Avete presente quella frenesia bellissima che spinge l’essere oltre l’umano pensare del mondo, verso la rivelazione di una creazione che del mondo è un aggiustamento, una cura? Ecco, noi l’abbiamo sperimentata quando ci siamo lasciati travolgere dal movimento generativo di questa tensione nella notte più bella dell’anno: la Notte Europea dei Ricercatori! Da venerdì 27 settembre 2024, infatti, l’Università di Urbino partecipa a SHARPER, acronimo di Sharing Researchers’ Passion for Education and Rights, il progetto italiano supportato dalla Commissione Europea che ha come obiettivo la realizzazione della Notte Europea dei Ricercatori nel 2024 e nel 2025.

Ma cosa è successo di preciso quando ci siamo immersi nella meraviglia dell’evento di divulgazione scientifica che ha aperto le porte dei laboratori di ricerca di Urbino e Fano alla cittadinanza? È successo che la scienza si è offerta, e attraverso la voce e l’entusiasmo delle ricercatrici e dei ricercatori si è raccontata a un pubblico di non addetti ai lavori descrivendo i processi, gli esiti e gli impatti degli studi condotti in Ateneo. Il risultato di questa indimenticabile maratona è stato eccezionale. I laboratori e gli stand hanno registrato in entrambe le città una grande affluenza di pubblico. A Urbino, il numero massimo di visitatori previsto per ogni location (1.759 partecipanti) è stato ampiamente raggiunto. Un altro dato evidente è che l’evento ha portato in città oltre 3.000 visitatori. Al Collegio Raffaello il flusso rilevato di circa 1.500 persone è stato costante. Chi non ha partecipato in presenza ha seguito la diretta streaming, che ha totalizzato oltre 400 visualizzazioni. A proposito, il video è sul nostro canale YouTube, per rivederlo basta cliccare qui.

“Concludiamo con grande soddisfazione – ha commentato il Rettore Giorgio Calcagnini – questo straordinario evento che ha aperto i laboratori e portato le attività e i progetti di ricerca del nostro Ateneo nel cuore della città, coinvolgendo un pubblico eterogeneo e numeroso, composto soprattutto da giovani. Siamo davvero orgogliosi di aver dimostrato che la scienza e l’innovazione possono essere condivise anche con chi non ha una formazione specialistica. Segno che, sempre più, la ricerca universitaria deve aprirsi ai territori e contribuire al progresso collettivo”.

 

 

Tra le diverse attività proposte, è stato particolarmente apprezzato il laboratorio di scrittura La grammatica della fantasia che, negli spazi della Biblioteca San Girolamo, ha coinvolto soprattutto un’ampia platea di bambini. Idem per l’Open restoration point della Scuola di Conservazione e Restauro, un’area in cui è stato possibile imparare a cogliere dettagli e differenze dello stato di un’opera d’arte prima e dopo l’intervento di recupero. Il luogo maggiormente frequentato è stato l’Orto Botanico, grazie alle visite guidate e al laboratorio di Etnobotanica che ha diretto i partecipanti alla scoperta della disciplina e delle diverse specie vegetali presenti nella struttura.

“La significativa partecipazione e l’entusiasmo che abbiamo percepito intorno alle nostre ricercatrici e ai nostri ricercatori – ha concluso il Prorettore alla Terza Missione e Public Engagement, Fabio Musso – dimostra quanto sia importante procedere lungo questa strada. Vogliamo continuare a rendere accessibili i saperi, coinvolgere il pubblico in esperimenti e dimostrazioni pratiche, e a dare prova dell’impatto concreto che i nostri studi possono avere sulla vita di tutti i giorni. Crediamo fermamente, infatti, che una divulgazione scientifica e culturale di qualità possa sollecitare l’interesse dei giovani, stimolare il loro spirito critico e, più in generale, rendere i cittadini consapevoli delle sfide che insieme possiamo affrontare. Per questo, faremo in modo che l’iniziativa diventi un appuntamento fisso, una tradizione del nostro Ateneo”.

Siamo certamente pronti a replicare l’esperienza, anche in ragione del fatto che i 71 eventi in programma nella prima edizione SHARPER sono stati seguiti da un pubblico curioso e attento alla descrizione di fatti complessi eppure comprensibili, che ogni giorno studiose e studiosi della Carlo Bo indagano con passione. Parte di quel pubblico eravamo noi che abbiamo assistito all’incontro e ascoltato, in dialogo, gli uomini e le donne che producono conoscenza e quelli che, ricevendola, l’hanno accolta e capita, riscoprendo il senso più profondo della scienza, come strumento di progresso e insieme di condivisione.

 

 

“La prima SHARPER night di Uniurb è stata un’esperienza entusiasmante – ha concluso il Professor Alessandro Bogliolo, Coordinatore del comitato scientifico – soprattutto per il coinvolgimento attivo di tutte le persone dell’Ateneo, ricercatrici e ricercatori, personale tecnico-amministrativo e studenti, che sono state tutte protagoniste e tutte fondamentali per il successo di questo grande evento collettivo. Quello che la cittadinanza e i visitatori hanno potuto percepire non è stata solo la qualità e la varietà della ricerca, ma anche la passione delle persone, la loro capacità di fare squadra, il senso di appartenenza all’Ateneo e l’apertura al dialogo. Invito tutti a dare seguito ai contatti collezionati nell’app WOM pocket per soddisfare curiosità, approfondire conoscenza e mantenere aperto il dialogo con l’Ateneo, fatto di persone”.

Di fatto, dal tramonto in poi, abbiamo visto dissolversi i confini tra accademia e città. I cortili e le sale dei palazzi universitari si sono riempiti di voci, domande, risate fragorose, che celebravano l’intelligenza, il piacere della scoperta, il sapere come esperienza comune. E ci siamo lasciati contagiare dall’energia della scienza anche dopo lo scoccare della mezzanotte, quando, in piazza della Repubblica, il concerto di una nota band marchigiana ha chiuso la grande festa della ricerca di Uniurb.

 

*Fano: i ricercatori e le ricercatrici di Uniurb all’ingresso di Palazzo San Michele, sede distaccata dell’Università di Urbino.

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