Andrea Duranti, docente di Chimica Farmaceutica e Referente del corso di laurea, e Athanasios Vafeidis, neolaureato Uniurb, ci accompagnano alla scoperta della magistrale a ciclo unico in Farmacia. Una quinquennale caratterizzata da una forte attrattività internazionale, e da attività didattiche orientate all’inserimento degli allievi nel mondo del lavoro. Prima tra tutte l’iniziativa formativa nota come Farmacia Simulata: un corso svolto da farmacisti professionisti e realizzato in collaborazione con l’Ordine dei Farmacisti della Provincia di Pesaro e Urbino. Non a caso, subito dopo la laurea, Athanasios ha firmato il suo primo contratto di impiego.

Ricordiamo ai lettori interessati che il prossimo Open Day dedicato al corso si svolgerà a Urbino il 1 settembre 2023. Per conoscere i dettagli dell’evento e prenotare il posto in aula cliccare qui.

 

Il Professor Andrea Duranti

Professor Duranti, se dovesse “rispiegare” il corso di laurea in Farmacia di Uniurb con quali parole lo racconterebbe?

Con le parole che descrivono alcune attività didattiche che il corso di laurea in Farmacia di Urbino nel tempo ha sviluppato e poi implementato e che, per come sono impostate, costituiscono un unicum nel loro genere e nel panorama di corsi omologhi. Al primo anno esiste un corso specificamente costruito per far acquisire alle matricole un metodo di studio, abilità comunicative scritte e orali, la capacità di produrre un’analisi critica, e per far sviluppare uno spirito di appartenenza.

 

Queste acquisizioni, anche attraverso il contributo di tutor accademici, forniscono importanti strumenti per ottimizzare l’apprendimento sia nella fruizione delle lezioni, sia nella gestione del carico di studio. Al quarto anno è stato istituzionalizzato il corso di Farmacia Simulata che, in collaborazione con l’Ordine dei Farmacisti della Provincia di Pesaro e Urbino, consente a studentesse e studenti di prepararsi per svolgere al meglio il tirocinio professionale.

 

A questo fine è stata realizzata una vera e propria farmacia – seppur virtuale – all’interno della sede didattica del corso di laurea. Anche i corsi di recupero estivi, per studenti in debito rispetto alla frequenza delle attività descritte e di quelle laboratoriali, costituiscono un’ottima opportunità per la regolarità del percorso degli studi.

La regolarità del percorso di studi è garantita anche dalla qualità del rapporto docente-studente?

Sicuramente. Urbino è una città bellissima e a misura d’uomo, una città campus dove chi si iscrive si può integrare facilmente nel tessuto della comunità e trovare un ambiente ideale per i suoi studi. Questa integrazione è resa possibile anche da una presenza costante del personale universitario e da un rapporto ottimale di vicinanza e partecipazione tra studentesse, studenti e docenti: condizioni che consentono alle ragazze e ai ragazzi di vivere in perfetta simbiosi con il corso di laurea. Lo scenario descritto, pertanto, determina le giuste condizioni per arrivare, in tempi molto rapidi, alla risoluzione di eventuali problematiche che si dovessero presentare.

 

L’assistenza costante da parte del personale docente e tecnico-amministrativo è testimoniata anche dalle azioni messe in atto nel periodo precedente l’inizio delle lezioni attraverso attività di orientamento, durante le lezioni con la collaborazione di studenti tutor e tutor accademici, nella fase di affiancamento per la ricerca di istituzioni esterne all’Ateneo idonee allo svolgimento di periodi di studio – dedicati a esami, tesi o tirocini – e nelle fasi post lauream per orientare laureande e laureandi nella scelta di percorsi formativi finalizzati alla ricerca di attività lavorative.

Ha descritto uno scenario a misura d’uomo e di donna che è anche molto caratterizzato da una specifica dimensione internazionale. È esatto?

Esatto. Il corso di laurea in Farmacia di Urbino storicamente si è caratterizzato per la presenza ciclica di studenti internazionali. Negli ultimi anni, anche attraverso una serie di attività di diplomazia culturale, si sta assistendo a una tendenza rialzista di iscritte e iscritti provenienti da varie nazioni estere. Questo fenomeno è di grande importanza se si considera che, sin dai primi momenti di vita universitaria, consente scambi interculturali per la formazione individuale a tutti coloro che frequentano il corso. Per gli studenti internazionali sono disponibili corsi di lingua italiana gratuiti.

 

D’altra parte, la formazione internazionale è possibile anche attraverso accordi con oltre venti sedi universitarie europee nell’ambito del programma Erasmus che consente a studentesse e studenti di trascorrere fino a un massimo di due anni all’estero, per svolgere principalmente esami e tesi sostitutivi di esami e tesi da svolgere altrimenti in Italia. In aggiunta a questa opportunità si consideri che sono possibili anche esperienze di tirocinio internazionale tramite il traineeship in sedi svincolate da quelle convenzionate, pertanto le opportunità di un arricchimento culturale all’estero si estendono in modo rilevante.

Athanasios Vafeidis

Athanasios, perché hai scelto di iscriverti al corso di laurea in Farmacia di Uniurb?

Ho scelto questo corso di laurea perché mi piacerebbe lavorare come farmacista. Il sogno è quello di riuscire ad avviare una farmacia tutta mia. So che è difficile e che prima dovrò esercitare la professione come dipendente – infatti tra qualche giorno comincerò a lavorare per una farmacia di Milano – ma sono sicuro che riuscirò ad aprire la mia farmacia.

 

Urbino l’ho scelta perché sapevo che il corso in Farmacia era uno dei migliori in Italia e che ospitava molti studenti greci. Infatti, la forza distintiva di questa quinquennale risiede, secondo me, anche nella sua veste internazionale. Negli anni ho incontrato numerosi studenti stranieri, provenienti da diversi Paesi del mondo e anche dalla Grecia, come me, che hanno scelto di studiare a Urbino. E ciò che ho apprezzato di più è stata l’attenzione che il corso ha dimostrato nei nostri confronti, offrendo lezioni gratuite di italiano, organizzando eventi dedicati al nostro inserimento nella comunità studentesca e creando un’atmosfera particolare che ci faceva sentire a casa.

Un’atmosfera che i docenti del corso contribuivano a creare?

Sì. I professori erano sempre vicini a noi studenti, ci supportavano e rispondevano velocemente alle nostre mail. Quando ci davano appuntamento, ad esempio, era semplice raggiungerli nella sede della Scuola di Farmacia, in centro, e a loro non importava quanto tempo ci volesse per spiegare argomenti complessi: non si arrendevano finché non avevamo capito!

 

Poco prima di immatricolarmi ho contattato un docente che è stato molto disponibile. Mi ha aiutato a compilare la domanda di iscrizione e mi ha sempre motivato durante la fase di inserimento nel contesto universitario. Ricordo che mi aveva sorpreso molto il fatto che avesse risposto gentilmente alla mia mail, quindi subito mi ero detto “forse è l’Università giusta”! In generale, la maggior parte dei professori del corso mi ha fatto appassionare alle materie e mi ha dato ottimi motivi per seguire attentamente e in presenza le lezioni.

Urbino è davvero la città campus ideale?

Sì, tutto si trova a cinque minuti di strada per chi vive in centro. Così il tempo che si risparmia si può dedicarlo a studiare, a uscire con gli amici e, se si ha la macchina, a visitare le città vicine. Ho apprezzato tanto anche le aule studio: sono silenziose e permettono di concentrarsi. La struttura stessa della città permette di stringere amicizie in aula e fuori dall’Università, perché gli studenti si ritrovano negli stessi spazi.

 

Dai miei compagni di corso italiani sono stato sempre ben accolto e aiutato. E come dicevo, ho incontrato anche diversi miei connazionali che avevano fatto la stessa scelta di studiare a Urbino e tanti studenti stranieri, soprattutto spagnoli, con cui ho legato molto. Quando ci andavo con gli amici, la Fortezza Albornoz diventava un luogo magico. Facevamo picnic, foto, giocavamo a pallone!

 

Durante le feste del Natale scorso nevicava tanto e insieme ai miei coinquilini ho costruito un iglù. Siamo partiti in quattro e alla fine eravamo un gruppo di venti, trenta persone. È un posto speciale che ha una vista mozzafiato: da lì si vede tutta la città e si fanno incontri che non si dimenticano.

 

 

Pin It on Pinterest

Share This