Care studentesse, cari studenti,
di recente ho avuto il privilegio di conversare spesso con voi e, nell’occasione, ho colto il senso di smarrimento e di rabbia che attraversa le vostre riflessioni.
All’inverno del Covid è seguito l’inverno di una guerra che sembra bloccare il presente nell’allerta di un’incertezza senza rimedio. Non posso, ahimè, sottrarvi a un’inquietudine che è collettiva, voglio però invitarvi a non cedere alla rassegnazione e a difendere con coraggio la vitalità della vostra intelligenza.
Parafrasando la poetessa polacca Wisława Szymborska, credo che in questo frammento drammatico della storia del mondo l’unico conflitto da patrocinare sia quello contro la propria ignoranza. Vi chiedo, quindi, di mettere al sicuro il vostro desiderio di conoscenza e la capacità di impegno e di solidarietà che vi orienta, per continuare a progettare un avvenire che solo la vostra grande e giovane forza saprà costruire nel tempo nuovo che verrà.
Aspettando che l’Europa torni ad essere un luogo di pace, auguro a voi e alle vostre famiglie una serena Pasqua.
Giorgio Calcagnini