A dieci anni dalla scomparsa di Bruno Gentili, l’Università di Urbino rende omaggio alla memoria dell’indimenticato grecista, tra i più autorevoli del Novecento italiano, Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia, e Professore emerito della nostra Università. Mercoledì 20 e giovedì 21 novembre 2024, l’Aula Amaranto di Palazzo Battiferri ospiterà il convegno internazionale Urbino ricorda Bruno Gentili. Eredità e prospettive. Molti i relatori che si avvicenderanno nelle due giornate di studio per riflettere una volta di più sulla tradizione lirica greca tra mito, metrica e musica il 20 novembre, e sui temi della performance e del teatro il 21 novembre.
Segnaliamo che l’iniziativa, valida per la formazione degli insegnanti, è notificata nella piattaforma S.O.F.I.A. del Ministero dell’Istruzione, e che è possibile consultare il programma del convegno cliccando qui.

Ne parliamo con Liana Lomiento, Professoressa Ordinaria di Lingua e letteratura greca, Coordinatrice dell’evento.

 

Liana Lomiento

Professoressa Lomiento, chi era Bruno Gentili?

Bruno Gentili è stato il primo Professore di letteratura greca nella nostra Università. Carlo Bo, cui lo legava una sincera amicizia che durò tutta la vita, nel 1956, lo chiamò a Urbino da Roma con l’incarico, insieme ad altri docenti, di aprire i corsi della Facoltà di Lettere, e in particolare l’incarico per l’insegnamento della Letteratura greca, della Filologia classica, della Filologia bizantina e della Metrica e ritmica greca e latina. Della Facoltà di Lettere e Filosofia fu poi preside dal 1968 al 1991.

 

Ma Bruno Gentili è stato soprattutto un grande ellenista che ha reso illustre il nome del nostro Ateneo in Italia e nel mondo, uno studioso dell’antica civiltà greca e della sua produzione poetica, la lirica, il teatro, classico ed ellenistico, la metrica e la musica che accompagnavano queste espressioni poetiche. Fondò, negli anni Sessanta, una rivista oggi celebre, tra le più accreditate riviste scientifiche nel campo dell’antichistica, che porta Urbino nel nome: i Quaderni Urbinati di Cultura Classica.

Per quali vie la sua opera e il suo pensiero influenzano la filologia e la cultura contemporanea?

Ebbe una sensibilità del tutto innovativa negli anni del magistero urbinate (e a Urbino insegnò fino al principio degli anni Novanta) verso gli aspetti sociologici della comunicazione poetica, l’attenzione e il rapporto con il pubblico, la consapevolezza nuova che quegli antichi testi erano stati canto e forme di spettacolo, viva performance. Tutti aspetti che oggi sono considerati acquisiti, ma che allora erano percepiti come del tutto nuovi e dirompenti, nel panorama degli studi di antichistica nazionali e internazionali.

 

Fu proprio questo suo interesse e questa sua curiosità che l’indusse a promuovere presso l’editore Laterza la traduzione italiana del celebre saggio del sociologo americano E. Havelock, Preface to Plato, che in Italia è noto come Cultura orale e civiltà della scrittura da Omero a Platone. Il suo modo davvero originale e generativo di avvicinarsi alla produzione poetica della Grecia antica ha lasciato una traccia importante in generazioni di allievi che nei lunghi anni del suo magistero, dall’Italia e dall’estero, si sono avvicendati nella frequentazione delle sue lezioni, sempre vivacissime e memorabili.

Come si strutturerà l’evento?

Le due sessioni, che si svolgeranno nell’arco di due giornate, nel pomeriggio del 20 novembre e nella mattina del 21 novembre prossimi, raccolgono gli interventi di studiosi e studiose che tutti, tra gli anni Settanta e Novanta hanno partecipato e collaborato – per periodi di durata variabile, in qualche caso per molti anni – alle intense attività di ricerca di Bruno Gentili, e che hanno avuto occasione di condividerne la vigorosa personalità; studiosi che provengono da numerosi Atenei italiani ed europei, e che celebreranno insieme, con loro ricerche originali, la memoria di un comune e rimpianto Maestro.

Qual è stato l’impatto delle ricerche di Gentili al di là dei confini italiani?

Bruno Gentili ha sempre coltivato un’ampia rete di relazioni internazionali, e da molte sedi estere ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti. La sua autorevolezza scientifica in campo internazionale fu sottolineata dai numerosi riconoscimenti e dalle lauree honoris causa che gli furono assegnate dalle Università di Southampton nel 1978, di Lausanne nel 1983, di Lovanio nel 1987 e di Madrid nel 2000. Dal 1991 fu nominato membro dell’Accademia di Atene e nel 1996 ottenne il Premio Europeo Capo Circeo da parte dell’Associazione Italia-Germania.

L’iniziativa sarà inclusa nella piattaforma ministeriale per la formazione permanente degli insegnanti S.O.F.I.A., è esatto?

Sì, è così. È stata nostra cura farlo, perché si tratta di un canale di comunicazione molto importante che intendiamo tenere sempre attivo con la scuola e con i docenti di discipline classiche nei licei.

Invitiamo le studentesse e gli studenti di Uniurb a partecipare alle due giornate di studio?

Ci contiamo! Credo sia davvero importante – e questo sia detto in generale – che anche gli studenti e le studentesse mantengano viva la memoria delle radici, della storia culturale del nostro Ateneo trascorsa, ma ancora viva e presente. L’impegno di chi ha dedicato a questa nostra Università per anni professionalità e passione, l’ha disegnata come ora è, l’ha plasmata e le ha dato forma. Occorre ricordarlo, ed esser grati.

 

 

 

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