Lo scorso 19 gennaio, anche Uniurb era alla Farnesina. Nella Sala delle Conferenze Internazionali del Ministero degli Affari Esteri, i Rettori e i Prorettori delle Università italiane hanno incontrato il Vicepresidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Antonio Tajani, il Ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini e il Presidente del Comitato Promotore per Expo Roma 2030 Giampiero Massolo. In conclusione dell’evento, la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI) e il Comitato Promotore hanno siglato una dichiarazione programmatica che inquadra l’impegno degli Atenei in favore della candidatura di Roma a Expo 2030.
Ne parliamo con Antonella Negri, Prorettore allo Sviluppo di Partenariati Strategici Nazionali e Internazionali.
Professoressa Negri, è stato di recente formalizzato il sostegno delle Università italiane alla candidatura di Roma a Expo 2030. Quel giorno Uniurb era alla Farnesina.
Sì, il Rettore Giorgio Calcagnini ed io siamo stati invitati dal Ministero degli Esteri a far parte di un gruppo di lavoro che ha l’obiettivo di sostenere la candidatura di Roma a Expo 2030. In questa giornata il Ministro Tajani e la Ministra Bernini hanno ringraziato le Università dell’impegno profuso in favore dei progetti pensati, in particolare, per i Paesi del Bureau International des Expositions: l’organizzazione intergovernativa che coordina le Esposizioni Universali e Internazionali. Progetti che coinvolgono l’industria e l’imprenditoria di queste regioni in rapporto con i nostri territori e con i nostri Atenei e che, soprattutto, forniscono nuovi orizzonti alla crescita dei giovani che andranno a formare le loro nuove classi dirigenti.
Il 19 gennaio è stata anche diffusa una lettera di impegno siglata da tutti gli Atenei del nostro Paese, è esatto?
Sì, si tratta di un documento attraverso il quale le Università italiane si impegnano a condividere sapere, creatività e risorse con tutti gli Atenei del mondo per creare un modello didattico globale, che possa interessare trasversalmente tutti i Paesi e formare la prima, sovranazionale, generazione della sostenibilità. L’idea è quella di portare una proposta di impatto intorno ai temi dell’inclusione, dell’innovazione e della rigenerazione che coinvolga anche gli apparati delle economie industriali e d’impresa funzionali anch’essi al potenziamento dell’istruzione e della ricerca scientifica internazionale. Il primo passo per avviare questa grande macchina organizzativa e costruire relazioni tra i diversi stakeholder sarà quello di erogare borse di mobilità per docenti, ricercatori, studenti e personale specializzato.
Qual è il contributo richiesto dal Ministero degli Esteri al sistema accademico nazionale e a Uniurb?
In questa primissima fase la Farnesina ha chiesto alle Università italiane di fornire, sulla base di determinate linee guida, un catalogo dei progetti di ricerca in corso realizzati in collaborazione con Università dei Paesi del Bureau International des Expositions che partecipano alla promozione della candidatura stessa. Il nostro Ateneo ha risposto prontamente compilando il documento e, a questo proposito, voglio ringraziare l’Ufficio Relazioni Internazionali e Attività Trasversali per la Ricerca e l’Ufficio Mobilità Internazionale che hanno lavorato instancabilmente e si sono spesi con grande forza e generoso impegno per soddisfare la richiesta in tempi strettissimi. Ringrazio anche tutti i colleghi docenti che hanno declinato in modo minuzioso e con pazienza le risposte necessarie.
Di quali progetti si tratta e quale area geografica interessano?
Premetto che tra i molti progetti che come Ateneo abbiamo indicato, il Ministero ha selezionato quelli di particolare interesse relativi alla cooperazione allo sviluppo internazionale. L’Ambasciatore Giampiero Massolo ha ringraziato la nostra Università per il contributo importante che si è espresso attraverso contenuti molto specifici che hanno centrato l’obiettivo e che fanno riferimento prevalentemente ad Africa e Asia.
Riguardano Etiopia, Malawi, Mozambico, Tanzania, Somalia e India diversi progetti coordinati dalla Professoressa Francesca Declich che prevedono, oltre ad accordi di cooperazione culturale e scientifica, anche missioni etnologiche e campagne di ricerca antropologica sul campo.
Il Professor Oscar Mei porta la missione archeologica dell’Università di Urbino in Libia. L’istituzione di un corso di alta formazione internazionale sui temi della conservazione, del restauro e della valorizzazione del patrimonio culturale nell’area dell’Europa mediterranea è l’obiettivo del progetto coordinato dalla Professoressa Laura Baratin. Fa capo al Professor Riccardo Santolini un piano di lavoro che propone di rafforzare la sicurezza alimentare in quattro distretti del Mozambico.
Ad accordi quadro con Università della Malesia, Georgia e Azerbaigian si devono le collaborazioni scientifiche e gli scambi coordinati dal Dottor Giuseppe Maugeri. Start up Tunisie è il progetto, guidato per conto di Uniurb, dalla Professoressa Elena Viganò – Prorettrice alla Sostenibilità e alla Valorizzazione delle Differenze – che propone l’istituzione di un sistema di valorizzazione del territorio attraverso il rafforzamento e la creazione di micro imprese e di filiere agroalimentari integrate.
Mi pare di capire che le collaborazioni selezionate tocchino anche altre sponde.
Sì. Le collaborazioni si estendono anche all’area dell’America Latina. Una serie di progetti coordinati dal Professor Alberto Renzulli ruotano intorno all’utilizzo sostenibile di materie prime e alla mitigazione dei rischi ambientali in Brasile, mentre in Argentina e Cile si focalizzano sulla risorsa geotermica come fonte rinnovabile. Il Professor Fabio Musso coordina attività di collaborazione e scambio nell’ambito di un accordo quadro con l’Universidade Federal do Paraná, in Brasile.
Anche il corso online di italiano per studenti internazionali che Uniurb sta per lanciare si inserisce nella strategia pro Expo?
Certamente. Con grande convinzione ed entusiasmo il nostro Ateneo parteciperà alla creazione di questo spazio globale dell’istruzione, stringendo sempre più la dimensione di internazionalizzazione al fattore umano, alle persone, alla salvaguardia dell’altro e di quello che noi possiamo dare agli altri. Ragionando in questa prospettiva ho pensato di istituire, da aprile a luglio 2023, un corso online di italiano indirizzato a 15 studenti internazionali interessati a iscriversi ai nostri corsi di laurea triennali e magistrali.
Lo scorso anno abbiamo ricevuto moltissime candidature, ma non possedendo le basi della lingua italiana parecchi studenti stranieri non sono stati ammessi. Abbiamo bandito anche due borse di studio per allievi afgani e del Mozambico, sempre nell’ambito del progetto Expo 2030, ma sono andate deserte per lo stesso motivo. Grazie a questo corso online studentesse e studenti internazionali potranno, quindi, acquisire un livello B1 di italiano, iscriversi ai corsi di laurea e ottenere il livello B2 durante l’anno accademico. Le iniziative in cantiere non sono poche e spero davvero che l’Expo 2030 sia il punto di avvio di un processo molto più ampio che abbia a cuore l’uomo e il pianeta.