala globale.

 

Quest’anno tocca al primo filone, denominato: International Economic Policy, Business and Governance. Fra gli studenti coinvolti nei cicli attualmente in corso e quelli che stanno uscendo in queste settimane con il titolo di dottore di ricerca, sono una quarantina i giovani che stanno partecipando o hanno appena concluso questo innovativo percorso di formazione.
I docenti coinvolti per lezioni, seminari e workshop sono stati fin qui circa ottanta di cui quasi due terzi appartenenti a istituzioni diverse dall’Università di Urbino, per metà estere.

Un altro segnale importante riguarda i posti disponibili che nella prima edizione erano 8, di cui 6 con borsa di studio, e quest’anno sono 10, di cui 9 con borsa.

Anche questo è un segnale di consolidamento. Va dato atto all’Ateneo di aver creduto in questo progetto partito un po’ avventurosamente nell’anno accademico 2017/18 e via via rafforzatosi anche grazie al conferimento di più risorse, fra cui un maggior numero di borse da rendere disponibili agli allievi meritevoli. Un rafforzamento che ha riguardato in generale tutti i programmi di dottorato dell’università di Urbino e di cui Global Studies sta beneficiando nella sua proiezione internazionale.

 

Anche quest’anno puntiamo sui migliori, qualunque sia l’Università di provenienza, italiana o straniera. Due borse sono comunque riservate a candidati con titolo ottenuto all’estero. Penso che avremo comunque più studenti internazionali sia perché le candidature dall’estero in genere sono molte e di buona qualità, sia perché crediamo molto nell’arricchimento culturale e negli stimoli che derivano dalla presenza di bravi studenti da tutto il mondo.

Quali sono le novità dell’offerta formativa 2021-2022?

Su un percorso formativo che punta a fornire solidi strumenti di analisi economica e politica delle imprese e delle istituzioni internazionali, si innestano quest’anno tre nuovi corsi tematici: su Cambiamento climatico e sostenibilità ambientale, su Imprenditoria globale e sviluppo locale, sulle Sfide economiche, manageriali e sociali della digitalizzazione.

 

Non mancheranno i consueti corsi di metodi quantitativi, di economia e management, e di politologia su cui poggia l’architettura del nostro programma di dottorato. Riproporremo inoltre corsi tematici su multinazionali e catene globali del valore, sulle politiche europee e internazionali, su questioni di geopolitica e sul cambiamento di ruolo degli Stati nazionali.
Continueremo a riflettere, nell’ambito dei nostri corsi e seminari, sulle conseguenze economiche, politiche e sociali della pandemia, su cui già ci siamo spesi durante l’anno accademico in corso.

Tra l’altro, da quest’anno il PhD riconosce agli allievi crediti formativi spendibili in Italia e all’estero.

Sì, a livello di Ateneo ci siamo dati la regola di rendere riconoscibili le attività del nostro dottorato secondo lo schema standard dei crediti formativi, (CFU/ECTS) analogamente a quanto già in uso per i corsi undergraduate e in via di sperimentazione anche presso altri dottorati in Italia. Un processo che porta a rendere più facilmente spendibili le attività formative intraprese dai nostri studenti in Italia e all’estero. I nostri dottorandi acquisiranno 180 crediti attribuiti per la partecipazione a corsi e seminari, per le attività di ricerca in Italia e all’estero e per la preparazione della tesi avranno un riconoscimento laddove richiesto dal mercato del lavoro.

L’emergenza epidemiologica in che modo ha impattato sul percorso di studi?

Come tutta l’Università abbiamo trasferito online quasi interamente le attività formative, per oltre 300 ore fra insegnamenti, seminari, workshop con partecipanti da tutto il mondo, avvalendoci dello sforzo e della disponibilità di docenti e tecnici che si sono prestati a un lavoro davvero impegnativo.

 

Gli studenti, anche quelli residenti all’estero e trasferitisi in Italia per seguire il nostro programma di dottorato, hanno in genere risposto bene, partecipando attivamente alle nostre iniziative online, pur dovendo rinunciare al valore aggiunto dell’interazione faccia a faccia e della mobilità internazionale per seguire seminari, conferenze e attività di ricerca presso diverse sedi.

 

Abbiamo cercato di fare di necessità virtù, raggiungendo a distanza studiosi di altissimo livello che non saremmo forse riusciti a coinvolgere “in presenza”. Penso alla partecipazione del premio Nobel per l’Economia Joseph Stiglitz che ha aperto l’edizione 2020/21 parlando proprio di Covid e disuguaglianze. Ma anche ai preziosi interventi di docenti che hanno fatto lezione collegandosi dall’Australia, dagli USA, dall’America latina oltre che da diverse parti d’Europa.

Ci auguriamo che nel prossimo anno accademico tutta la didattica di Uniurb possa svolgersi in presenza, intanto i corsi introduttivi del PhD saranno offerti online tra settembre e ottobre 2021, è esatto?

I corsi introduttivi saranno offerti prima dell’avvio del nuovo anno accademico per ridurre i divari di partenza e porre le basi per le attività formative più avanzate che svolgeremo durante il primo anno del nuovo ciclo di dottorato. È utile offrire questi corsi preparatori in modalità online sia per rendere più graduale il ritorno alla normalità in questa difficile fase di transizione post Covid, sia per facilitare l’organizzazione delle attività in presenza che aumenteranno già da novembre.

 

Questo anche perché dobbiamo tenere conto dei tempi di trasferimento a Urbino degli studenti fuori sede, compresi quelli internazionali, per seguire le attività del primo anno che vogliamo tornino ad essere svolte a Urbino. Penso, infatti, che per il dottorato sia essenziale favorire l’interazione e gli scambi di idee fra docenti e studenti, oltre che la formazione di una “comunità” di dottorandi che è stata interrotta per oltre un anno e mezzo.

Torneranno, quindi, anche i visiting professor!

Un segnale che fa sperare bene è la disponibilità di alcuni docenti di istituzioni estere a tornare a essere presenti a Urbino come visiting professor. Fra questi, avremo il Professor Giacomo Rondina della University of California San Diego e il Professor Manfred Steger della Honolulu University.

 

Ci auguriamo anche che i nostri studenti del secondo e terzo anno possano riprendere a svolgere le loro attività di ricerca anche presso istituzioni estere, come è avvenuto per i cicli precedenti. Gli studenti della prima edizione di Global Studies hanno concluso il loro ciclo svolgendo in media circa otto mesi di attività presso istituzioni straniere. Puntiamo a tornare gradualmente a questi livelli di mobilità internazionale e, se possibile, a superarli.

A quali opportunità professionali hanno avuto accesso i dottori di ricerca che hanno completato il percorso in Global Studies?

Il primo ciclo si è completato solo in parte in quanto molti dottorandi si sono avvalsi delle proroghe permesse dai decreti legislativi legati all’emergenza Covid-19 di questo ultimo anno. Tuttavia i primi segnali sono estremamente incoraggianti. Dei cinque nostri studenti che hanno ottenuto il titolo a marzo 2021, due neodottoresse e un neodottore hanno già ottenuto assegni di ricerca presso Università italiane (Bologna, Pavia e Urbino) e un’altra neodottoressa ha una posizione post-doc presso un’istituzione di ricerca europea. Una nuova sessione di discussione della tesi finale si terrà a luglio e uno dei candidati al conseguimento del titolo ha già ottenuto un’offerta di Assegno di Ricerca presso l’Università Bocconi di Milano. Promette bene, mi sembra.

 

 

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