Lo scorso 16 giugno, nella sede della Camera di Commercio di Pesaro, Uniurb ha presentato L’Università per le imprese: un booklet che descrive tutti gli strumenti attraverso i quali l’Ateneo e il tessuto produttivo marchigiano possono collaborare per contribuire alla competitività delle imprese, all’occupabilità dei laureati e allo sviluppo economico e sociale del territorio.

“Con questa guida – afferma il Rettore Giorgio Calcagnini – vogliamo definire in modo completo ma sintetico tutto il ventaglio delle possibilità di collaborazione con l’Università di Urbino. La presenza di oltre 500 esperti – fra professori, ricercatori, dottorandi e assegnisti di ricerca – permette di offrire una combinazione ottimale fra rigore ed esperienza da una parte, e capacità innovativa ed energia creativa dall’altra, col risultato di poter proporre in ogni campo soluzioni mai scontate e allo stesso tempo caratterizzate da elevata professionalità”.

Ne parliamo con Fabio Musso, Prorettore alla Terza Missione e al Public Engagement.

 

 

Il Professor Fabio Musso

Professor Musso, come nasce l’idea della guida L’Università per le imprese che Uniurb ha presentato a Pesaro lo scorso 16 giugno?

L’idea della guida rappresenta l’evoluzione più recente di un percorso di apertura alle imprese che abbiamo avviato già da molti anni. In questa fase di ripartenza, dopo la grigia parentesi della pandemia, abbiamo pensato fosse opportuno dare il nostro contributo rendendo ulteriormente aperto e trasparente tutto ciò che già stiamo facendo a favore dell’economia dei nostri territori.

 

Tantissime sono le competenze e le specializzazioni disponibili all’interno del nostro Ateneo e tantissime sono le modalità per valorizzarle. Con questa guida, abbiamo voluto fornire uno strumento snello, di facile consultazione, in grado di riportare in modo sintetico ma chiaro tutte le informazioni in merito a ciò che è possibile fare con l’Università di Urbino.

Qual è il messaggio che il nostro Ateneo lancia alle aziende marchigiane?

Diventa sempre più importante spiegare che quella di Urbino non è un’Università solo umanistica, né un Ateneo generalista ma un Ateneo “multispecializzato”, che vede proprio nella multispecializzazione la possibilità di generare processi di contaminazione fra discipline solo apparentemente lontane fra loro. D’altra parte, quella di coniugare conoscenze tecnico-scientifiche con conoscenze umanistiche è sempre stata una prerogativa di Urbino fin dai tempi del Rinascimento, con risultati che ben conosciamo in termini di innovazione, creatività e bellezza.

Attraverso quali strumenti l’Università di Urbino può contribuire alla competitività delle aziende del territorio?

Gli strumenti sono molteplici e spaziano da forme di collaborazione focalizzate su singoli progetti di ricerca, con il coinvolgimento di docenti e ricercatori, a forme più strutturate di collaborazione per dar vita a veri e propri percorsi di crescita aziendale, anche attraverso l’innovazione.
C’è poi la possibilità di coinvolgere gli studenti attraverso tesi su argomenti di interesse per l’azienda, che possono essere incentivate organizzando dei premi per tesi di laurea, oppure accogliendo dei tirocini – sia curriculari, sia post curriculari – o proponendo singole aziende come casi studio da sviluppare all’interno dei vari insegnamenti.

 

Ci sono poi altre forme ancora, come l’assegno di ricerca che consente di coinvolgere in progetti aziendali giovani altamente qualificati, già in possesso di un dottorato, con la supervisione di un docente. Nell’ambito di questa modalità, il nostro Ateneo cofinanzia al 50%, ogni anno, 20 assegni di ricerca, il che significa che un’impresa interessata a sviluppare un progetto con un assegno di ricerca dovrà pagare solamente la metà del costo. In sostanza, l’Università eroga proprie risorse economiche a favore di progetti che le imprese hanno necessità di sviluppare, e il beneficio che ne deriva per le aziende è davvero notevole, anche tenendo conto del fatto che tutti i costi sostenuti per ricerca e sviluppo, fra cui i finanziamenti per progetti di ricerca alle Università, rientrano tra i benefici fiscali di cui possono usufruire.

Penso anche ai dottorati di ricerca innovativi interamente finanziati dalla Regione Marche.

Esatto. La Regione Marche mette a disposizione borse di studio che finanzia interamente e che sono destinate ai dottorati di ricerca innovativi. Si tratta di percorsi di alta formazione e ricerca, della durata di tre anni, nei quali le imprese devono costituire un partenariato con l’obiettivo di generare e accelerare processi di sviluppo in linea con le esigenze del network.

Uniurb e le aziende locali: una fotografia della situazione attuale. 

Il dialogo tra il nostro Ateneo e le imprese c’è sempre stato. Alcune competenze dell’Università di Urbino, e mi riferisco innanzitutto a quelle di carattere economico e scientifico – in particolare di ambito farmaceutico – sono state e sono oggetto di collaborazioni fra aziende e Università.
Negli ultimi sei anni c’è stata un’intensificazione dei progetti di collaborazione ai quali la nostra area, denominata di “terza missione” – in aggiunta alle tradizionali due missioni delle Università, ricerca e formazione – è interamente dedicata. La guida di cui parliamo oggi è un ulteriore strumento a supporto dello sforzo che stiamo compiendo.

 

Nell’incontro organizzato a Pesaro, a causa delle restrizioni legate al Covid-19, si è dovuto limitare il numero dei partecipanti e si è preferito privilegiare l’interazione con le Associazioni di categoria, che hanno risposto in misura massiccia e si sono mostrate interessate ed entusiaste rispetto alla proposta di diffondere la guida fra i loro associati.
All’evento del 16 giugno faremo seguire altre presentazioni sul territorio e, molto volentieri, raggiungeremo anche le singole imprese che ce lo chiederanno, per ragionare insieme sull’opportunità di creare nuove sinergie.

Si tratta, quindi, di mettere a sistema progettualità congiunte e di accelerarne i processi. Una sfida importante!

Certamente! Nel mondo anglosassone questo tipo di apertura è fortemente radicato nelle accademie, ma anche nella cultura delle imprese. In Europa, e anche in Italia, gli stessi meccanismi sono partiti in ritardo ma stanno recuperando in fretta. Ed è questo l’obiettivo al quale anche l’Ateneo di Urbino guarda, perché le istituzioni universitarie sono luoghi di generazione della conoscenza, ma anche di divulgazione e di trasferimento di questa conoscenza alla realtà sociale ed economica circostante.

 

 

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