A poco più di tre mesi dalla laurea triennale in Scienze Geologiche e Gestione del Territorio, Mattia Zandoli ha iniziato il suo percorso lavorativo in Soilmec S.p.A, società internazionale leader nella progettazione e nella realizzazione di impianti e attrezzature per l’ingegneria del sottosuolo. “Mi ritengo molto fortunato – spiega – ma evidentemente ho scelto il corso di laurea giusto e ho raggiunto l’obiettivo”.

 

Mattia, dopo il diploma perché hai scelto di iscriverti all’Università di Urbino?

Dopo il diploma avevo le idee chiare: volevo iscrivermi all’Università e studiare Scienze Geologiche. Ma dove? Avevo due opzioni: Bologna o Urbino. Così, prima di scegliere ho visitato Urbino e mi è sembrata una città a misura di studente. L’ho trovata bellissima e poi raccolta, insomma né troppo grande, né troppo piccola e abitata quasi solo da giovani. Ecco, l’impressione che ho avuto è che la città stessa fosse un grande campus universitario. Non ho avuto dubbi, mi sono iscritto subito!

Dove ti ha portato la laurea triennale in Scienze Geologiche e Gestione del Territorio?

Mi ha portato in Soilmec S.p.A., una società internazionale – del Gruppo Trevi – specializzata nella progettazione e nella realizzazione di impianti e attrezzature per l’ingegneria del sottosuolo.
Soilmec è un’azienda metalmeccanica che si occupa di disegnare e produrre, nella sua sede centrale a Cesena, macchine per la realizzazione di fondazioni speciali, ossia fondazioni per ponti, viadotti, autostrade, gallerie, linee metropolitane, ferrovie, grattacieli ed edifici di ogni tipo.

 

È una realtà industriale molto ampia, che si pone tra le leader del settore ed opera in oltre 70 paesi del mondo mediante un network esteso di filiali, rivenditori ed agenti. Una curiosità: quando sono arrivato nella sede della società, la prima persona con cui ho parlato apparteneva alla grande famiglia di Uniurb. Era un geologo di Soilmec, ex studente di Scienze Geologiche dell’Università di Urbino, premiato qualche anno fa come “laureato capolavoro” al Career Day dell’Ateneo!

Qual è il tuo ruolo in azienda?

Da un anno e mezzo circa sono Product Specialist, un profilo relativamente nuovo in azienda che supporta l’ufficio commerciale e l’ufficio tecnico nel processo di definizione del macchinario da attribuire ad ogni specifico progetto.
In sostanza, le mie competenze in ambito geologico mi consentono di valutare la tipologia di terreno sul quale si costruirà una determinata opera, e di associare alle caratteristiche di questo suolo la macchina e la tecnologia di lavorazione più adatte.

Quanto tempo è trascorso tra la laurea triennale e il tuo ingresso nel mercato del lavoro?

Pochi mesi. Mi sono laureato a febbraio del 2015, ho cominciato subito a inviare il curriculum e dopo pochi mesi, a maggio per la precisione, sono stato contattato da Soilmec. Il mese successivo ho iniziato in questa azienda uno stage, e a febbraio del 2016 sono stato assunto. Tutto è cominciato a poco più di tre mesi dalla laurea triennale.

 

Mi ritengo molto fortunato, ma evidentemente ho scelto il corso di laurea giusto e ho raggiunto l’obiettivo. Amo molto il mio lavoro, soprattutto perché lo svolgo per un’azienda nella quale ho iniziato da tirocinante e sono sempre cresciuto professionalmente, che – credimi – è una grande soddisfazione.

Hai detto “ho scelto il corso di laurea giusto”: per quali caratteristiche pensi sia “giusto”?

Prima di tutto per il fatto di avere classi con pochi studenti. Questo sicuramente facilita e favorisce l’apprendimento, perché permette a tutti gli allievi di essere seguiti direttamente e costantemente dai professori.

 

L’altra caratteristica importante è la qualità dell’insegnamento: altissima. I docenti sono professionisti di grande livello che non si limitano a fare lezione basandosi sulla teoria dei manuali, ma fanno ricerca e portano in aula i risultati di ciò che studiano. Tutto questo trasmettendo la propria conoscenza con una voglia e una passione che coinvolgono ed entusiasmano gli studenti del corso.

Insegnano, inoltre, a ragionare sulle questioni osservandole da più prospettive, ad aprire la mente per renderla agile e pronta ad associare le idee più diverse e ad adattare ciò che si conosce al problema, per arrivare alla soluzione dello stesso.

 

E poi questo corso offre un vantaggio incredibile, cioè la possibilità di fare lezione non solo in aula, ma direttamente sul campo e di ottenere delle spiegazioni dai docenti proprio durante l’osservazione. Ad esempio, durante il corso di “Rilevamento geologico” abbiamo passato una settimana nei dintorni di Piobbico, un comune dell’Appennino Umbro-Marchigiano poco distante da Urbino, e lì abbiamo fatto attività di rilevamento.

Quindi, per sette giorni tutti noi dell’intera classe abbiamo fatto pratica direttamente sul terreno, dalla mattina al tardo pomeriggio, e per il resto del tempo ci siamo confrontati sull’argomento con il docente o anche solo tra noi. Devi davvero immaginare un gruppo di ragazzi che per una settimana di fila ha messo in pratica le lezioni teoriche per fare una carta geologica! Bellissimo…

Concordo, bellissimo! So, infatti, che il corso di laurea organizza escursioni tematiche e anche viaggi di studio. Cos’altro puoi raccontarmi di queste attività formative esterne?

Posso dirti che di queste opportunità non me n’è sfuggita una.
Riguardavano la geomorfologia, la mineralogia, la paleontologia ecc., quindi erano attività legate alle materie in programma.
Una me la ricordo come fosse ieri. Un viaggio di studio alle Isole Eolie. Per una settimana abbiamo navigato e camminato in lungo e in largo partendo da Lipari per studiare la geologia delle isole dell’Arcipelago.

 

Ricordo perfettamente le cave di caolino, le solfatare dell’Isola di Vulcano, le eruzioni dello Stromboli al tramonto mentre eravamo in quota e la discesa di notte con le torce, mentre col professore ragionavamo su ciò che avevamo visto e toccato e sui perché di quello o quell’altro fenomeno.
Se ci pensi, in natura tutto evolve e la geologia è una continua scoperta; è una sequenza infinita di domande alle quali si prova a dare una risposta. Ecco, vuoi sapere cosa fanno i geologi? Ricostruiscono sempre una storia.

Mi piace molto l’idea di gruppo che racconti.

Sì, bellissimo, ma per Scienze Geologiche di Urbino la creazione di questi gruppi di studenti appassionati è la regola.
Io posso parlare del mio, un circolo di ragazzi molto unito. Pensa che spesso, dopo la lezione in aula ci organizzavamo per conto nostro e andavamo a cercare le ammoniti, ad esempio, o a verificare direttamente la presenza di certi marker geologici o la stratigrafia nei dintorni della Gola del Furlo. A Gorgo Cerbara, abbiamo trovato perfino una vena di gesso ed estratto dei minerali che abbiamo poi donato all’Università.

 

L’obiettivo era sempre lo stesso: cercare di approfondire quello che studiavamo, e Urbino ci offriva il vantaggio di avere intorno un territorio di una certa rilevanza geologica. Spesso, in queste nostre spedizioni coinvolgevamo anche i professori che erano sempre contenti di accompagnarci o di consigliarci luoghi da visitare.

Mi pare di capire che il bilancio dell’esperienza universitaria sia positivo!

Assolutamente sì. Tornando indietro rifarei tutto senza pensarci due volte. Urbino per me rimane un posto meraviglioso, un luogo che considero “mio” e dove appena posso torno.
Anche per rivedere gli amici del Club dei Fucoidi: un gruppo di studenti del corso di laurea, di ex studenti, di docenti in attività e professori in pensione che periodicamente si riunisce in città. Io ne sono proprio convinto: la geologia è una passione che unisce!

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