Imparare a comunicare la cultura significa prendersi cura delle cose del mondo abitando la soglia che connette memoria e futuro. Il nuovo corso di laurea magistrale in Comunicazione Digitale per la Cultura nasce proprio dall’urgenza concreta di formare professionisti capaci di interpretare la realtà e di tenerla in vita, nella sua eredità di tradizioni e bellezza, raccontandola attraverso “una regia comunicativa che integra storytelling, community engagement e strategia digitale”. Un processo di apprendimento che si sviluppa a partire dalle lezioni frontali e prende forza in laboratori professionalizzanti, stage e progettualità operative in collaborazione con enti e aziende del territorio e nazionali.
Ci accompagnano alla scoperta di questo percorso, i docenti di Sociologia dei processi culturali e comunicativi: il Prorettore alla Didattica e alla Comunicazione Interna ed Esterna, Giovanni Boccia Artieri, e Laura Gemini, Presidente della Scuola di Scienze della Comunicazione.
Ricordiamo che durante l’Open day in presenza, mercoledì 17 settembre 2025, dalle 12.00 alle 14.00, sarà possibile informarsi sul corso incontrando tutor e docenti del corso, nell’Aula B1 del Polo Volponi in via Saffi 15. Per prenotare cliccare qui.

Il Professor Giovanni Boccia Artieri
Quali sono gli elementi distintivi del corso di laurea in Comunicazione Digitale per la Cultura?
Giovanni Boccia Artieri ― Il nostro corso di studio si distingue per un approccio fortemente interdisciplinare, orientato alla formazione di figure professionali capaci di operare strategicamente nel settore della comunicazione digitale applicata alla cultura, agli eventi e ai territori. La cultura digitale è al centro del nostro percorso: non solo come oggetto di studio, ma come ambiente di pratica quotidiana e professionale. Un altro punto di forza è l’estrema attenzione all’innovazione: dai linguaggi emergenti dell’IA generativa al metaverso, formiamo studenti e studentesse in grado di affrontare con consapevolezza e competenza le sfide comunicative più attuali. Il nostro modello formativo integra didattica teorica, laboratori pratici, progettualità interdisciplinare e uno stage obbligatorio, per garantire un apprendimento solido e professionalizzante.
Proporre questo corso a Urbino, culla del Rinascimento, del rapporto fra Umanesimo e sapere scientifico, significa riprendere le fila di una tradizione culturale che ha sempre coniugato creatività, pensiero critico e innovazione. In questo senso, CoDiC si inserisce in un contesto simbolico e territoriale che valorizza l’incontro tra patrimonio e futuro, tra memoria e sperimentazione. La sfida che raccogliamo è quella di formare professioniste e professionisti in grado di leggere e abitare l’ecosistema digitale con consapevolezza, traducendo saperi umanistici in competenze operative per la comunicazione culturale contemporanea. Urbino, città di studio e di progetto, è lo spazio ideale per questo percorso che unisce sapere, visione e azione.

La Professoressa Laura Gemini
In che modo il corso prepara ad affrontare le trasformazioni digitali nella cultura e nello spettacolo?
Laura Gemini ― Il corso lavora in profondità sulle trasformazioni in atto nei linguaggi della cultura e dello spettacolo, con un’attenzione specifica alla dimensione della digital liveness, ovvero alla compresenza online/offline tipica degli eventi culturali nell’epoca delle piattaforme. Affrontiamo queste trasformazioni non solo dal punto di vista tecnologico, ma come mutamenti culturali, estetici e relazionali. Lo facciamo analizzando casi di studio, sperimentando linguaggi e formati – dal live streaming immersivo alle esperienze ibride – e attraverso il confronto diretto con chi opera professionalmente nel settore. La capacità di narrare, promuovere, rendere accessibili e coinvolgenti eventi e contenuti culturali passa oggi per una regia comunicativa che integra storytelling, community engagement e strategia digitale. Ed è proprio questa la prospettiva che offriamo.
Quali prospettive professionali apre e come, il corso di laurea, favorisce l’inserimento lavorativo?
Giovanni Boccia Artieri ― CoDiC forma profili in grado di progettare, pianificare e gestire la comunicazione digitale per la cultura, come digital media specialist, cultural content creator, event communication manager, digital strategist per la promozione culturale e turistica, community manager e cultural project manager con competenze digitali. Inoltre, il nostro corso offre una preparazione competitiva anche per accedere a Dottorati di ricerca nell’area delle Scienze della Comunicazione. Favoriamo l’inserimento lavorativo attraverso laboratori orientati alla pratica, una costante interazione con i docenti e le reti professionali, oltre a uno stage obbligatorio che consente a studenti e studentesse di misurarsi direttamente con contesti reali: musei, fondazioni, festival, agenzie di comunicazione culturale.
Che ruolo ha l’innovazione tecnologica nel percorso formativo?
Giovanni Boccia Artieri ― L’innovazione tecnologica è parte integrante del nostro DNA. Non la trattiamo come semplice strumento, ma come ambiente culturale e professionale che va compreso, criticato e abitato in modo strategico. I nostri insegnamenti affrontano l’IA generativa, il metaverso, le piattaforme digitali e i media ibridi come spazi in cui si ridefiniscono le pratiche comunicative e le relazioni tra istituzioni culturali e pubblici. Il laboratorio e la sperimentazione su questi strumenti permettono agli studenti di acquisire competenze spendibili, capaci di anticipare e interpretare i trend del settore.
In cosa consiste la didattica laboratoriale e quali opportunità offre?
Laura Gemini ― La didattica laboratoriale è uno degli aspetti più caratterizzanti di CoDiC. Non si tratta solo di applicare ciò che si è appreso, ma di costruire progetti reali, collaborativi, spesso in partnership con enti culturali, festival, istituzioni del territorio. I laboratori sono progettati per favorire l’integrazione tra teoria e prassi: si lavora su contenuti digitali, campagne di comunicazione, eventi, strategie crossmediali e storytelling per la cultura. Inoltre, promuoviamo un confronto costante con il mondo professionale anche attraverso seminari, workshop e masterclass con esperti e professionisti del settore.
A chi si rivolge questo corso di laurea?
Giovanni Boccia Artieri ― A chi ha una formazione triennale nei settori della comunicazione, delle arti, delle discipline umanistiche, dello spettacolo, ma anche a chi proviene da ambiti affini e desidera acquisire una specializzazione avanzata sulla comunicazione digitale per la cultura. Il corso è pensato per chi immagina un futuro professionale dinamico, a cavallo tra innovazione digitale, patrimonio culturale e creatività. A chi vuole essere parte attiva nei processi di valorizzazione culturale, e cerca una formazione che unisca competenze teoriche, strategiche e operative.