Per la Carlo Bo il 2017 è (anche) l’anno delle “citazioni”. Il Times Higher Education inquadra il nostro Ateneo al settimo posto del ranking nazionale per numero di citazioni, e include l’area delle Scienze Fisiche tra la 251esima e la 300esima posizione a livello mondiale.
Sull’onda – gravitazionale – delle scoperte del secolo i Fisici guadagnano il primo posto in Italia per citazioni ricevute, mentre Clarivate Analytics registra tra gli Highly Cited Researchers 2017 un matematico del Dipartimento di Scienze Pure e Applicate: Raffaella Servadei, Professore associato di Uniurb!
Una classifica? Non proprio, si tratta di una lista, di un lungo elenco che segnala, segmentandoli in 21 aree disciplinari, i 3.400 ricercatori più citati al mondo; scienziati che pubblicano studi fondamentali per l’evoluzione della ricerca secondo la comunità scientifica internazionale.
Nella lista del 2017, solo cinque sono i matematici italiani selezionati e tra questi anche Raffaella Servadei che commenta: “sono molto contenta di questo prestigioso riconoscimento, sono felice per me e per l’Ateneo. Non me l’aspettavo, è stata una bella sorpresa!”.
Le sue ricerche indagano “le equazioni alle derivate parziali” che sono “alla base dei modelli matematici che consentono di descrivere qualunque fenomeno reale”.
Matematici che citano un matematico, quindi, ma non solo perché i “like” acquisiti pare provengano anche da altri settori scientifici e “questo – continua la Professoressa Servadei – mi porta, sempre con maggiore forza, a immaginare e ad auspicare una collaborazione con i biologi, i fisici, i chimici, gli informatici della nostra Università per acquisire conoscenze nuove, utili a noi tutti e all’Ateneo stesso”.
Del resto, le altre scienze e le altre forme del sapere sono in relazione strettissima con la matematica e questo certamente spiega l’impatto citazionale di cui ragioniamo, una sorpresa straordinaria se si pensa ai titoli recenti della stampa nazionale (i numeri in Italia fanno paura; è crisi delle vocazioni; pochi i laureati in matematica) che fa sperare in un cambiamento di rotta.
“Adoro il mio lavoro, mi piace molto fare ricerca e mi piace altrettanto insegnare e non capisco perché la matematica sia la materia meno amata dagli studenti. Probabilmente dipende anche dall’approccio con cui viene presentata, già dalla scuola primaria. Quello che noto è che i ragazzi chiedono “ricette” per fare le cose. Ma la matematica non è un insieme di formule da tenere a mente, la matematica è la bellezza del ragionamento che porta alla soluzione del problema. Ed è questo che cerco di insegnare loro.
Spesso anche con grande soddisfazione. Ieri, per esempio, finita la lezione uno dei miei studenti mi ha detto “ah, ma così è facile, dobbiamo solo far funzionare il nostro cervello!”.
Immagine in evidenza: Donatello Trisolino