Alessia Ventani è una millennial col pallino del secolo scorso: potendo si teletrasporterebbe nel “1984”, di Orwell si intende!
Nel 2017 se non studia fa volontariato in parrocchia e se non fa volontariato in parrocchia guarda Mr. Robot, la sua cyber-serie-tv preferita. Il soggetto? Un esperto di sicurezza informatica che attacca i server di mezzo mondo!
A proposito… Alessia è iscritta al secondo anno del Corso di laurea in Informatica Applicata e ha vinto una delle 100 borse di studio che la Carlo Bo ha assegnato ai propri studenti meritevoli.

 

Alessia, che cosa significa per te studiare Informatica Applicata?

Una fortuna che non mi aspettavo. Questo corso l’ho scelto per caso. Dopo il diploma non sapevo davvero immaginare la mia strada per il futuro, sapevo solo di non voler perdere un anno a riflettere su questo o quel corso di laurea. Così mi sono fatta due conti e la mia simpatia per le materie scientifiche mi ha fatto scegliere Informatica Applicata. Mi sono detta: “proviamo” ed è andata bene!

Dove ti porterà questo percorso formativo?

In qualche posto a lavorare nell’ambito dell’analisi dati o della sicurezza informatica. Il punto è che alla fine di ogni esame scopro nuove possibilità di impiego e me ne innamoro, e può essere che da qui a qualche mese avrò già cambiato idea.
Ma al di là di quello che farò da grande più nello specifico, di sicuro scriverò codice… perché mi piace, mi viene bene ed è quello che voglio fare.

Informatica Applicata in tre punti di forza.

Questo corso di laurea converte la formazione in professione, secondo me. Nel senso che una volta fuori sai fare veramente e praticamente qualcosa. So di “amici dei miei amici” che alla fine del percorso, subito dopo la triennale con o senza magistrale, hanno trovato lavoro.

 

E poi i professori sono fortissimi. Giovani, competenti e sempre molto disponibili. I loro uffici sono a un passo dalle aule, e capita spesso che vedendoli passare li intercettiamo per domande e chiarimenti. Loro si fermano e rispondono senza fretta. Una cosa che in altri Atenei non credo sia possibile. Amici che studiano altrove mi dicono che per parlare con un docente devono mandare una mail, prendere un appuntamento e raggiungerlo nell’orario che lui stabilisce. Noi dobbiamo solo aprire la porta del Collegio Raffaello e ce li abbiamo lì.

 

Uno strumento che usiamo molto è la piattaforma Moodle. I professori caricano lì tutto il materiale didattico per i diversi esami, dalle slide agli esercizi, e attraverso il forum possiamo fare domande e comunicare con loro per approfondire gli argomenti.

Perché ti piace quello che studi?

Perché quasi tutti gli insegnamenti prevedono molte ore di pratica che fanno toccare con mano il lavoro futuro.
Un esame ha previsto, ad esempio, la partecipazione di noi studenti a un hackathon in team: esperienza utilissima perché da subito la inserisci in curriculum e impari a organizzarti e a lavorare in gruppo. Una delle prime cose che questo corso di laurea mi ha insegnato, soprattutto in fatto di programmazione, è che non si è mai soli ma si interagisce con altre persone perché il codice si scrive in squadra.

Se dico algoritmo?

Dici una cosa bella! E ti spiego perché. Le formule le impari certo, ma imparare tutto il codice di ogni algoritmo, aperta parentesi graffa e chiusa parentesi graffa, è roba da matti! I sani di mente una volta capito il meccanismo riescono a implementarlo in ogni linguaggio di programmazione.

 

Mi piace l’idea di creare attraverso il codice. Per un esame, ad esempio, io e un amico appassionato di Yu-Gi-Oh! abbiamo realizzato un gioco di carte. All’inizio non sapevamo da dove partire, poi piano piano abbiamo cominciato a programmare e abbiamo visto che poteva funzionare; c’era un errore lo correggevamo e andavamo avanti e così fino alla fine. Partendo da zero abbiamo costruito qualcosa. Vuoi mettere la soddisfazione?!

Alessia e Urbino.

Il mio corso di laurea non prevede la frequenza obbligatoria, ma seguire le lezioni è importante, per questo viaggio tutti i giorni da Morciano di Romagna a Urbino. Un’ora all’andata e una al ritorno. Tra i compagni di corso siamo in molti a non avere casa in città e questo ci spinge a trascorrere molto tempo insieme – prima durante e dopo le lezioni – e a condividere anche il pranzo alla mensa dell’Ateneo che è vicinissima alla nostra sede. Va be’, non ha le tre stelle Michelin ma ci si mangia davvero bene.

Cinque suggerimenti per chi sta decidendo cosa studiare e dove.

1) Se non hai le idee chiare sul tuo prossimo percorso formativo, parti da quello che ti piace fare e rifletti sulle materie che alle superiori ti hanno appassionato di più.
2) Valuta con attenzione il piano di studi per capire quali insegnamenti sono previsti.
3) Se decidi di iscriverti a Informatica Applicata di Uniurb chiedi informazioni sui programmi di studio al manager didattico e ai professori del corso, ma se si tratta di conoscere la città tieni per te il piacere della scoperta, se no che gusto c’è?!
4) Segui le lezioni, è fondamentale! In aula si affrontano problemi in più rispetto a quelli che si leggono su libri e manuali, e se non capisci qualcosa puoi chiedere ai docenti e immediatamente dare risposta ai tuoi dubbi.
5) Abituati a procedere per tentativi. La parola d’ordine è provare, e se provi e non va bene riprova da capo.
6) E soprattutto non fare cose illegali; io sto alla larga da quella roba lì, non mi verrebbe bene e mi beccherebbero subito!
Ops sono sei, è un problema? Lo risolviamo!

 

Immagine in evidenza: Donatello Trisolino

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