Milano incanta il mondo. I numeri confermano il successo di Expo 2015. Sul finire di agosto sono stati censiti quasi 14 milioni di accessi, entro il 31 ottobre si prevedono 20 milioni di visitatori e nella settimana appena trascorsa si sono registrate un milione di presenze, a conferma che il boom di affluenza raggiungerà il suo apice negli ultimi 40 giorni dell’esposizione. E negli ultimi quaranta giorni noi saremo lì.
L’Università di Urbino dal 15 settembre al 30 novembre è protagonista di Expo Belle Arti e del Padiglione del Libro. Il progetto, curato dal critico e ambasciatore per le Belle Arti della Regione Lombardia Vittorio Sgarbi, ha portato a Palazzo Isimbardi quattordici preziosissimi volumi della Biblioteca Universitaria. Lo stesso padiglione ospita anche due laboratori della Scuola di Conservazione e Restauro dell’Ateneo. Due cantieri aperti al pubblico: il primo dedicato a interventi di conservazione che interessano quattro dipinti su tavola della Raccolta d’Arte dell’Ospedale Maggiore Ca’ Granda di Milano, e il secondo, in collaborazione con la Scuola del Libro di Urbino e la società urbinate Pagnoni Group, dedicato al restauro di testi antichi e più precisamente di due volumi della Fondazione Carlo e Marise Bo.
“L’iniziativa nasce da un’idea di Vittorio Sgarbi. È stato lui – spiega la Professoressa Laura Baratin, Coordinatrice della Scuola di Conservazione e Restauro – a portare dalle Marche all’Expo di Milano la Scuola di Conservazione e Restauro e la Scuola del Libro, in quanto strutture formative di alta specializzazione. Io ho, invece, proposto di trasferire lì temporaneamente la nostra competenza specialistica che è il restauro delle opere su tela e lignee”.
Annunciando la visita guidata del Padiglione, in programma oggi e promossa dal Presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni e dal Sindaco di Milano Giuliano Pisapia, Sgarbi ha commentato per noi la partecipazione di Urbino all’iniziativa. “Nell’ideale Padiglione del libro che abbiamo realizzato – ha detto – abbiamo voluto rappresentare diversi luoghi come la libreria di Umberto Saba a Trieste o la biblioteca di Giuseppe Tomasi di Lampedusa a Capo d’Orlando, e Urbino avendo sia opere, sia Scuola, sia tradizione di restauro meritevoli di essere segnalati è stata naturalmente inclusa nel progetto”.
A Palazzo Isimbardi, i due team di Urbino lavorano su manufatti d’eccezione. I saggi di Michel de Montaigne in una stampa secentesca, un’Opera Omnia di Platone edita nel 1500 e quattro dipinti su tavola datati tra l’ultimo quarto del XV secolo e il primo del XVI, due dei quali attribuiti al Bramantino (Sant’Elena e Natività).
“Quelle attribuite a Bramantino – spiega la Professoressa Baratin – sono due opere poco studiate, sulle quali stiamo effettuando una serie di indagini non invasive che ne verificano lo stato di conservazione. Nel corso dei lavori, utilizzeremo una serie di nuove tecnologie che potranno garantirci una conoscenza più approfondita di questi dipinti, dopodiché eseguiremo operazioni di piccola manutenzione. La nota interessante è che stiamo sperimentando un modo di studiare questi dipinti su legno sia nelle deformazioni del supporto, sia sulle superfici pittoriche, attraverso sistemi mai impiegati per le pitture”.
Evidentemente l’Expo è anche questo, e intorno ai temi legati ad alimentazione e nutrizione ruotano musica, scienza, letteratura e arte: un melting pot di “energie per la vita”!