La campagna di comunicazione ideata da quattro studentesse del corso di laurea magistrale in Comunicazione e Pubblicità per le Organizzazioni è una sorprendente dichiarazione d’amore per Uniurb. Un messaggio – lo diciamo subito – che parla ad intelligenze forti, capaci di credere nell’implicito. Ce ne siamo resi conto lo scorso martedì, nell’Aula Magna del Rettorato, durante la presentazione di un concept che ha evitato il facile primo piano sulla bellezza di Urbino, sulla rappresentazione visiva delle sue architetture e delle sue persone, e al centro della scena ha posizionato un megafono che riverbera quattro diversi claim: “alza la mano”, “non lo rispiego”, “fai silenzio”, “ritorna al tuo posto”.
L’effetto prodotto è stato un piacevole straniamento, un nodo di stupore che si è sciolto via via nelle parole di Alessia Quici protagonista, con le sue compagne di corso, di questa nuova avventura narrativa. «La campagna – ha spiegato la studentessa – è la presa di posizione di Uniurb nei confronti di un sistema troppo spesso competitivo che non lascia spazio all’espressione dei singoli studenti che invece qui si riappropriano delle frasi che si sentono dire nel contesto scolastico ribaltandone il significato negativo iniziale.»
Guidate da Paolo Iabichino che ha curato la direzione creativa del progetto, Alessandra Di Giacomo, Federica Liguori, Flavia Muselli e Alessia Quici hanno, di fatto, bypassato il perimetro dell’immaginazione e lavorato col desiderio di sapere, di osservare e restituire i fatti della formazione targata Uniurb da un’angolatura di verità. “Mi è piaciuto molto – ha commentato il Rettore Giorgio Calcagnini – il nuovo, coraggioso messaggio che le studentesse della Scuola di Scienze della Comunicazione hanno immaginato per la campagna di comunicazione del nostro Ateneo.
Coraggioso perché mette in discussione una certa, anacronistica, idea di potere del sistema educativo che decisamente confligge con il modo di fare formazione nei luoghi dell’Università di Urbino. Un modo che si svincola da un’ottica in prevalenza trasmissiva della conoscenza e ne riscopre il senso più rivoluzionario e innovativo, facendo leva sulla creatività dei giovani, sulla loro capacità critica, sull’attitudine a sviluppare un punto di vista inedito rispetto alle cose del mondo. Insomma un modo che, ci auguriamo, possa formare persone libere, capaci – perché no – anche di cambiare le cose del mondo”.
Alla ruvidità del claim che dà voce all’incertezza e ai timori emersi dalle conversazioni con studentesse e studenti delle scuole secondarie di secondo grado prossimi al diploma, fa da contraltare la morbidezza di una body copy pronta a raccontare a chi sta scegliendo il proprio percorso universitario che in Uniurb la comunità studentesca non alza la mano per parlare, non fa silenzio, ma sceglie e partecipa attivamente a un processo di crescita nella conoscenza che è collettivo.
Lo ha detto con chiarezza Paolo Iabichino. «Anche quest’anno abbiamo deciso di affidare la campagna di immatricolazioni agli studenti e alle studentesse dell’Ateneo che hanno risposto alla nostra call in modo ancora più incisivo. È stato un privilegio poter accompagnare l’intero gruppo di lavoro nella definizione del concept e dell’impostazione grafica che sarà su giornali e manifesti. Una campagna in cui si possono riconoscere totalmente sia per il registro visivo che per quello testuale adottato perché è quello che più gli appartiene. Ancora una volta hanno prestato la loro voce, le loro istanze, le loro urgenze per parlare a chi si dovrà iscrivere.
L’Università viene resa protagonista, scompaginando la classica narrazione delle campagne di immatricolazioni con una contronarrazione che è fatta direttamente dagli studenti per gli studenti. Una campagna che racconta la loro esperienza e mette a sistema una tensione, una evidente stortura, che coinvolge tutti gli ordini scolastici, dalle superiori all’università tradizionalmente intesa, e che vede le prestazioni al centro di un percorso che dovrebbe essere di crescita, umana, ancora prima che professionale».
L’esperienza di un racconto onesto ispirato al contesto valoriale dell’Ateneo di Urbino fatto dagli studenti per gli studenti lega, in effetti, le tante idee di campagna che hanno partecipato al contest 2023-2024. Va detto, infatti, che nell’ambito della Colonia della Comunicazione – il laboratorio di sperimentazione permanente dei corsi in Comunicazione e Pubblicità di Uniurb di cui è Referente la Professoressa Stefania Antonioni – sei gruppi di allievi si sono messi in gioco, sostenuti dalla supervisione creativa di Paolo Iabichino e hanno portato in superficie proposte che non hanno deluso le aspettative. Un solo team ha guadagnato il podio e messo in pagina la campagna, ma la sfida l’hanno vinta tutti.
Alle ragazze e ai ragazzi che hanno lavorato con impegno a ciascun progetto va il grande grazie dell’Università di Urbino perché, come ha ribadito Giovanni Boccia Artieri – Prorettore alla Didattica e alla Comunicazione Interna ed Esterna – è anche “il loro tono a risuonare nei diversi claim e nelle body copy che accompagnano un visual che indica la loro presa di parola. Grazie alla creatività sviluppata all’interno del nostro corso di laurea magistrale in Comunicazione e Pubblicità per le Organizzazioni e guidata dalla sensibilità di Paolo Iabichino è stato possibile fare della campagna di comunicazione un vero e proprio statement generazionale, sensibile e attento ai mutamenti economico-sociali e che contrasta nell’istruzione l’idea di una società della prestazione”.