Crescendo per Rossini è il ciclo di conferenze organizzato dall’Università di Urbino in collaborazione col Rossini Opera Festival. Ne parliamo con il Professor Giorgio Calcagnini, Prorettore Vicario della Carlo Bo e membro del Consiglio di Amministrazione del ROF.

 

Professor Calcagnini, l’Università di Urbino e il ROF raccontano il genio, l’uomo e l’opera in musica in un entusiasmante Crescendo per Rossini?

Ebbene, sì. Crescendo per Rossini è un progetto del Rossini Opera Festival e della Fondazione Rossini, realizzato con il patrocinio della Provincia di Pesaro e Urbino e del Comune di Pesaro, dedicato agli studenti delle Scuole Primarie e Secondarie di primo e secondo grado. L’obiettivo dell’iniziativa è, infatti, quello di avvicinare i giovani al melodramma e far conoscere loro, dal punto di vista storico e artistico, il grande compositore pesarese e la sua opera. Un’opportunità che dal 2017 si è estesa alla nostra comunità universitaria.

Mercoledì 18 maggio Ernesto Palacio, il celebre tenore peruviano Direttore artistico del ROF, chiuderà il ciclo di conferenze inaugurato lo scorso 2 marzo. Partiamo dalla fine e tracciamo l’itinerario di studio à rebours per i nostri lettori? 

Il Prorettore Vicario Giorgio Calcagnini

Volentieri. Il programma di incontri è un viaggio ideale nella musica di Gioachino Rossini che ha avuto inizio il 2 marzo con un intervento sul melodramma di Roberto Danese, nostro docente di Filologia classica, e si concluderà il prossimo 18 maggio con il contributo di Ernesto Palacio, Direttore artistico del Rossini Opera Festival, uno tra i massimi esperti internazionali del belcanto rossiniano.
Il cuore del percorso si è affidato alla competenza e all’entusiasmo narrativo di Gianfranco Mariotti, Sovrintendente del Rossini Opera Festival, che il 23 marzo ha descritto Rossini: questo sconosciuto, il genio tormentato e depresso che all’apice del successo si allontana dalle scene per sempre.

 

Sappiamo con certezza che la storia ha saputo restituire al Maestro il titolo di illustre compositore italiano, ma forse a non tutti è noto che a dare nuovo pregio alla produzione rossiniana è stata proprio la Fondazione Rossini che, dagli anni ’70 in poi, ha pubblicato in edizione critica l’intero suo repertorio, rendendo fruibili per la prima volta le molte partiture manoscritte che comprende.
Non a caso nella conferenza successiva del 27 aprile, Ilaria Narici, Direttore Editoriale della Fondazione Rossini, ha relazionato sui manoscritti autografi e sulle lettere private e non di Rossini.
A garantire un ulteriore impulso alla diffusione globale di questa straordinaria produzione artistica è stata la nascita, nel 1980, del Rossini Opera Festival che, sotto la guida appassionata e infaticabile di Gianfranco Mariotti, ha portato in scena, a partire da La Gazza ladra, titoli da tempo dimenticati col risultato che almeno un’opera del grande compositore è in cartellone in un teatro del mondo ogni giorno dell’anno.

Questa prima iniziativa condivisa sembra tradurre sollecitazioni virtuose in concrete occasioni di confronto e divulgazione. Pensa sia possibile ipotizzare una partnership di lungo periodo e qual è l’obiettivo della collaborazione in atto tra il nostro Ateneo e il Rossini Opera Festival? 

Ce lo auguriamo vivamente! Questa collaborazione ha l’obiettivo di rafforzare i legami tra le due prestigiose Istituzioni ed è stato sancito dal mio ingresso, a partire dall’estate 2016, nel Consiglio di Amministrazione del Rossini Opera Festival.
In realtà, collaboro col ROF dal 2012, da quando l‘Ente ha chiesto a me e alla collega Francesca Cesaroni un’analisi dell’impatto economico del Rossini Opera Festival sull’economia della Provincia di Pesaro e Urbino.
Nell’occasione, diversamente da quanto ci saremmo aspettati, l’esito della ricerca ha evidenziato che ogni euro investito nelle attività del Festival genera un reddito aggiuntivo di due euro, a dimostrazione che la cultura ha un riscontro anche di tipo economico e che lo sviluppo di relazioni, fondate sulla cultura stessa, sfocia in iniziative di spessore che hanno risonanza internazionale e rappresentano un fattore di crescita e di creazione di opportunità di lavoro per i giovani del territorio.

 

Immagine in evidenza: Étienne Carjat, Wikipedia.

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