Le offerte di impiego per i “tech talent” di Uniurb fioccano ancor prima dell’acquisizione del titolo di laurea. La formazione che il corso triennale in Informatica – Scienza e Tecnologia garantisce sembra, infatti, essere contrassegnata da una forte impronta professionalizzante che soddisfa le esigenze del mercato del lavoro.
Ce ne parlano Valerio Freschi, docente di Sistemi di Elaborazione delle Informazioni, e Giacomo Di Fabrizio, laureato triennale in Informatica e adesso studente del corso di laurea magistrale in Informatica e Innovazione Digitale.

 

Il Professor Valerio Freschi

Professor Freschi, qual è il tratto distintivo del corso di laurea in Informatica – Scienza e Tecnologia?

La triennale in Informatica – Scienza e Tecnologia appartiene alla tipologia di corsi a orientamento scientifico-tecnologico che hanno una grande spendibilità sul mercato del lavoro nazionale e, nel caso di Urbino, anche locale. Molti dei nostri ragazzi già al terzo anno, prima di laurearsi, cominciano a collaborare con aziende della regione Marche sia attraverso i canali ufficiali dell’Ateneo, e mi riferisco ai servizi di job placement e alle attività di tirocinio e stage, sia attraverso canali indipendenti. Sono studentesse e studenti che in prevalenza arrivano da città e paesi limitrofi e hanno il notevole vantaggio di poter lavorare nel territorio in cui sono nati e cresciuti.

 

A questo proposito, il dato importante che emerge riguarda il grado di soddisfazione, sempre molto alto, che le realtà imprenditoriali restituiscono rispetto alla preparazione dei nostri allievi con la, conseguente, frequente richiesta di neolaureati triennali e magistrali. Abbiamo, infatti, attivato di recente la laurea magistrale in Informatica e Innovazione Digitale che dà la possibilità a chi vuole proseguire gli studi di farlo a Urbino, dove conosce già la città e i professori, in un ambiente che mi piace definire “familiare”.

L’intervista è doppia, per cui non posso non chiederle una riflessione sul rapporto che, come docente, costruisce con i suoi studenti.

Noi docenti abbiamo un contatto pressoché costante con i nostri studenti e studentesse, che accogliamo in classi gestibili dal punto di vista numerico. Ovviamente, ogni docente ha un proprio modo di entrare in relazione con gli allievi. Per quel che mi riguarda, loro sanno che, al di là dell’orario di ricevimento, possono parlare con me alla fine della lezione e anche quando ci incrociamo nella sede del corso o in città. Tutt’al più, se ho impegni, chiedo loro di posticipare l’incontro al giorno dopo e questo crea tra noi un legame.

 

Sanno che possono contare sulla mia – ma mi sento di dire “nostra” includendo i colleghi – disponibilità e questo consente loro di affrontare il percorso di studio con una certa sicurezza. Solo per dare un’idea: recentemente alcuni studenti e studentesse ci hanno aiutato a girare un video che presenta il corso, e dall’inizio alla fine del lavoro si sono dati molto da fare, anche in piena autonomia e sempre con un grande entusiasmo: segno che si sentono parte integrante di una comunità coesa.

Anche quest’anno, dal 18 al 21 settembre 2023, i neodiplomati interessati al corso di laurea potranno frequentare a costo zero il Training Camp. “Rispieghiamo” di cosa si tratta?

Molto volentieri. Il corso di laurea prevede al primo anno e al secondo materie di base che includono, ad esempio, la matematica e la fisica, quindi per supportare gli studenti in ingresso e fare in modo che arrivino adeguatamente preparati, da qualche anno, organizziamo un Training Camp durante il quale i docenti – che sono gli stessi che insegnano alla triennale – tengono una serie di lezioni in cui fanno un ripasso dei programmi.

 

Si tratta, in sostanza, di un’occasione che il corso di laurea dà ai nostri potenziali studenti per far sì che prendano confidenza con gli argomenti che, da subito, incontreranno nel percorso formativo. Tra l’altro, durante i precorsi studentesse e studenti possono pranzare nelle mense e alloggiare nelle residenze dell’Ateneo gratuitamente, e frequentando le aule e gli spazi della sede istituzionale possono anche incontrare gli allievi dell’Università, iscritti ad anni superiori al primo, per avere un’idea più precisa dell’intero percorso di studio e di vita a Urbino.

Giacomo Di Fabrizio

Giacomo, ti chiedo tre caratteristiche del corso di laurea in Informatica – Scienza e Tecnologia.

In generale, parliamo di un corso che contribuisce – anche con materie ritenute complesse e grazie ai professori – a creare in noi studenti una forma mentis ben determinata, che ci sostiene nel percorso formativo e professionale e ci aiuta a crescere come persone nella vita di tutti i giorni. Di questo sono convinto.

 

Sono molte, inoltre, le attività pratiche e tanti i laboratori che ci fanno applicare quello che studiamo e imparare il mestiere concretamente. Anche perché i quattro curricula tra i quali possiamo scegliere di “specializzarci” corrispondono veramente a ciò che oggi il mondo del lavoro cerca. Non credo sia casuale che anche prima della laurea triennale, attraverso i canali messi a disposizione dall’Università, riceviamo proposte di collaborazione da aziende che hanno bisogno di informatici.

 

A me sono arrivate diverse offerte che non ho accettato perché ho preferito iscrivermi alla magistrale in Informatica e Innovazione Digitale, sempre qui a Urbino. A questo proposito, penso sia un grande vantaggio avere la possibilità di approfondire le conoscenze di base offerte dalla triennale in un percorso successivo – che si concentra anche su argomenti di interesse attuale: come il machine learning, l’intelligenza artificiale, la blockchain ecc. – senza doversi trasferire in un altro Ateneo e in un’altra città.

Nella tua prima risposta hai citato subito i professori e attribuito loro un merito.

Sì, perché mi trovo molto bene con i docenti in quanto il rapporto con loro è confidenziale. Non diventano amici degli studenti, intendiamoci, ma riescono a rendere umana la relazione con la classe. Fanno in modo, cioè, che noi allievi sentiamo la loro vicinanza, la loro disponibilità a sostenerci nel ragionamento e quindi nell’apprendimento, esame dopo esame. Ad esempio, durante la lezione per qualsiasi dubbio possiamo alzare la mano, interrompere la spiegazione e avere la risposta che ci serve.

 

In generale, anche quando l’ora di lezione finisce i professori si fermano con noi, ci ascoltano e continuano a darci le informazioni che chiediamo. Questa caratteristica si fa sempre più intensa con il passare degli anni e, in particolare, durante la magistrale in Informatica e Innovazione Digitale, ma io l’avevo notata prima di immatricolarmi, già nella settimana del Training Camp.

Dal 18 al 21 settembre 2023, partecipando al Training Camp – lo ricordiamo – si ha l’opportunità di vivere una settimana da studentesse e studenti universitari a Urbino, per conoscere più da vicino il corso di laurea in Informatica. Tu come hai vissuto questa esperienza?

Per me è stata un’esperienza bella e molto utile che, dopo le superiori, mi ha chiarito le idee e portato a scegliere l’Università di Urbino. In pratica, per una settimana abbiamo fatto lezione nelle aule dell’Ateneo per prepararci al test di verifica della preparazione iniziale, abbiamo conosciuto i professori che si sono subito dimostrati gentili e attenti alle nostre domande, e ci siamo conosciuti tra noi compagni di corso.

 

Era tutto gratuito e potevamo pranzare nella mensa universitaria e dormire in una delle strutture di Uniurb. Insomma, in quei giorni parlando molto con i docenti ho avuto una visione non dico completa, ma sicuramente più ampia delle materie previste dal piano di studi, delle eventuali difficoltà che avrei incontrato e anche una consapevolezza maggiore rispetto alla mia capacità di affrontarle.

 

 

 

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