Anche quest’anno il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Urbino, DISTUM, partecipa alla celebrazione nazionale di Dante Alighieri. Oggi, 25 marzo, in occasione della giornata conclusiva della Erasmus International Week, Antonio Corsaro – docente di Letteratura Italiana presso la Scuola di Lettere, Arti, Filosofia, e Delegato Erasmus per il Dipartimento di Studi Umanistici – saluterà gli ospiti stranieri negli spazi della nuova Biblioteca Universitaria San Girolamo dedicando l’incontro al tema Dante e un’idea di Europa.

“Dante non è solo una gloria nazionale. La circolazione e lo studio della Commedia – spiega il Professor Corsaro – è ormai da secoli un fenomeno mondiale. Ciò avviene, in modo sistematico a partire dall’Ottocento, soprattutto nei Paesi di lingua francese e inglese, con traduzioni illustri ma anche con studi e approfondimenti di ricerca, che nel tempo hanno dato contributi talora essenziali aprendo lo sguardo dei lettori a importanti prospettive di lettura e di interpretazione. Basti pensare all’uso “militante” che di Dante hanno fatto, nel Novecento, scrittori come Pound o Eliot”.

Il “miglior libro scritto dagli uomini”, secondo Borges, e la memoria dell’uomo che lo scrisse approderanno, quindi, all’evento che dal 2014 accoglie a Urbino studenti e docenti di Università straniere partner del nostro Ateneo in forza di accordi di cooperazione internazionale. Ma qual è la genesi della Erasmus International Week? “I docenti e gli studenti che partivano per un’esperienza di mobilità in Europa – racconta la Professoressa Rowena Coles, già Delegato Erasmus del Dipartimento di Scienze dell’Uomo – tornavano con un entusiasmo e un modo nuovo di affrontare la vita e questo mi piaceva molto. Per cui ho pensato di portare l’Erasmus a Urbino e di condividerne lo spirito e i principi con gli studenti e i docenti che si trovavano nell’impossibilità di partecipare al programma. Così è nata la Erasmus International Week, un progetto che si ispira anche alla consuetudine inaugurata da Federico da Montefeltro – di cui quest’anno ricorre il VI centenario della nascita – di invitare alla sua corte gli intellettuali più illustri d’Europa per favorire lo scambio di idee innovative tra persone di culture diverse”.

Proprio all’insegna della condivisione di ricerche, know-how e buone pratiche si svolge l’iniziativa, in palinsesto quest’anno dal 21 al 25 marzo, che ha coinvolto quattordici docenti provenienti da Germania, Polonia, Spagna, Grecia e Romania. “Voglio ringraziare – continua l’ideatrice dell’evento – la Professoressa Raffaella Santi e il Professor Antonio Corsaro per aver portato avanti questo impegno con grande dedizione, e anche i Direttori di Dipartimento che negli anni hanno sempre sostenuto, moralmente ed economicamente, questa iniziativa.
Ringrazio tutti i colleghi stranieri che hanno scelto di raggiungere Urbino superando non poche difficoltà in questo periodo complesso. Degli otto docenti polacchi partecipanti, due terranno le lezioni online perché impegnati nel volontariato e nell’accoglienza degli immigrati ucraini in Polonia. In questo tempo di guerra, mi piace pensare alla Erasmus International Week come a un piccolo cuore europeo che batte a Urbino nel segno della collaborazione e della pace fra i popoli”.

Del resto, quando si parla di Erasmus si parla di un programma di mobilità internazionale dell’Unione Europea e Dante, saldamente ancorato a una visione politica – e utopica – dell’Europa come comunità coesa, come crocevia di popoli che cooperano per la pace e il progresso di conoscenza e virtù, ha senz’altro portato nei versi del poema sacro un carattere di premessa, o di contributo alla nascita dell’idea stessa di Europa.
Riflette ancora il Professor Corsaro: “Anche Dante guardava all’Europa. A un’Europa concepibile nei suoi limiti geografici ma anche politici, secondo coordinate molto diverse dalle nostre ma ugualmente decisive in quanto orientate verso un sistema stabile. Era quella un’Europa in preda a profonde divisioni, a guerre di ogni tipo, e per questo era un terreno di riflessione per il poeta, che fu sempre anche un pensatore politico. Nel trattato della Monarchia è la sua teoria politica che guarda alla possibile unità dell’Europa sotto l’egida del potere politico imperiale, guida suprema di tutti in parallelo alla guida suprema spirituale rappresentata dalla Chiesa. È naturalmente una visione medievale, che però ci può interessare in quanto mostra l’avversione di Dante per i nascenti nazionalismi e per la prospettiva di guerra e di violenza che essi rappresentavano. L’Umanesimo avrebbe, con motivi diversi, approfondito questa istanza di unità fra le culture dell’Europa”.

Guerra e violenza occupano i giorni drammatici che stiamo vivendo. In questo tempo disilluso, dominato dal (non)senso tragico del conflitto in Ucraina, è possibile rintracciare nella Commedia sequenze di versi che, pur nel vagheggiamento dell’Impero, comunque tutto europeo, riverberino un’idea di fratellanza e di giustizia?
“Si può citare un passo – conclude il Professor Corsaro – di Par. XXII 133-137: Col viso ritornai per tutte quante / le sette spere, e vidi questo globo / tal, ch’io sorrisi del suo vil sembiante; // e quel consiglio per migliore approbo / che l’ha per meno … La verità che il poeta può contemplare dall’alto del cielo rivela un mondo piccolo e insignificante. Ma ancora Dante dà la spiegazione di questo: Par. XXII 151-153: L’aiuola che ci fa tanto feroci, / volgendom’io con li etterni Gemelli, / tutta m’apparve da’ colli a le foci. Il mondo è un’aiuola, cioè una piccola cosa, dove gli uomini esercitano soprattutto la guerra e la violenza. Questo non significava, per Dante, un pacifismo semplice e di facciata. Significava piuttosto approfondire in chiave politica i princìpi che potessero portare concretamente a una pace universale”.

 

 

 

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