Expo Milano 2015 è un’occasione da non perdere. Questa non è retorica, ma per capirlo è necessario entrare nell’affascinante universo del Fondo Antichi dell’Università di Urbino, dove pulsa il cuore “storico” della biblioteca. Bisogna vedere i 16 volumi che costituiranno il Padiglione del Libro curato da Andrea Kerbaker. Bisogna parlare con la professoressa Laura Baratin, responsabile della Scuola di Conservazione e Restauro del Dipartimento di Scienze di Base e Fondamenti. Bisogna unire, ultima istruzione per l’uso, diversi punti che insieme fanno una rappresentazione chiara di ciò che l’Ateneo può mostrare come potenzialità nel settore storico-artistico.
Fissate un luogo nella cartina: Palazzo Isimbardi, Milano, sede della Città Metropolitana, pianoterra. “Qui – dice Baratin – avremo uno spaccato delle attività di conservazione e restauro che si insegnano nell’Ateneo nella loro stretta interdisciplinarità”. Doppia la proposta portata in queste sale grazie anche all’ambasciatore per Expo delle Belle Arti per Regione Lombardia, Vittorio Sgarbi, spazi che tra l’altro ospiteranno anche una ricostruzione della libreria Umberto Saba di Trieste.
Primo, un cantiere aperto affacciato sui segreti del restauro. “Da luglio fino ad ottobre abbiamo pensato – riprende la professoressa Baratin – di mostrare il lavoro e lo studio che facciamo su due tavole delle Raccolte d’arte dell’Ospedale Maggiore: Sant’Elena e una Natività. Illustreremo tutte le varie fasi di analisi e di eventuali interventi”.
Secondo, un lavoro in “avanscoperta” di restauro su carta con la collaborazione della società Pagnoni Group s.r.l. In questo caso le novità sono diverse. Sì perché questo rappresenta un’aspirazione (ecco spiegato il termine “avanscoperta”) della Scuola di Restauro per il futuro: “Non abbiamo un corso di restauro su carta ma contiamo di averlo nel 2016-2017”. E anche perché, a proposito di novità, è auspicato un percorso da condividere con la Scuola del Libro di Urbino, che sarà proprio a Milano per presentare le proprie raccolte e le storiche attività nell’ambito della legatoria e dell’editoria d’arte. “Già nel 2014 – aggiunge Baratin – una nostra studentessa aveva discusso la propria tesi sulla conservazione delle matrici lignee per le xilografie, matrici che finiranno esposte e che, con l’aiuto di nuove tecnologie digitali, porteranno a nuove stampe siglate Expo”. Un’ulteriore sorpresa arriva dalla scelta “a tema” dei volumi. “Dato che l’evento è dedicato al cibo, alla Biblioteca Oliveriana – spiega la responsabile della Scuola di Restauro – abbiamo chiesto la possibilità di avere libri di ricette da portare nel Padiglione. Alcuni docenti di restauro su carta, affiancati da stagisti dell’Istituto centrale per il restauro e la conservazione del patrimonio archivistico e librario (ICRCPAL) – una sinergia che dimostra quanta volontà ci sia aprire le frontiere – saranno i protagonisti di un secondo laboratorio open space”.
Da aggiungersi che alla DATA (Orto dell’Abbondanza), Porta dell’Expo nelle Marche, prima a luglio e poi a settembre, la Scuola di restauro ha in serbo altre iniziative. Verranno infatti presentate le opere restaurate dell’Arcidiocesi di Urbino. Quindi – conclude Baratin – “organizzeremo un workshop con il gruppo RESET e l’Università Politecnica delle Marche sul risparmio energetico degli edifici storici, in particolare sarà la DATA stessa il caso di studio per i partecipanti”.